Una stretta fiscale da 2 miliardi di sterline, destinata a colpire avvocati, medici, commercialisti e consulenti che operano attraverso società a responsabilità limitata (Llp). È la misura al centro della prossima manovra economica annunciata dalla cancelliera dello Scacchiere britannica Rachel Reeves, che punta a «ripristinare equità» nel sistema tributario del Regno Unito. Secondo il Tesoro, circa 190 mila professionisti britannici operano attraverso partnership fiscali che consentono loro di evitare il pagamento del National Insurance a carico del datore di lavoro, godendo così di un trattamento più favorevole rispetto ai lavoratori dipendenti.

«Pagare la giusta quota»

«Chi ha le spalle più larghe deve contribuire in modo proporzionato», ha dichiarato Reeves anticipando la misura che sarà presentata nella prossima dichiarazione di bilancio. L’obiettivo politico è chiaro: ridurre il buco da 30 miliardi di sterline (circa 34,5 miliardi di euro) nelle finanze pubbliche, frutto della stagnazione economica e della crescita della spesa sociale. «Non è giusto che chi guadagna di più possa sfruttare scappatoie o regimi agevolati. Vogliamo un sistema più equo, in cui ognuno paghi la propria giusta quota di tasse», ha ribadito la cancelliera laburista.

La stretta sulle Limited Liability Partnerships (Llp), diffuse soprattutto tra studi legali e sanitari, sarà accompagnata da un pacchetto di interventi fiscali mirati, tra cui: una «mansion tax» sulle plusvalenze immobiliari di alto valore; una revisione dei regimi agevolati per consulenti e liberi professionisti; un aumento del monitoraggio sulle dichiarazioni di reddito delle partnership professionali. Secondo le stime preliminari del ministero del Tesoro, la misura dovrebbe generare oltre 2 miliardi di sterline in nuove entrate nel prossimo biennio.

Non mancano, però, i timori. Diversi economisti e associazioni di categoria hanno avvertito che la stretta sui redditi alti potrebbe innescare una «fuga fiscale» dei contribuenti più ricchi verso Paesi con sistemi più competitivi, come Irlanda o Svizzera. «Ogni inasprimento deve essere calibrato – ha commentato l’Institute for Fiscal Studies – per evitare che le imprese e i professionisti ad alto reddito scelgano di spostare la loro residenza fiscale all’estero».