“Unificare il processo telematico per tutte le giurisdizioni con il modello amministrativo”. È questa una delle sollecitazioni emerse nel corso del convegno sulla Riforma Cartabia che si è tenuto lo scorso 6 luglio a Palazzo Caprara Montpensier, sede della Prefettura di Bologna,
Ad organizzare l'incontro l'Unione Nazionale Avvocati Enti Pubblici (Unaep) con l'obiettivo di mettere a fuoco lo stato della Riforma Cartabia del processo civile e penale, alla presenza del Prefetto e dei vertici della Finanza e dei Carabinieri di Bologna.
Ad aprire i lavori è stato il saluto del prefetto di Bologna, Attilio Visconti, poi sono intervenuti, fra gli altri, il presidente nazionale dell'Unaep, Antonella Trentini, Flavio Peccenini, presidente del Coa di Bologna, ed altre associazioni.
Dal convegno è emerso nuovamente l'appello ad inserire la professione dell'avvocato in Costituzione. “La riforma Cartabia riduce di molto, fin quasi ad estrometterne l'esercizio della funzione, il ruolo del difensore, come se l'oralità e il contraddittorio non fossero punti cardine del processo”, ha detto l’avvocato Trentini.
“Più che complicare gli adempimenti per proporre gli appelli – ha sottolineato la presidente Unaep - la celerità dei processi deve passare per una vera digitalizzazione, cui il processo penale è tutt'ora quasi estraneo. La pandemia ha portato la più imponente spinta all’impiego dell’informatica con numerose regole emergenziali a tempo, volte a consentire lo svolgimento di sempre più atti del procedimento. La riforma Cartabia ha compreso l’importanza di non tornare indietro, ma occorre fare di più”.
Proprio quella della digitalizzazione è, quindi, la vera sfida per riformare il sistema giustizia e portare a compimento una riforma copernicana in nome dell'efficienza e della garanzia dei diritti per i cittadini. “Ciò che ora serve è un regime di obbligatorietà assoluta ma allo stesso tempo gratuita del ricorso alle modalità telematiche per il deposito di tutti gli atti e documenti, nonché per le comunicazioni e le notificazioni, ma con un criterio unico per tutti i tipi di processo”, proseguono gli avvocati. “Oggi, invece, i quattro processi - amministrativo, penale, civile e tributario – hanno quattro sistemi telematici diversi. Il sistema migliore è il PAT (processo amministrativo telematico) ed è tutto gratuito, agevole nel deposito e nella consultazione. Il più macchinoso è quello tributario, che andrebbe immediatamente abbandonato”.

La sollecitazione emersa al riguardo dalle conclusioni dei lavori del 6 luglio è quella di unificare il processo telematico per tutte le giurisdizioni con il modello amministrativo, senza indugio affinché si consegua un "ragionevole", "giusto", "celere" ed "accessibile" sistema processuale.