Il presidente dell’Uncat (Unione nazionale delle Camere degli avvocati tributaristi), Gianni Di Matteo, valuta molto positivamente la legge delega fiscale, approvata dalla Camera pochi giorni fa. «Non posso che essere d’accordo con il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, per la portata storica della riforma fiscale che prenderà corpo e sono convinto che la nostra associazione svolgerà al meglio la propria parte», dice al Dubbio il rappresentante degli avvocati tributaristi, il quale si muove sulla linea già marcata dal Consiglio nazionale forense. «Siamo ad un punto di partenza – aggiunge Di Matteo -, ma i presupposti e i traguardi da raggiungere ci fanno ben sperare. Dobbiamo riunirci al tavolo tecnico e costruire un confronto non solo l’amministrazione, ma anche con tutte le altre categorie professionali interessate e con i magistrati tributari». Il governo avrà 24 mesi per predisporre uno o più decreti legislativi recanti la revisione del sistema tributario. La delega fiscale si compone di 23 articoli, distribuiti in cinque titoli. Subito dopo il passaggio parlamentare il Mef ha istituito il Comitato tecnico per l’attuazione della riforma tributaria, formato da un Comitato di coordinamento generale, da una Segreteria tecnica e da Commissioni di esperti.

«Abbiamo l’opportunità – commenta il presidente dell’Uncat - di realizzare una riforma epocale e lo dico senza enfasi. Abbiamo presentato un documento al viceministro Leo quando siamo stati in delegazione da lui. Occorre mettersi subito al lavoro su temi specifici e le Commissioni individuate nel recente decreto del Mef vanno proprio in questa direzione». Di Matteo si sofferma sul provvedimento di via Venti Settembre: «Tra gli esperti nominati non ci sono solo componenti del Consiglio direttivo di Uncat. Viene valorizzato il lavoro a livello nazionale, ma ci sono anche esperti che appartengono alle Camere locali dei tributaristi. Questo significa che i nostri iscritti, anche a livello territoriale, hanno dimostrato grandi capacità e competenze. Sono stati quindi valorizzati i singoli professionisti delle Camere che aderiscono all’Unione nazionale dei tributaristi».

Creata la cornice, che comunque ha una sua consistenza, adesso va riempita la parte centrale e vanno sviluppati i singoli temi. Di qui l’importanza delle Commissioni individuate nel decreto del Mef. «Io credo – aggiunge l’avvocato Di Matteo - che dobbiamo in questo momento ragionare in termini di carattere generale. Abbiamo individuato una serie di temi sui quali concentrarci e che riguardano, ad esempio, le garanzie processuali e il contraddittorio amministrativo come pietra miliare che garantisce i diritti del contribuente. La riforma dello Statuto del contribuente è un altro tema rilevante e deve assumere una valorizzazione piena, dato che, fino ad oggi, è rimasta relegata all’ambito delle indicazioni di massima. Un altro aspetto rilevante della riforma riguarda il Garante del contribuente. Tale figura assumerà carattere nazionale, mentre prima aveva un carattere regionale».

Insomma, il lavoro da fare è tanto e lo sguardo deve essere rivolto in diverse direzioni. «Sarà rilevante – conclude il presidente dell’Uncat – intervenire pure sulle sanzioni. C’è una sperequazione, una accentuazione del trattamento sanzionatorio, che non è in linea con tutte le normative comunitarie e con i principi di equità sostanziale. Dovrà essere rivolta attenzione alle fasce di reddito più basse, che vanno tutelate. Sarà utile una riforma verso l’altro, nel senso di una distribuzione della tassazione in maniera più equa e, soprattutto, più produttiva per aziende e imprenditori, cercando di eliminare tante imposte e sovraimposte. La semplificazione è quindi fondamentale. Occorre dare una sorta di tranquillità al contribuente e valorizzare il ruolo degli avvocati tributaristi non solo all’interno del processo, ma anche fuori e in tutto ciò che riguarda il diritto sostanziale tributario. Non va tralasciata la delicatezza del processo con le giuste garanzie dalla fase amministrativa fino alla fase dibattimentale».

Nel team di esperti nominati dal Mef, vi è una nutrita presenza di avvocati del Foro di Milano. Sono otto i componenti della Commissione Giustizia tributaria dell’Ordine degli avvocati milanese, presieduta da Antonino La Lumia (è anche il presidente del Coa). Si tratta di Marco Cerrato, Marco Allena, Massimo Antonini, Cristiano Caumont Caimi, Raffaella D'Anna, Guglielmo Maisto, Gaetano Ragucci e Giuseppe Zizzo. «Salutiamo con favore – evidenzia il presidente dell’Ordine degli avvocati, Antonino La Lumia – questa forte interlocuzione con l’avvocatura milanese nella fase dell’attuazione di una riforma così peculiare. Durante il convegno dello scorso 23 maggio, alla presenza del viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, avevamo chiesto una maggiore opportunità di interlocuzione e la risposta non si è fatta attendere. Sono certo che i componenti della Commissione, nominati dal ministero, porteranno la loro competenza e professionalità al servizio della società».