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«Diceva un nostro collega - in pieno periodo postfascista - che quella forense è la professione “amaramente bella”. Oggi possiamo avere la concreta dimostrazione di quanto sia certamente bella, punteggiata tuttavia da momenti altrettanto certamente difficili, che giustifica quell’“amaramente”. E’ bella perché l’avvocatura oggi è qui per svolgere il suo ruolo sociale, che è qualcosa di più importante del ruolo tecnico.

Come ha detto il presidente Caiazza, quella in corso è una battaglia di civiltà: allarga il cuore far parte del gruppo qui presente di avvocatura penalista, impegnata a spiegare che cosa sia la prescrizione, ma soprattutto cosa debba essere un metodo per affrontare i temi fondanti: lo Stato di diritto, il processo penale. Un metodo che la politica in maniera trasversale ha abbandonato, in nome della ricerca del consenso. La nostra è una professione che non ricerca il consenso, proprio per questo dobbiamo impegnarci in questo genere di battaglie.

La politica ha dimenticato il metodo di anteporre e privilegiare la tutela dei diritti, gli equilibri costituzionali, il principio di uguaglianza per cui nessun cittadino può essere ostaggio dello Stato e rimanere sotto processo per tempo indeterminato. Noi dobbiamo cercare di riportare all’interno della società la consapevolezza dei rischi che si corrono ad assecondare il consenso, ma soprattutto ci dobbiamo sforzare di spiegare alla politica che noi siamo loro alleati, siamo tecnici, coloro che frequentano giornalmente i tribunali, che sanno cosa serve alla giustizia, siamo i più avvertiti su quali siano i rischi che corriamo tutti noi, tutta la società, a deviare dai principi tracciati dai noi padri costituenti.

Il metodo è molto semplice: noi del Cnf avevamo, e abbiamo tuttora in corso, un tavolo presso il Ministero della Giustizia per la riforma del processo penale, insieme alle Camere Penali e altri rappresentanti dell’avvocatura. Il patto era ed è strutturare una riforma, d’intesa con la magistratura naturalmente, affrontando anche il tema della prescrizione per accorciare i tempi di durata del processo.

In questi termini anche il problema della prescrizione viene sdrammatizzato. Come metodo dobbiamo proporre questo: verifichiamo la possibilità di rivedere il processo penale, di accorciare i termini nel pieno rispetto delle garanzie processuali, valutiamo le tante proposte fatte dalle Camere penali e altri rappresentanti dell’avvocatura e poi affrontiamo il problema del termine della prescrizione.

Sembra una proposta banale, ma il fatto che non lo sia francamente è un po’ inquietante. Il Cnf è al fianco delle Camere Penali, che ringrazio per questa iniziativa: lunga vita alle Camere Penali!»