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Le sfide che l’avvocatura ha davanti a sé non sono da poco. Ma chi oggi aspira ad indossare la toga non è solo: a guidare i giovani nel futuro è il bagaglio di conoscenze e valori su cui si fonda la professione forense. Trasferire questa eredità alle prossime generazioni di legali, senza perdere di vista i cambiamenti che la società impone, è proprio la missione della Scuola Superiore dell’Avvocatura (SSA), che oggi ha incontrato le scuole forensi territoriali per tracciare un percorso comune nell’ambito dell’attività formativa e dell’accesso alla professione.
L’occasione è la Conferenza nazionale delle Scuole Forensi, che si è svolta a Roma con l’ampia partecipazione di colleghi di tutta Italia: è il primo atto del nuovo direttivo della SSA, che - alla luce delle disposizioni sul nuovo esame di abilitazione all’esercizio della professione forense - ha voluto organizzare l’incontro per affrontare le criticità emerse e ribadire la necessità di un confronto costante con chi opera sul campo. «Il ruolo delle scuole è tanto fondamentale quanto delicato, in quest’epoca di profondi cambiamenti», sottolinea il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco aprendo i lavori. Si tratta di formare l’avvocato del futuro: «L’avvocato del 2030», precisa Greco, rivolgendo lo sguardo alle novità introdotte con le nuove tecnologie.
Tra tutte l’intelligenza artificiale, una «sfida che l’avvocatura deve affrontare con serenità». Soprattutto ora che la professione forense ha perso parte del suo appeal, come certifica il calo di iscrizioni nelle facoltà di giurisprudenza. «Si va verso una società tecnocrate, ma il mondo va governato da giuristi e umanisti», dice Greco. Al cui allarme si aggiunge quello del neo vicepresidente della SSA Giampaolo Brienza: se la perdita di nuovi iscritti è motivo di preoccupazione, lo è anche il rischio di non riuscire a garantire a tutti l’accesso alla professione, ora che la pratica forense deve essere integrata con corsi obbligatori. Proprio per questo è necessario agire in sinergia organizzando le scuole su base distrettuale o interregionale. Così come è necessario ripensare le linee guida adottate nel 2018.
Di questo e delle criticità emerse intorno al Decreto ministeriale 17/2018 si è discusso nella prima sessione della Conferenza coordinata dal segretario della SSA Demetrio Rivellino. Diverse le difficoltà e i dubbi interpretativi messi in luce dalla consigliera nazionale Giovanna Ollà, già vicepresidente della SSA, che individua un nodo critico proprio nel «disallineamento tra l’insegnamento universitario e il percorso di tirocinio» per il praticante. «Bisogna pensare insieme a una nuova normativa, con una parola d’ordine: coerenza», sottolinea Ollà, che della Scuola è ancora parte integrante. Come lo è l’avvocato il cui ricordo ha illuminato e commosso l’intera platea: si tratta di Alarico Mariani Marini, primo vicepresidente della SSA, che della Scuola è stato in qualche modo costruttore e “profeta”. Lo dimostrano gli interventi commossi del presidente del Cnf e di tutti i colleghi che oggi hanno omaggiato il legale scomparso nel 2022, il cui nome ora campeggia nella sede della SSA su una targa svelata alla presenza dei familiari.
Prima della cerimonia, a ricordare il valore e l’impegno profuso da Mariani Marini è stato un ospite speciale: il giurista e già presidente del Cnf Guido Alpa che, insieme al consigliere Paolo Feliziani, ha delineato il ritratto dell’avvocato immaginato e sognato dal legale scomparso. Alpa si affida proprio alle parole di Mariani Marini per ribadire il ruolo sociale dell’avvocato e rispolverare un modello basato sull’etica e sul ragionamento giuridico. «L’etica è una persona come Alarico», dice Alpa, che del legale ricorda anche l’attenzione dedicata al diritto europeo e ai diritti umani. Il suo pensiero? Si riassume in una sua frase, chiosa Alpa: «La strada - scriveva Mariani Marini - è segnata anche per gli avvocati: o farsi portatori dei nuovi diritti nella società e nel processo, o confondersi nel grigiore morale della società dei consumi, delle ingiustizie e delle discriminazioni».