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Francesco Greco, presidente del Cnf
«La tutela dei diritti sfida il futuro» : è il tema scelto quest’anno da Movimento forense per il proprio congresso nazionale, in corso da ieri a Milano e che si concluderà oggi. Un appuntamento che vede la partecipazione di circa duecento delegati provenienti da tutte le sezioni territoriali e dei vertici delle maggiori rappresentanze forensi, a cominciare dal presidente del Cnf Francesco Greco.
Dopo i saluti istituzionali dei capi degli uffici giudiziari milanesi, dal presidente della Corte d’appello Giuseppe Ondei al numero uno del Tribunale Fabio Roia, i lavori sono stati aperti da Antonino La Lumia, presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano che ha lasciato l’incarico di presidente nazionale di Movimento forense lo scorso febbraio, proprio all’indomani della nomina al Coa del capoluogo lombardo: «Penso alla storia di Mf e vedo un percorso che mi inorgoglisce: immagino il suo futuro con un sentiero tracciato di maturità politica e di rappresentanza. Esserci e poter fare la differenza significa partecipare a un passaggio evolutivo della nostra professione: il giusto orgoglio deve continuare ad essere accompagnato dalla responsabilità della concretezza», sono state le parole di La Lumia.
La presidente facente funzioni di Mf Elisa Demma ha invece indicato quella di Milano come «una tappa fondamentale per il percorso di crescita del Movimento forense: siamo nel foro del nostro ultimo presidente nazionale e nel corso del suo mandato siamo diventati l’associazione maggiormente rappresentativa», ha commentato. «In questi ultimi mesi che mi hanno regalato il privilegio di guidare il Movimento insieme ad Alberto Vigani e agli altri insostituibili componenti del Direttivo - ha aggiunto - abbiamo mantenuto una posizione di quotidiana attenzione a tutte le questioni che riguardano la giustizia e la professione forense: è un periodo di forte transizione per l’avvocatura, che deve farsi trovare pronta per le nuove sfide, tra riforme processuali, intelligenza artificiale e contesto economico in continuo mutamento.
La nostra associazione ha sempre creduto nel dialogo costruttivo con tutte le componenti del sistema giustizia, e continueremo a difendere con determinazione e responsabilità le funzioni e il ruolo dei nostri colleghi, senza mai tirarci indietro», ha quindi concluso Demma.
Dello stesso avviso Alberto Vigani, l’altro presidente facente funzioni di Mf: «I congressi costituiscono eccezionali occasioni per la condivisione delle idee e degli obiettivi: Movimento forense ha la fortuna di ricevere ogni giorno proposte operative dai propri associati, che sono frutto del costante impegno sul territorio, della presenza capillare nelle rappresentanze forensi e della conoscenza approfondita delle problematiche della professione. Andremo avanti in questa direzione, convinti che la funzione dell’avvocatura debba essere valorizzata e tutelata, quale miglior baluardo per la difesa dei diritti».
Come detto, la giornata inaugurale di ieri ha rappresentato soprattutto l’occasione, oltre che
per gli interventi introduttivi dei vertici di Mf, per i saluti rivolti dalle figure di maggior rilievo dell’avvocatura e del sistema giustizia. Il presidente del Cnf Francesco Greco si è soffermato, tra le altre cose, sulla sessione ulteriore del congresso nazionale forense che si terrà a il 14 e 15 dicembre a Roma: non dovrà trattarsi, ha detto, di un evento divisivo, ma del luogo in cui «dovremo pensare molto seriamente a come sarà l’avvocato nel 2030: è importante», ha spiegato Greco, «fare uno sforzo per capire come la società ci vede e come noi avvocati abbiamo intenzione di rapportarci ad essa, facendoci trovare pronti per le importanti sfide che ci attendono». All’apertura delle assise di Mf è intervenuto anche il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, che oltre a soffermarsi sui primi riscontri offerti dalle riforme del processo civile e penale ha ragionato anche sull’attuale condizione dell’avvocatura, e ha tenuto a richiamare, prima di tutto, «l’importanza dell’equo compenso: una rivincita che ci siamo presi rispetto ad anni di patti leonini in cui i professionisti erano obbligati solo a subire vessazioni, senza una norma che tutelasse il loro giusto corrispettivo», ha detto Sisto. «Dobbiamo tenerci stretta una conquista che stabilisce un equilibrio tra prestazione e compenso. L’avvocatura è una componente decisiva per il funzionamento della giustizia: di questo dobbiamo essere orgogliosamente consapevoli».
Fra gli ospiti istituzionali della giornata di ieri, anche il vicepresidente della commissione parlamentare per l’Attuazione del federalismo fiscale Andrea Mascaretti ( FdI). Il programma ha previsto ieri due tavole rotonde: la prima dedicata alle riforme processuali in atto e le prospettive della difesa dei diritti, la seconda ai rapporti tra economia, impresa e avvocatura, con un focus sulla delega fiscale e sulla previdenza.
Questa mattina una sessione sarà dedicata all’illustrazione e alla votazione delle mozioni, con la successiva elezione del nuovo ufficio di presidenza e del direttivo nazionale. Il congresso di Mf è l’ultimo appuntamento associativo lungo la strada che a dicembre porterà, come detto, alla sessione ulteriore del congresso nazionale forense. «Servono competenza, consapevolezza e condivisione per guidare il cambiamento della professione», è stato ricordato ieri da molti degli intervenuti.