Dura presa di posizione dell’Associazione italiana giovani avvocati sulle difficoltà emerse per l’Ufficio del processo dalle relazioni sul Pnrr.

L’istituto, dice Francesco Perchinunno, presidente dell’Aiga, «tanto voluto dall’allora ministro della Giustizia Marta Cartabia, è un flop annunciato. Non solo ha drammaticamente fallito l’obiettivo di ridurre l’arretrato che caratterizza il sistema processuale italiano, ma, dati alla mano, costituisce l’ennesimo sperpero di denaro in un momento in cui le risorse economiche sono molto limitate». Perchinunno si sofferma sulle proposte già in passato avanzate dall’Aiga e non nasconde il proprio rammarico: «Fin dal primo momento avevamo indicato come fossero altre le misure da assumere per cercare di invertire la rotta della giustizia, sempre più indirizzata verso la totale paralisi del sistema. Tuttavia il precedente governo, sordo a ogni appello e indicazione che proveniva dall’avvocatura, ha scelto di procedere autonomamente con provvedimenti adottati anche durante una fase della sua vita che sarebbe dovuta essere dedicata unicamente al disbrigo degli affari correnti».

Alle parole di Perchinunno si aggiungono quelle di Giacomo Guidoni, coordinatore Area Nord dell’Aiga: «L’unico elemento epocale – afferma Guidoni – che si palesa è il fallimento di tutta una riforma, che, per rincorrere le chimere dettate dall’Unione europea, lungi dal risolvere i problemi della lentezza e della durata dei procedimenti, sta già iniziando a presentare il suo salatissimo conto, ed è forte il timore di essere solo all’inizio».

Di qui la richiesta rivolta dall’Aiga al guardasigilli Carlo Nordio affinché venga fatta «una serissima riflessione sull’operato di chi lo ha preceduto, in modo da porre in essere tutti i correttivi necessari». «Così – concludono Perchinunno e Guidoni – si eviterebbero, come emerso oggi per l’Ufficio del processo, altri fallimenti che sarebbero letali per un sistema, come quello della giustizia Italiana, già fortemente malato e i cui costi, in termini di credibilità, sicurezza ed efficienza, andrebbero ancora una volta a colpire le spalle dei cittadini».

Il target iniziale del Pnrr prevedeva l’entrata in servizio di 19.719 unità per l'Ufficio per il processo nei Tribunali civili e penali al 30 giugno 2024. Questo obiettivo è oggetto di una proposta di revisione. Il nuovo target prevede l’entrata in servizio di 10mila unità al 30 giugno 2024. Si aggiunga anche che 16.500 addetti all’Ufficio per il processo sono stati assunti a tempo determinato in due cicli di assunzioni di 8.250 unità di personale (con contratto rispettivamente di 2 anni e 7 mesi e di 2 anni). Le proposte di riformulazione del Pnrr avanzate dal ministero della Giustizia prevedono la proroga fino a giugno 2026 degli addetti all’Upp e dei profili tecnici, e la limitazione del secondo ciclo di assunzioni a circa 3.100 ulteriori unità con contratto di 2 anni e tre mesi in avvio dal 1° aprile 2024.