Come aiutare i più giovani a diventare cittadini “pensanti” e “resistenti” all’illegalità? Innanzitutto, fornendo loro strumenti e valori utili allo sviluppo di un pensiero critico. È con questo spirito che nasce il torneo di disputa “Dire e Contraddire”, il progetto di educazione alla legalità organizzato dal Consiglio Nazionale Forense e rivolto agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado. Frutto di un protocollo di intesa con il ministero dell’Istruzione, il torneo ideato dal consigliere del Cnf Vincenzo di Maggio giunge quest’anno alla sua terza edizione: si parte da metà marzo con il primo girone di qualificazione a livello territoriale. Ventidue gli Ordini degli avvocati che hanno aderito quest’anno, quarantanove gli istituti scolastici, e oltre mille gli studenti che si sfideranno a colpi di “logos”: entro il 5 maggio si svolgeranno le semifinali a livello di macroarea (Sud, Centro, Nord Italia) fino alla finalissima che si terrà entro il mese presso la sede del Cnf a Roma.

L’obiettivo? Vincere tutti, per riscoprire il valore della parola “responsabile” nella relazione con l’altro. E promuovere la cultura dell’ascolto e del dialogo tra i ragazzi, ai quali gli avvocati potranno trasmettere tecniche di argomentazione e controargomentazione non solo efficaci, ma anche aderenti ai valori democratici. Una sfida riuscita, se si considera l’ampia partecipazione alla terza edizione dopo il grande successo delle prime due. «La partecipazione sempre più numerosa di anno in anno al torneo – spiega Francesca Sorbi, vicepresidente della Fondazione dell’avvocatura italiana del Cnf – dimostra grande coraggio e maturità da parte dei ragazzi. Il torneo è una scuola di vita: imparare a sostenere una tesi in modo civile, approfondendo l’argomento e rispettando l’interlocutore. È una iniziativa culturale che ben rappresenta il “core business” della Fai, ossia la diffusione di valori etici e giuridici».

«Nonostante la pandemia siamo riusciti nel 2020 a dar vita a questo progetto, con il quale si rende tangibile la funzione sociale degli avvocati, utile anche per far scoprire ai ragazzi capacità che non sanno di avere. Un bagaglio culturale da portarsi dietro tutta la vita», aggiunge la consigliera Cnf Daniela Giraudo, coordinatrice della commissione interna su Educazione alla legalità. Che annuncia l’intenzione di riavviare le interlocuzioni con il ministero dell’Istruzione per il rinnovo del protocollo. «Oggi, nell’immaterialità dello spazio digitale, si è smarrita la dignità della parola. Ma dibattere non significa urlare. Il confronto dialettico è l’occasione per entrare in relazione con l’altro, anche con chi la pensa diversamente», chiosa la coordinatrice nazionale del Torneo, Angela Mazzia. «L’obiettivo del Cnf – conclude Nicola Cirillo, segretario della commissione Cnf Educazione alla legalità – è di portare il progetto e l’esperienza del torneo nell’ambito delle attività curriculari e quindi nella programmazione triennale dell’offerta formativa delle scuole superiori».