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Riflessioni a più voci, con protagonisti i rappresentanti delle associazioni forensi – comprese quelle specialistiche -, questa mattina durante il Congresso nazionale forense di Torino. Il cantiere sempre aperto delle proposte parte anche dal confronto tra realtà diverse che hanno a cuore l’autorevolezza dell’avvocatura nelle interlocuzioni a più livelli con un occhio di riguardo per gli avvocati più giovani. Nel dibattito, moderato dal vicedirettore del Dubbio, Errico Novi, hanno discusso Isabella Stoppani, Elisa Demma, Giampaolo Di Marco, Carlo Foglieni, Anton Giulio Lana, Francesco Petrelli, Claudio Cecchella, Alberto Del Noce e Tatiana Biagioni.
Isabella Stoppani (Associazione nazionale avvocati italiani-Anai) ha riflettuto sulla tutela dei diritti connessa all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale, filo conduttore del 36esimo Congresso nazionale forense. «L’utilizzo di alcuni strumenti – ha detto Stoppani - deve avvenire con cautela». Il rischio è che il nostro sistema giuridico di Civil law subisca le novità apportate dall’algoritmo. «Il Congresso di Torino è un successo di tutta l’avvocatura italiana», ha commentato Elisa Demma, presidente del Movimento forense. «La compiutezza del lavoro del Cnf e di Ocf – ha aggiunto - è un dato concreto. Il lavoro di squadra è stato premiato. La forza di questo Congresso è stata dimostrata dal lavoro dei delegati, conforme alla missione della avvocatura. La legge professionale, spina dorsale dell’avvocatura, è la realizzazione di una idea. Siamo chiamati ad affrontare sfide importanti e possiamo vincere se siamo compatti».
La riforma della legge professionale è stata seguita passo dopo passo dall’Associazione nazionale forense, ma, come ha riferito il suo segretario Giampaolo Di Marco, «nell’ultimo miglio» è stato offerto un punto di vista differente ma sempre con uno spirito costruttivo. L'avvocatura, secondo Di Marco, dovrebbe riprendere «il vigore critico degli avvocati che parteciparono all’Assemblea Costituente». Analogo il parere di Carlo Foglieni (presidente dell’Aiga), in tema di contributo dato sulla legge professionale: «I giovani avvocati hanno dal primo momento lavorato con impegno. L’avvocatura deve guardare anche all’esterno delle aule di giustizia. La consulenza legale è un ambito professionale non di poco conto».
Dal presidente dell’Unione della Camere penali, Francesco Petrelli, è giunta una riflessione sul referendum riguardante la separazione delle carriere che aprirà «una pagina significativa per il nostro Paese». Alberto Del Noce, presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili (Uncc), ha riflettuto sugli effetti delle recenti riforme. «Il processo – ha affermato - deve ritornare in presenza non per una nostalgia del passato ma perché interessa a tutti gli attori: ai giudici, agli avvocati, alle parti che riescono ad avere la percezione che il loro dilemma, il loro diritto venga ascoltato e non sia una semplice questione amministrativa. E rispetto all’oralità del processo, è la sola cosa che ci difende dal rischio degli usi impropri dell’IA».
Significativi contributi sono giunti da Claudio Cecchella (Ondif), Anton Giulio Lana (Unione forense per la tutela dei diritti umani) e Tatiana Biagioni (Associazione giuslavoristi italiani). «Nel dicembre 2024 – ha spiegato il professor Cecchella - le diciassette associazioni specialistiche riconosciute dal Consiglio nazionale forense hanno compiuto un passo importante: si sono unite. Non per chiudersi in una torre d’avorio, ma per aprire un dialogo ancora più forte e costruttivo con il Cnf, con i Consigli dell’Ordine, con il ministero, con il Parlamento, con tutte le istituzioni che hanno a cuore il futuro dell’avvocatura».
L’avvocata Biagioni ha rilevato che è giunta a Torino non «in qualità di presidente di un’associazione», ma per parlare di una nuova realtà politica forense: il Coordinamento nazionale delle associazioni specialistiche. «Abbiamo fatto questo passo importante - ha detto – e riunito tutte le associazioni specialistiche per aprire un dialogo ancora più forte con Cnf, Consigli dell’Ordine, Parlamento perché vogliamo essere una voce unitaria chiara e propositiva al servizio dell’avvocatura. Siamo convinti che sia fondamentale per noi diffondere cultura, promuovere formazioni continue multidisciplinari e la specializzazione». Il Coordinamento nazionale delle associazioni specialistiche (ne fanno parte Aiaf, Ami, Camera avvocati internazionalisti, Cammino, Uia, Società italiana avvocati amministrativisti, Uae, Unione nazionale avvocati amministrativisti, Unaa, Uncat, Unam, Unione nazionale Camere minorili, Ucpi, Uncc, Ondif, Agi e Unione forense per la tutela dei diritti umani) ha nominato tre rappresentanti con un mandato annuale. Si riunisce periodicamente e tra gli obiettivi ha il sostegno delle scuole di specializzazione e la promozione della formazione continua e multidisciplinare. Le associazioni riuniscono circa 60mila avvocati, un quarto dell’intera avvocatura italiana.
Anche Anton Giulio Lana ha ribadito l’esigenza che ha portato alla creazione del Coordinamento. Il mondo è cambiato e continua a cambiare a una velocità vertiginosa. «A Torino, rappresentando il Coordinamento delle associazioni specialistiche, abbiamo colto un’occasione preziosa per comunicarne l’esistenza», ha precisato Lana.
Nel pomeriggio sono stati eletti i 55 componenti dell’assemblea Ocf. Il numero dei rappresentanti varia in base alle dimensioni della Corte d’Appello di provenienza. Ad esempio, Milano e Napoli hanno eletto sei rappresentanti, mentre Roma sette. Non è mancato un momento toccante. La toga di Fulvio Croce, ucciso dalle Br nel 1977, è stata consegnata alla presidente della Coa di Torino, Simona Grabbi, dopo essere stata conservata per molti anni a Venezia dall’avvocato Tommaso Moro. Ora la toga verrà esposta nella splendida sede della Fondazione dell’avvocatura torinese, intitolata proprio a Fulvio Croce, di via Santa Maria.


