«Una continua presa per i fondelli. Un accanimento terapeutico. I problemi sono iniziati ben dieci anni fa con la rivisitazione della geografia giudiziaria, che ha distrutto la giustizia di prossimità. L’accentramento presso i tribunali accorpanti ha creato la paralisi». Angelo Pajno, presidente dell’Associazione forense isole Eolie (Afie), è molto schietto e non usa giri di parole nel commentare l’ultimo provvedimento che rinvia al 31 dicembre 2024 la chiusura della sezione distaccata di Lipari del tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto. A Lipari, come ad Ischia e Portoferraio (Elba), si ripete ormai da anni sempre lo stesso copione con il mantenimento in vita, tra mille incertezze, delle sezioni distaccate dei tribunali per le quali venne prevista la soppressione nel settembre 2013. Una decisione, quella di dieci anni fa, fatta a colpi di accetta nelle austere stanze di via Arenula, senza avere sott’occhio la cartina geografica e senza conoscere la storia dei territori.
Alcune settimane fa è stato concesso un altro anno di vita alla sezione distaccata di Lipari. Una decisione che non fa chiarezza sul destino degli uffici giudiziari delle Eolie. Anzi, si crea confusione con i fascicoli dei procedimenti che vanno avanti e indietro. Si aggiunga, inoltre, che la pianta organica non esiste più, considerato che quella di Lipari è una sezione distaccata di tribunale in regime di proroga.

«I disagi – commenta l’avvocato Pajno - sono tanti, in quanto, previa richiesta, potevano essere fissate delle udienze straordinarie presso la sede distaccata. Una possibilità che non ha avuto molto fortuna. Noi avvocati abbiamo in prevalenza preferito raggiungere il tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto, onde evitare ulteriori ritardi con i rinvii di udienza e l’allungamento dei tempi dei processi. Stiamo assistendo all’ennesima presa per i fondelli ai danni delle popolazioni isolane, considerato che nelle nostre stesse condizioni versano Ischia e Portoferraio. L’ultima proroga non farà altro che accrescere la situazione di incertezza e di confusione. Non dimentichiamo, inoltre, che la pianta organica è scoperta».

A lasciare perplesso Pajno è anche la somma messa a disposizione per la proroga: «Qualcuno con enfasi parla della copertura finanziaria di poco inferiore ai 200 mila euro, 159 mila per la precisione, per mantenere in piedi sulle isole le sezioni distaccate dei tribunali. È vergognoso, offensivo e frustrante esaltare qualcosa del genere».
Il presidente dell’Afie si sofferma, infine, sul futuro di chi esercita la professione forense. «In queste condizioni – aggiunge Angelo Pajno – i giovani colleghi tendono a cogliere altre opportunità lavorative. Alcuni avvocati hanno lasciato la toga per un posto nella PA. Lipari e le altre isole Eolie non possono essere abbandonate al loro destino. Chiudere gli uffici giudiziari significherebbe esporre gli avvocati e i cittadini ad innumerevoli disagi. Si pensi a chi vive sulle isole più piccole, come Filicudi, Stromboli o Alicudi. Per raggiungere Milazzo ci vogliono almeno due ore per poi organizzarsi per andare a Barcellona Pozzo di Gotto. Quando le condizioni meteo sono avverse è impossibile spostarsi e raggiungere qualsiasi posto. Le Eolie comprendono sette isole e conservare la sezione distaccata di Lipari è fondamentale».
Anche più a nord, a Portoferraio, gli avvocati non si fanno illusioni. Paolo Di Tursi, presidente dell’Associazione forense Isola d’Elba, cita lo scrittore Giuseppe Prezzolini: «In Italia non c’è nulla di più definitivo del provvisorio, e nulla di più provvisorio del definitivo».

Le proroghe che ciclicamente si presentano sono una non soluzione, a detta dell’avvocato Di Tursi. «Dal 2012 ad oggi – dice -, la sezione del tribunale di Portoferraio è mantenuta in vita con il tubicino dell’ossigeno del “decreto milleproroghe”, che sposta in avanti buona parte dei problemi irrisolti del nostro Stato. L’ultima proroga concessa dall’attuale governo, rinvia la chiusura del nostro ufficio al 31 dicembre 2024, senza stabilizzare in via definitiva la sede. L’agonia continua, con l’ufficio svuotato dei suoi procedimenti, civili e penali, nel tempo spostati a Livorno, ed una sede di fatto poco o nulla utilizzata rispetto alle sue effettive potenzialità e necessità del territorio».

L’esponente delle toghe dell’isola d’Elba chiede maggiore impegno. Non a caso chiama i rappresentanti delle istituzioni alle loro responsabilità. «Nelle dichiarazioni apertis verbis del ministro della Giustizia e dei sottosegretari – evidenzia l’avvocato Di Tursi -, è stata garantita la stabilizzazione. Bene, è arrivato il momento dei fatti, con l’assegnazione dei magistrati necessari a rendere effettivo il funzionamento della sezione distaccata di Portoferraio. Continueremo ostinatamente a non allentare la presa, fino a quando all’Elba non sarà garantito il diritto alla giustizia previsto costituzionalmente, ancor più dopo la modifica dell’articolo 119 della Costituzione che riconosce la peculiarità delle isole e l’obbligo della Repubblica di adoperarsi per il superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità».
Secondo l’avvocato Alberto Morelli, presidente Associazione forense Isola di Ischia (circa 180 iscritti), «la proroga è il risultato minimo che potessimo ottenere». «La stabilizzazione che è nell’agenda del governo – aggiunge - dovrebbe farci ben sperare. Il sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, con l’interessamento dell’onorevole Schiano e del rappresentante di Fdi ad Ischia, Mariagrazia Di Scala, si è impegnato in questa legislatura a trovare una soluzione definitiva per le sezioni distaccate dei tribunali».