Per la prima volta, dopo l’aggressione militare ai danni dell’Ucraina, la Camera federale degli avvocati della Federazione russa è intervenuta per tutelare i propri iscritti. Lo ha fatto chiedendo all’autorità giudiziaria maggiore attenzione verso chi indossa la toga.

L’avvocatura istituzionale si è espressa sull’esigenza di preservare gli avvocati dagli attacchi e dalle aggressioni che non provengono soltanto dai comuni cittadini, ma anche dalle forze di polizia. L’iniziativa della Camera federale vede in prima linea la presidente, Svetlana Volodina, ed uno degli avvocati russi più famosi, Henry Reznik, presidente della commissione per la protezione dei diritti degli avvocati. In una lettera inviata ad Alexander Bastrykinal, presidente del Comitato investigativo (massimo organo inquirente), indicano alcuni casi concreti ed evidenziano un aumento preoccupante degli «attacchi criminali contro gli avvocati in relazione alle loro attività professionali» (si veda anche la storia dell’avvocato di San Pietroburgo Aleksei Kalugin, raccontata sul Dubbio del 15 marzo 2022). I

n particolare, si rileva il «triste fatto che i reati contro gli avvocati vengono commessi non solo da comuni cittadini, ma anche da coloro che, in virtù della loro posizione, sono chiamati a combattere la criminalità: investigatori, agenti di polizia e agenti dei servizi di scorta». Questa presa di posizione, seppur non venga fatto nessun riferimento esplicito all’attività difensiva in favore degli oppositori politici, è un tentativo di garantire il più possibile il lavoro di tanti avvocati maltrattati per il solo fatto di svolgere il proprio lavoro.

«Negli ultimi anni – scrivono Volodina e Reznik - si è osservata una tendenza costante all’aumento dei casi di attacchi criminali contro gli avvocati in relazione alla loro attività professionale. Questi fatti, ovviamente, richiedono un’adeguata valutazione giuridica da parte delle forze dell’ordine. La comunità giuridica è consapevole della posizione di principio della direzione del comitato investigativo della Federazione Russa riguardo all'inevitabile individuazione della responsabilità penale per coloro che hanno commesso reati. Allo stesso tempo, con nostra profonda sorpresa, constatiamo nell’attività degli organi investigativi un approccio unico. Consiste nel fatto che un avvocato non può avere lo status di chi è sottoposto ad un procedimento penale. È anche sconfortante constatare che i crimini contro gli avvocati siano commessi non solo da cittadini comuni, ma anche da coloro che, in virtù della loro posizione, sono chiamati a combattere il crimine, a partire dagli agenti di polizia».

Passaggi molto chiari che, dopo tanto torpore, tentano di proiettare all’esterno un’immagine dell’avvocatura più autonoma e meno silente di fronte alla situazione in cui versa la professione forense in Russia. Gli esponenti della Camera federale non nascondono, inoltre, il loro rammarico per l’atteggiamento delle forze di polizia, che più volte tendono ad occultare alcuni maltrattamenti di cui sono vittime gli avvocati. Ecco perché Svetlana Volodina e Henry Reznik si sono rivolti ad Alexander Bastrykin, affinché siano adottate misure disciplinari adeguate contro gli appartenenti alle forze di polizia, autori di reati contro gli avvocati.

Se da un lato l’avvocatura istituzionale prende una posizione ufficiale per cercare di tutelare i propri iscritti, gli avvocati impegnati in prima linea nella difesa degli oppositori politici e degli attivisti dei diritti umani esprimono perplessità. Leonid Solovyov, da pochi giorni nuovo difensore di Alexei Navalny, definisce l’iniziativa della Camera federale «un’azione inefficace». «È – dice al Dubbio Solovyov – come lo schiavo che implora il re».

Sui temi dell’avvocatura russa discute anche il portale di Legal Petition (LP), online da pochi giorni. L’intento è quello di rafforzare la comunità giuridica indipendente. I promotori hanno diffuso a loro volta un appello per la protezione della professione legale. Una risposta, seppur indiretta, ai vertici della Camera federale. Più che inviare richieste che lasciano il tempo che trovano, il gruppo di LP lancia l’allarme sulle modifiche imminenti che riguardano la nuova legge professionale, in discussione alla Duma agli inizi di dicembre.

Le preoccupazioni sono legittime, a quanto pare. «La portata delle modifiche riguardanti la legge sull’avvocatura della Federazione Russa – scrivono gli avvocati di Legal Petition - è piuttosto significativa. Si vogliono cambiare radicalmente lo status della professione legale e i principi del suo funzionamento, che da istituzione indipendente verrà trasformata essenzialmente in un’appendice degli organi statali. Lo scopo del nuovo disegno di legge è quello di continuare il percorso di distruzione della professione legale come istituzione indipendente per la protezione dei diritti umani e delle libertà stabilite dalla Costituzione, rafforzando le leve di pressione statale. In questo modo si vogliono subordinare la professione legale e gli avvocati al potere esecutivo rappresentato dal ministero della Giustizia».