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«Gli studenti di oggi sono i cittadini attivi di domani. Lo scopo che portiamo avanti come Consiglio nazionale forense è gettare un seme, il seme della legalità, attraverso un progetto strutturato che cammina sulle gambe degli avvocati». Parte da queste parole la consigliera del Cnf Federica Santinon, coordinatrice della Commissione progetti di educazione alla legalità, per raccontare il torneo di disputa “Dire e Contraddire” che si concluderà domani con la “sfida finale” presso la sede di Via del Governo vecchio a Roma.
Giunto alla sua quinta edizione, il progetto ha l’obiettivo di incoraggiare gli studenti del triennio delle scuole secondarie di secondo grado a un corretto confronto dialettico e a una misurata argomentazione delle proprie idee. Nasce nel 2017 a Taranto da un’idea degli avvocati Vincenzo Maggio e Angela Mazzia, a cui è seguito nel 2020 un protocollo d’intesa tra il Consiglio nazionale forense e il ministero dell’Istruzione.
Il documento che ha dato vita al Torneo è stato quindi rinnovato nel 2024, con lo scopo di attualizzarlo e valorizzare il ruolo degli Ordini degli avvocati, la cui rete “guidata” dal Cnf consente al progetto di articolarsi su tutto il territorio nazionale. Sono loro, i referenti di legalità del singolo Ordine ad occuparsi insieme ai tutor scolastici della formazione degli studenti. Dopo aver appreso a loro volta gli strumenti della retorica classica attraverso un corso nazionale del Cnf. Si impara l’arte della parola, ma anche della postura, con lo scopo di argomentare una tesi o di confutarla a partire da una citazione scelta per i ragazzi. Il tutto per promuovere la cultura del dialogo, come vero e proprio «esercizio di democrazia».
«Ci piace l’idea di portare la figura dell’avvocato nelle scuole – spiega Santinon -, e al contempo ci piace agire come custodi unici della legalità. Con questo torneo insegniamo ai ragazzi a mettersi in gioco, ad ascoltare e argomentare, ma anche ad avere rispetto della persona con cui si discute, nell’ottica di un futuro in cui saranno cittadini responsabili». Soprattutto nell’era della comunicazione digitale, in un momento in cui la ricerca della rapidità sembra mettere in secondo piano l’esigenza di fermarsi a ragionare.
Al contrario, questo progetto valorizza la costruzione del pensiero, per comunicare in maniera non soltanto efficace ma anche “corretta”: alla logica dello scontro si sostituisce quella dell’incontro. Il tutto in una prospettiva di inclusività, che guarda a ogni studente d’Italia, dal Nord al Sud del paese, e di ogni tipologia di scuola, dai licei agli istituti professionali. Tutti novelli Cicerone, che si riappropriano della forza della parola in chiave contemporanea.
«Insegnare le competenze digitali, come forma di educazione civica, è l’altro aspetto fondamentale di questo progetto, che si riflette nel nuovo programma», spiega la consigliera Cnf. Si tratta di affrontare i rischi del web, a partire dal cyberbullismo, per «uscire dalla logica dell’offesa e della prepotenza». Anche per questo, prima di cimentarsi nella disputa oratoria, i ragazzi pronunciano una formula ad alta voce con la quale si impegnano a rispettare le regole del torneo e l’avversario.
La competizione, alla quale quest’anno hanno preso parte 1800 studenti provenienti da tutta l’Italia e 37 Consigli dell’Ordine degli avvocati, si articola in più gironi di qualificazione a livello territoriale, semifinali a livello di macroaree (Nord, Centro e Sud Italia) e una finale a tre. Lo scorso aprile si sono tenute in contemporanea le semifinali a Venezia, Livorno e a Napoli. Hanno superato il turno le scuole di Torino, Palermo e Pescara, che si sfideranno per l’ultima disputa oratoria. Per Torino hanno partecipato i licei “Cavour”, “Gioberti” e il “Convitto Umberto I”. Le scuole di Palermo sono il liceo classico “Vittorio Emanuele” e il liceo scientifico “Don Bosco Ranchibile”, mentre la squadra di Pescara è formata da 12 studenti dei licei classico e scientifico “Leonardo da Vinci” e dall’istituto “Aterno- Manthone”.
A giudicarli, nell’evento che si terrà dalle ore 14 e sarà trasmesso anche in streaming sul canale Youtube del Cnf, sarà una giuria d’eccezione composta dalla Prima Presidente della Corte di Cassazione Margherita Cassano, che rinnova la presenza dello scorso anno, l’Avvocato Generale dello Stato Gabriella Palmieri Sandulli e il Presidente del Cnf Francesco Greco. Il primo posto sarà decretato in base ad alcuni criteri specifici: vince la disputa chi riesce a “docere et probare, delectare et movere, usando la forza dell’ethos, del logos e del pathos”. Il tutto nel tempo stabilito, ovvero 20 minuti che comprendono l’esordio, argomentazioni, confutazioni ed epilogo.
Se per la fase territoriale è stata scelta dal Cnf una frase di Piero Calamandrei (“Se si vuole che la democrazia prima si faccia e poi si mantenga e si perfezioni, si può dire che la scuola a lungo andare è più importante del Parlamento e della magistratura e della Corte costituzionale”), la finale vedrà le tre squadre in gara confrontarsi su una provocazione di padre Paolo Benanti, studioso di etica e tecnologia: “Più dell’intelligenza artificiale ho paura della stupidità naturale, perché, se un giorno una macchina facesse una determinata cosa, sarebbe stata la mente umana a fargliela fare. La macchina non vuole niente perché non è un soggetto”. Una scelta che conferma l’attenzione riservata dal Cnf al tema delle nuove tecnologie, questa volta in una nuova chiave rivolta ai più giovani.
«Vincono tutti in questo Torneo – chiosa Santinon -. Vince la formazione e vince il merito. Come Consiglio nazionale forense siamo orgogliosi di introdurre i ragazzi ai diritti e ai doveri costituzionali, facendo loro comprendere l’importanza della tutela delle libertà fondamentali».