Un nuovo emendamento, in fase di discussione, mira ad estendere il regime forfettario alle partecipazioni societarie, aprendo nuove prospettive e opportunità per il settore.

La proposta si concentra sull'applicazione dell'articolo 1, comma 54 e seguenti della legge 190 del 2014, che disciplina i redditi di partecipazione in società di persone, associazioni o imprese familiari. L'obiettivo principale dell'emendamento è quello di eliminare la causa di esclusione prevista dal comma 57, lett. d) della stessa legge, consentendo così l'applicazione del regime forfettario anche ai redditi derivanti dalle partecipazioni societarie. Inoltre, viene proposta una significativa modifica nella valutazione del limite di ricavi o compensi stabilito dal comma 54, lett. a) della legge.

Secondo la proposta, per determinare se un professionista può beneficiare del regime forfettario, non sarà più considerato solo il reddito derivante dall'attività svolta in forma individuale, ma sarà presa in considerazione anche la quota dei ricavi o compensi del soggetto partecipato, attribuibile all'esercente impresa, arte o professione, in base alla propria quota di partecipazione agli utili.

L'approvazione di questo emendamento rappresenterebbe una svolta significativa per i professionisti che partecipano a società di persone o associazioni. Attualmente, i redditi derivanti da tali partecipazioni sono soggetti a un regime fiscale diverso, ma l'introduzione del regime forfettario per le partecipazioni societarie «sarebbe un importante segnale di stimolo per le aggregazioni professionali che rappresentano il futuro sostenibile della professione» - come ha sottolineato Francesco Greco, presidente del Consiglio Nazionale Forense - «confidiamo che il Parlamento approvi l’emendamento che estende il regime forfettario alla partecipazioni in società tra avvocati ma anche agli studi associati».

Anche l'Associazione Italiana Giovani Avvocati sostiene con vigore l'approvazione di questo emendamento. Il presidente di Aiga, Francesco Paolo Perchinunno, mette in evidenza l'importanza delle aggregazioni nel mondo delle professioni e sottolinea la necessità di abbandonare l'approccio settoriale e individuale. Il presidente Aiga Perchinunno ritiene che le aggregazioni siano diventate fondamentali per la crescita e lo sviluppo della professione forense.

Attualmente, il regime forfettario prevede un reddito netto di 85.000 euro per coloro che adottano questa forma di tassazione, indipendentemente dal volume di fatturato. Al contrario, coloro che lavorano in uno studio associato e raggiungono un fatturato di 120.000 euro non beneficiano di vantaggi significativi. Questo ha portato ad una chiara tendenza a rimanere al di sotto della soglia di fatturato e a evitare la costituzione di studi associati, che rappresentano l'unico modo per affrontare con successo le sfide future della professione.

L'emendamento in discussione alla Camera rappresenta un'opportunità importante per i professionisti, offrendo un nuovo quadro fiscale più favorevole per le partecipazioni societarie. Resta da vedere se sarà approvato, ma la sua potenziale implementazione potrebbe segnare un significativo passo avanti per il settore e contribuire a una maggiore stabilità e prosperità per i professionisti che operano in questo ambito.