L’evento del Consiglio nazionale forense e della Fondazione dell’avvocatura italiana, “Esperienze a confronto 2024”, è stato un successo in termini di partecipazione (oltre quattrocento rappresentanti di 126 Ordini su 140) e per il livello degli interventi dei relatori che si sono alternati nelle cinque sessioni di lavoro svoltesi a Bologna, nella splendida sala convegni e biblioteca del “Centro San Domenico”. Nella giornata di ieri ampio spazio è stato dedicato alla formazione continua e all’aggiornamento professionale, passando per la deontologia e i provvedimenti disciplinari, fino ad arrivare agli obblighi gravanti sul Coa “quale pubblica amministrazione” e al reclutamento del personale.

Numerosi gli interventi, a partire dai consiglieri Cnf Paolo Feliziani, Francesco Pizzuto, Carolina Scarano, Lucia Secchi Tarugi e Daniela Giraudo. A loro si sono aggiunti i vicepresidenti del Cnf Francesco Napoli e Patrizia Corona e il vicepresidente della Fondazione dell’avvocatura italiana, Vittorio Minervini.

In merito alla formazione continua, la consigliera Carolina Scarano ha sottolineato l’esigenza di percorsi mirati, destinati ad avere una reale utilità nella vita professionale di ciascun avvocato. «Senza tralasciare – ha aggiunto – alcuni temi, come quelli legati all’Intelligenza artificiale, che non possono essere sottovalutati e che sono destinati ad entrare sempre di più nel nostro lavoro quotidiano».

Il vicepresidente della Fondazione dell’avvocatura italiana, Vittorio Minervini, ha riflettuto sulle indicazioni - «molto positive» - emerse in “Esperienze a confronto 2024”: «I due giorni di studio - afferma - sono stati intensi. Ci sono state ottime relazioni e la risposta da parte degli Ordini è stata molto attenta. A Bologna abbiamo vissuto un momento significativo tra gli Ordini e con gli Ordini, che hanno colto il senso di “Esperienze a confronto”. Sono molto soddisfatto per l’entusiasmo mostrato dagli Ordini rispetto a quanto è stato loro proposto. La risposta è stata confortante. Sono arrivati a Bologna rappresentanti dei Coa da tutta Italia. Gli Ordini si riconoscono nel Cnf e viceversa. Questo è il dato di identità più forte che potevano dare e abbiamo dato». Tante giovani avvocate e tanti giovani avvocati, in rappresentanza dei Coa, hanno raggiunto la città felsinea. «Una presenza – aggiunge il vicepresidente della Fai - che ci conforta molto. Il ruolo da protagonista è stato assunto da tante colleghe e colleghi giovani. Si tratta di un altro motivo di soddisfazione. Quest’anno l’avvocatura compie 150 anni. La legge istitutiva dell’Ordine risale, infatti, all’ 8 giugno 1874. Rivolgersi al passato, alla storia per costruire il futuro è quello che dobbiamo fare. L’avvocatura ha dei princìpi, che sono fondamentali, caratterizzati dai profili deontologici della professione, dall’appartenenza e dall’esercizio del diritto di difesa. Elementi imprescindibili per costruire l’avvocatura del futuro. Sono tra l’altro alla base dei lavori del tavolo volti alla redazione della nuova legge professionale».

Secondo Francesco Napoli, vicepresidente del Cnf, l’iniziativa di Bologna ha offerto indicazioni preziose rispetto ai prossimi passi che muoverà l’avvocatura istituzionale. A partire dalla nuova legge professionale: «Il Cnf ha creduto molto con la Fai in “Esperienze a confronto”. L’appuntamento di quest’anno, rispetto al passato, è stato più articolato con problematiche e temi ancora più aderenti alla realtà. Bologna la dotta, città importantissima per l’avvocatura, che ha dato negli anni passati la prima presidente donna del Coa bolognese, ha risposto alla perfezione. Tutta l’avvocatura è consapevole, e questo è emerso nel capoluogo emiliano, di dover essere attenta rispetto alle tematiche legate alla rivisitazione del nostro statuto ordinamentale. I tavoli di lavoro istituiti si soffermeranno su una proposta di disegno di legge da presentare prossimamente alla politica. La platea giovane di Bologna va presa fortemente in considerazione. I giovani devono sentirsi protagonisti dell’avvocatura».

Soddisfazione è espressa anche dall’avvocato Giovanni Berti Arnoaldi Veli ( componente del Cnf e tesoriere della Fai). «La quasi totale presenza degli Ordini – commenta - ci rende particolarmente soddisfatti. La seconda giornata di lavoro è stata caratterizzata da una grande partecipazione su tematiche molto concrete, molto pratiche, che, come sanno bene i colleghi dei Coa, sono l’ossatura della attività quotidiana. Ho notato il grande desiderio di confronto, unito alla consapevolezza che una serie di adempimenti non sono considerati aridamente burocratici, ma presentano l’esigenza di una partecipazione attiva alla vita del Foro e dell’Ordine. Diffondono la consapevolezza di fare parte della comunità forense, che deve conoscere i propri obblighi e le proprie responsabilità. La nostra professione ha una sua gravosità rispetto al profilo della governance dei Coa. Le attività amministrative devono essere umanizzate il più possibile. Il focus deve essere sempre il confronto con i colleghi. È molto stretto su base locale e il Cnf offrirà sempre un sostegno prezioso».