È una prassi ormai consolidata: alla guida dell’Ordine degli avvocati di Bolzano si alternano un presidente di lingua italiana e uno di lingua tedesca. Per il quadriennio 2023- 2026 la rappresentanza del Coa bolzanino spetta a Karl Pfeifer. «Nel nostro Ordine – spiega il presidente Pfeifer - vi è da anni un’intesa non scritta, che prevede l’alternanza nei ruoli del direttivo, presidente, segretario e tesoriere, fra i due gruppi di lingua italiana e tedesca. Ciò per consentire anche agli avvocati di madrelingua tedesca, solitamente in minoranza in seno al Coa, una partecipazione periodica nella gestione del Consiglio». Una scelta, dunque, che realizza il confronto e la migliore collaborazione tra i due gruppi linguistici, con un occhio di riguardo alle radici storiche del territorio.

«Dato che – dice Pfeifer - la Provincia di Bolzano si trova geograficamente al confine con il mondo di lingua tedesca, al quale comunque è legata per ragioni storiche e culturali, il nostro Coa può fare anche da ponte o da tramite fra il mondo professionale italiano e quello mitteleuropeo. È anche per tale motivo che cogliamo sempre volentieri l’occasione di partecipare agli incontri annuali con gli Ordini degli avvocati austriaci, germanici e di altri paesi limitrofi. Tali incontri costituiscono l’occasione per lo scambio reciproco di esperienze nei diversi settori del diritto.

Ricordo, in particolare, un interessante confronto nello scorso anno sul tema della informatizzazione del processo civile in corso in altri paesi europei. Una ulteriore particolarità del nostro Foro, ancora una volta legata all’uso della lingua tedesca nella nostra Provincia Autonoma, è la proficua collaborazione con l’Università di Innsbruck, dove, secondo un accordo intervenuto tra Italia e Austria, il cosiddetto “scambio di note”, gli studenti italiani possono laurearsi in Austria, seguendo corsi organizzati in lingua italiana in collaborazione con l’Università di Padova, con conseguente riconoscimento del il titolo da parte di una Università italiana».

Come vengono osservati e analizzati i cambiamenti nella professione forense a Bolzano e dintorni? A spiegarcelo è sempre il presidente del Coa. «Negli ultimi anni – afferma - l’avvocatura ha affrontato, e continua a farlo, due problematiche importanti. Da un lato, una sempre maggiore e costante informatizzazione e digitalizzazione del sistema giustizia, dall’altro lato una sempre minore considerazione della nostra professione da parte della società. La prima tematica non favorisce certamente i colleghi più anziani, meno esperti nel gestire le tecnologie moderne. Oltretutto, si richiede all’avvocato un impiego di energie e risorse che difficilmente possono essere sopportate in futuro dallo studio legale tradizionale, composto da un singolo avvocato.

Il secondo profilo riguarda la collocazione sociale dell’avvocatura, che, forse, anche per l’alto numero di iscritti raggiunto negli ultimi due decenni e la conseguente perdita di prestigio, deve riconquistare il proprio ruolo di garante dei diritti dei cittadini. Ciò ha senz’altro favorito l’emergere di nuove figure professionali, come ad esempio le agenzie che offrono attività di consulenza legale stragiudiziale nel settore dell’infortunistica e della responsabilità sanitaria, con conseguente rischio di disorientare il mercato o sviare i clienti verso prestatori di servizio all’apparenza a buon mercato».

L’Ordine degli avvocati di Bolzano ha 937 iscritti (545 avvocati, 339 avvocate). I praticanti sono invece 131. Un dato che non ha subito negli ultimi anni particolari scossoni. Proprio per questo motivo il presidente Karl Pfeifer ritiene che la realtà bolzanina non stia patendo una fuga dall’avvocatura: «Gli iscritti che hanno lasciato la toga per un posto nella pubblica amministrazione sono relativamente pochi, da contarsi sulle dita di una mano. Va anche tenuto conto del fatto che per l’accesso alla Pubblica amministrazione viene richiesto il certificato di bilinguismo. È necessaria, dunque, la conoscenza di entrambe le lingue parlate in Alto Adige, che, invece, non è richiesta per l’esercizio della libera professione».

Di converso, cala il numero di coloro che vedono un futuro professionale con la toga sulle spalle e a Bolzano non si riesce a tagliare un particolare traguardo. «In effetti – commenta il presidente del Coa di Bolzano -, i laureati in giurisprudenza che si iscrivono come praticanti o come candidati all’esame di avvocato sono, anno dopo anno, sempre di meno. Si pensava qualche anno fa che entro poco tempo l’Ordine di Bolzano avrebbe raggiunto la fatidica soglia dei mille iscritti. Non è andata così. Negli ultimi anni vi è stato un sensibile rallentamento nel numero dei nuovi iscritti, che, oramai, supera di poche unità quello dei colleghi che si cancellano ogni anno dall’albo per pensionamento o per altri motivi».

Una peculiarità della Provincia Autonoma di Bolzano è quella del bilinguismo. Il tedesco è infatti considerato una lingua utilizzabile nei processi. «L’uso della lingua tedesca nei rapporti con la Pubblica amministrazione e con l’Autorità giudiziaria – spiega Karl Pfeifer - è stato codificato con il D. P. R. numero 547 del 1988. Per quanto riguarda le libere professioni, non sussiste, ovviamente, nessun obbligo di sapere parlare e scrivere anche in tedesco. È però un dato di fatto che la mancata conoscenza della lingua tedesca non facilita certamente l’avvocato che viene da fuori provincia ed intende stabilirsi a Bolzano».

Infine il presidente del Coa di Bolzano riflette su un tema ritornato d’attualità, quello della geografia giudiziaria rivisitata una decina d’anni fa. «Per la connotazione geografica della nostra Provincia – conclude Pfeifer -, va sottolineato che l’eliminazione delle Sezioni distaccate del Tribunale nei centri principali di alcune valli dell’Alto Adige, come Silandro, Merano, Brunico e Bressanone, ha comportato non poche difficoltà per gli avvocati che vivono e lavorano in quei luoghi, ma anche per la popolazione residente. Per tale motivo, sarebbe auspicabile recuperare, quantomeno, le Sezioni distaccate di Merano e Bressanone o Brunico, al fine di limitare le problematiche che sono emerse in questi anni».