Gli avvocati della regione della Grande Tunisi, in Tunisia, hanno annunciato uno sciopero generale a partire da domani, con la sospensione dei lavori in tutti i tribunali, in segno di protesta all’arresto di Sonia Dahmani, avvocata e opinionista televisiva e nota voce critica del presidente Kais Saied, avvenuto nella sede dell’Ordine per dichiarazioni considerate dalle autorità offensive nei confronti del Paese. Lo riporta l’agenzia di stampa “Ta”». La donna è stata arrestata, circondata da colleghi, e l’arresto è stato filmato in diretta dal canale francese France 24 prima che la connessione fosse interrotta dagli agenti di polizia. L’edificio è stato «preso d’assalto da decine di agenti delle forze di sicurezza mascherati, che hanno usato violenza», ha protestato davanti alla stampa Laroussi Zguir, presidente della sezione dell’Ordine degli avvocati di Tunisi, chiedendo il «rilascio immediato» di Dahmani e annunciando uno sciopero degli avvocati da domani. L’emittente pubblica France 24, da parte sua, ha denunciato l’atteggiamento degli agenti di polizia che hanno interrotto l’intervento del suo corrispondente, «hanno strappato la telecamera dal treppiede» e hanno arrestato il suo cameraman per «dieci minuti». France 24 «ha condannato fermamente questo ostacolo alla libertà di stampa e questo intervento brutale e intimidatorio della polizia che impedisce ai suoi giornalisti di esercitare la loro professione».

Sonia Dahmani aveva ricevuto due giorni prima un invito della magistratura a presentarsi in tribunale, a sua detta senza che le venissero specificate le ragioni. L’avvocata sarebbe stata arrestata mentre era in corso una diretta televisiva e sarebbe indagata per il presunto “utilizzo delle reti di comunicazione per diffondere informazioni false” e per “incitamento all’odio”. Alcuni giorni prima, intervenuta nel corso di un programma radiofonico, Dahmani avrebbe pronunciato dei commenti sarcastici sulla situazione interna della Tunisia, in riferimento all’afflusso di migranti di origine subsahariana. Non essendosi presentata in tribunale, è stato emesso nei suoi confronti un mandato di arresto, nonostante la richiesta dei legali della donna di rinviare l’udienza. Il consiglio regionale degli avvocati di Tunisi, esprimendo il «sostegno incondizionato» a Dahmani, ha chiesto il suo immediato e incondizionato rilascio.

Il mandato d’arresto emesso dal primo gip del Tribunale di Tunisi contro Sonia Dahmani è stato eseguito sabato sera. Lo ha confermato all’agenzia di stampa tunisina Tap il portavoce del Tribunale di Tunisi, Mohamed Zitouna, aggiungendo che «la procura desidera chiarire che gli agenti delle forze dell’ordine incaricati dell’esecuzione del mandato lo hanno eseguito sulla base della buona applicazione della legge e dell’efficienza delle indagini in corso e che tutte le procedure legali sono state rispettate». Zitouna ha sottolineato che il caso contro la Dahmani, che secondo lui era «in fuga», non ha nulla a che fare con la sua professione di avvocato. L’avvocata Sonia Dahmani - conclude la Tap - è stata portata via durante un sit-in presso la sede dell’Ordine degli avvocati, in esecuzione del mandato di arresto. Sono stati arrestati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di primo grado di Tunisi anche Borhen Bssais, conduttore televisivo e radiofonico, e Mourad Zeghidi, commentatore politico, sono oggetto di un mandato di rinvio a giudizio per aver diffuso “false informazioni con l’obiettivo di diffamare altri o ledere la loro reputazione”», ha detto sempre  il portavoce del tribunale di Tunisi, Mohamed Zitouna. I. Gli esiti delle indagini e gli sviluppi verranno comunicati successivamente.

I tre editorialisti detenuti sono perseguiti ai sensi del decreto 54, promulgato nel settembre 2022 dal presidente Saied per reprimere la diffusione di “notizie false”. Provvedimento criticato dai difensori dei diritti tunisini e internazionali perchè soggetto a un’interpretazione molto ampia. Secondo l’Unione Nazionale dei Giornalisti, in un anno e mezzo, più di 60 persone, tra cui giornalisti, avvocati e oppositori di Saied, sono state perseguite sulla base di questo testo. Da quando il presidente Saied, eletto democraticamente nell’ottobre 2019 per cinque anni, si è concesso i pieni poteri durante un colpo di stato nel luglio 2021, le Ong tunisine e internazionali hanno deplorato una regressione dei diritti in Tunisia.

Questa mattina, circa 300 persone si sono radunate a Tunisi su appello del Fronte di Salvezza Nazionale (FSN), la principale coalizione dell’opposizione, per chiedere il «rilascio dei detenuti politici», mentre una quarantina di persone tra cui diversi funzionari del FSN sono state arrestate per «cospirazione contro la sicurezza dello Stato». «Fermate lo stato di polizia» oppure «Via da Kais Saied», hanno gridato i manifestanti. Ahmed Nèjib Chebbi, cofondatore del FSN, ha denunciato «un sistema liberticida» in Tunisia. «Tutte le libertà sono state pugnalate. Oggi è il potere personale assoluto (di Kais Saied, ndr) che sottomette tutti gli strumenti dello Stato per soffocare i diritti e le libertà», ha detto all’AFP. Zeghidi è sotto processo «per una pubblicazione sui social network in cui ha sostenuto un giornalista arrestato (Mohamed Boughalleb, condannato a sei mesi di carcere per diffamazione di un pubblico dipendente, ndr) e per dichiarazioni rilasciate durante programmi televisivi da febbraio», ha spiegato l’avvocato Ghazi Mrabet all’AFP. Oltre all’ondata che ha colpito i commentatori e giornalisti, la settimana scorsa diverse Ong che aiutano i migranti sono state sottoposte a controlli e il presidente dell’associazione antirazzista Mnemty («il mio sogno»), Saadia Mosbah, è in custodia di polizia con l’accusa di riciclaggio di denaro. Mosbah era stata in prima linea nella difesa dei migranti sub-sahariani in Tunisia dopo il violento discorso del presidente Saied nel febbraio 2023 in cui denunciava l’arrivo di «orde di migranti illegali» come parte di un complotto «per cambiare la composizione demografica» del paese.