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Luca Porfiri, presidente del Coa di Forlì-Cesena
L’Ordine degli avvocati di Forlì-Cesena conta 914 iscritti, di cui 363 cassazionisti. I praticanti sono 66 (49 semplici, 14 abilitati al patrocinio sostitutivo e 3 laureandi). Nel 2023 ci sono state 22 nuove iscrizioni e 21 cancellazioni. Parte da questi numeri l’analisi del presidente del Coa forlivese-cesenate, Luca Porfiri, che si sofferma sulle prospettive future dell’avvocatura. «Il saldo tra nuove iscrizioni e cancellazioni – dice al Dubbio – è quasi in pareggio. Questo è un dato di per sé preoccupante. Temo, però, che questa differenza andrà ulteriormente ad assottigliarsi, stando ai dati degli iscritti agli esami. Nel distretto di Bologna il numero si è dimezzato in soli tre anni, da 1.200 nel 2020 a 600 nel 2023. E, certamente, il dato delle cancellazioni non dovute a cause “naturali”, tipo pensionamento o decesso, è molto aumentato».
La toga è meno attraente rispetto a quindici- venti anni fa. La scelta universitaria, negli ultimi tempi, determina a monte il percorso professionale che si vorrà intraprendere. «Ritengo – commenta il presidente Porfiri - che fino a pochi anni fa un giovane neo- iscritto, terminato il percorso degli studi e superato l’esame non pensasse nemmeno lontanamente di vanificare quel risultato raggiunto con non poca fatica. Oggi accade spesso e chi opera la scelta di abbandonare la toga è sovente sospinto dal posto sicuro in una Pubblica amministrazione. Prova ne è, ad esempio, l’Ufficio del processo, di recente istituzione, che, sebbene non offra un contratto a tempo indeterminato, è comunque stato scelto da molti giovani. Credo che la professione di avvocato non abbia perso il suo fascino, ma che esso ceda il posto a ragioni più pratiche. Il reddito degli avvocati è, secondo gli ultimi dati di Cassa forense, sensibilmente diminuito e molti sono i costi ai quali un giovane deve far fronte all’inizio del percorso professionale. Inoltre, l’abnorme produzione legislativa degli ultimi anni, gli autentici stravolgimenti normativi, il massiccio ingresso della tecnologia nella vita quotidiana dell’avvocato obbligano ad una continua opera di aggiornamento, a volte non facile. Ne è un esempio la recente riforma Cartabia o l’istituzione del nuovo portale del processo penale».
Il rappresentante degli avvocati di Forlì-Cesena è convinto che «avremo sempre meno toghe, in futuro, ma questo potrebbe non essere un male in senso assoluto, a parte le ovvie ricadute sul sistema previdenziale». Meno avvocati, secondo Porfiri, «ma sempre più preparati e specializzati». «Quanto alle riforme – aggiunge -, a mio modestissimo avviso, anche quelle più recenti, come in passato del resto, continuano ad occuparsi più di forma, in particolare in merito al rito, che di sostanza. Occorrerebbero invece maggiori risorse, tecnologiche e soprattutto umane. La carenza di personale amministrativo è un problema irrisolto, che genera difficoltà enormi nell’amministrazione quotidiana della giustizia, e che aumenta il distacco del cittadino nei confronti di essa. Non credo che la lunghezza dei procedimenti civili possa dipendere dall’accorciamento di alcuni termini processuali o dalla sinteticità degli atti».
Quasi un anno fa la Romagna venne devastata dalle alluvioni. A farne le spese tutti, avvocati compresi. «Per gli avvocati romagnoli – afferma Luca Porfiri - i tempi recenti non sono stati facili. Il nostro territorio, proprio mentre ci si stava faticosamente riprendendo dalla catastrofe della pandemia, è stato colpito dall’alluvione della scorsa primavera, che nuove, enormi difficoltà ha provocato nel tessuto produttivo, e quindi in definitiva sui nostri clienti, e ha colpito direttamente e duramente molti di noi. Non vedo ricadute positive nella distribuzione dei fondi previsti dal Pnrr, ammesso che distribuzione vi sia stata».
Nei momenti più difficili occorre fare appello a tutte le forze a disposizione e credere nella solidarietà della categoria professionale alla quale si appartiene. «Ritengo – evidenzia il presidente del Coa di Forlì- Cesena - che l’unica strada percorribile per l’avvocatura sia quella di mantenere una forte coesione, ritrovare uno “spirito di corpo” a tratti smarrito, far sentire la propria voce, forte ed autorevole nelle sedi istituzionali, sedere ai tavoli dove le riforme si discutono. Siamo e restiamo una comunità di professionisti alla quale i cittadini affidano la tutela dei loro diritti, una funzione direi essenziale per lo stesso vivere civile. Per far questo servono avvocati capaci e preparati: in questa ottica mi sembrano di fondamentale importanza sia l’attività formativa che le specializzazioni».
A proposito della funzione sociale dell’avvocatura, Porfiri sottolinea l’impegno profuso dal Coa e dal Comitato Pari opportunità nel realizzare una serie di progetti nelle scuole. L’obiettivo è quello di diffondere la cultura della legalità e della non discriminazione. «Dal 2018 - spiega - il Comitato Pari opportunità, attraverso i propri componenti e il contributo di colleghe e colleghi del Foro, è attivo in numerosi progetti, con impegno cresciuto nel tempo insieme all’ampliamento dei temi proposti e all’incremento del numero degli incontri, dedicati alle classi dalla prima media e alla quinta superiore. Temi e contenuti sono graduati in funzione dell’età, con approccio basato sull’interazione, esame di situazioni pratiche e casi concreti, proiezione di contenuti video. I programmi offerti spaziano dall’educazione alla legalità ed al rispetto delle regole, dall’uso consapevole dello smartphone al bullismo- cyberbullismo, sino a temi più specifici, dedicati alle classi delle scuole secondarie di secondo grado, riguardanti le sostanze stupefacenti, i reati stradali, la tutela della privacy, i comportamenti discriminatori, la violenza sessuale».
Un impegno destinato a proseguire senza sosta. «Prestiamo – conclude il presidente del Coa di Forlì-Cesena - un giuramento all’inizio della nostra carriera. Anche le attività che organizziamo nelle scuole fanno parte del nostro lavoro, della nostra missione, degli obblighi che il giorno del giuramento assumiamo».