Secondo i dati ottenuti dalle attestazioni previdenziali, gli avvocati che esercitano la loro attività in regime di monocommittenza costituiscono il 5,63% del totale: in tutto 13.518 professionisti. Ma non si tratta dell’elemento che più colpisce, nello studio condotto da Cassa forense in collaborazione con la Fondazione Einaudi.

È ancora più significativa la statistica relativa all’età media dei legali che, nel 2022, hanno ricevuto appunto da un altro avvocato la quasi totalità (cioè tra il 91 e il 100%) del loro reddito: quel dato anagrafico si attesta a 39,2 anni. È la conferma che il fenomeno della monocommittenza è «in evoluzione» e «non più circoscritto agli avvocati all’inizio del loro percorso professionale», come si legge nella nota diffusa ieri da Cassa forense. Una tendenza evidentemente visibile già da anni, ma che nei tempi più recenti sembra essersi consolidata: i 39,2 anni dell’età media registrata nel 2022 innalzano di 2 anni e mezzo il dato del 2020 e di 1,2 anni il dato anagrafico del 2021.

Quello realizzato da Cassa forense e Fondazione Einaudi è il primo studio completo su questa delicata materia: sarà presentato il 22 novembre alle 16.30 presso l’Auditorium dell’ente previdenziale degli avvocati, alla presenza del ministro della Giustizia Carlo Nordio. Interverranno i presidenti di Cassa Forense Valter Militi e della Fondazione Einaudi Giuseppe Benedetto, il vertice del Consiglio nazionale forense Francesco Greco e il coordinatore dell’Ocf Mario Scialla.

La ricerca si basa sui dati in possesso della Cassa relativi al 2022, anno in cui gli iscritti all’albo degli avvocati sono risultati essere 240.019. L’informazione sulla provenienza del reddito è riferita a quanto dichiarato con il “Modello 5/ 2022”. Secondo lo screening, il 20,4% degli studi legali più grandi (quelli con almeno 5 persone) nello scorso anno ha aumentato il numero degli occupati, a fronte di una stasi complessiva dell’avvocatura, sia in termini di personale impiegato che di fatturato. «Obiettivo dello studio – spiega il presidente di Cassa forense Militi – è fotografare una realtà in evoluzione, anche comparando la normativa italiana con quella di altri Stati europei, per fissare il punto di partenza di un’approfondita riflessione in seno all’avvocatura».