Sarà una trincea, è chiaro. «Prima ancora che una questione economica, garantire l’equo compenso agli avvocati è una questione di dignità». Lo dice il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede alla seduta di insediamento del Nucleo centrale di monitoraggio, istituito insieme con il Cnf per vigilare sul rapporto tra difensori e committenti forti.

La risposta del mondo forense Si parte subito, dunque, con una prima verifica operativa che sorprende addirittura il guardasigilli per la immediata risposta del mondo forense. «Al ministro, che ringrazio ancora una volta per l’apertura e la disponibilità al dialogo, segnalo che sono già stati costituiti i primi 20 Nuclei territoriali presso altrettanti Consigli dell’Ordine», esordisce Mascherin. Nella sala Livatino di via Arenula, all’avvio della “vigilanza di Stato” sul rispetto della legge che tutela i compensi professionali, si registra dunque un attivismo concreto da parte dell’avvocatura.

«È un segnale importante e va incoraggiato», osserva Bonafede, «sono dinamiche positive che è giusto rendere pubbliche, perché chi magari ancora non ha costituito gli organismi locali si sentirà messo in difficoltà, cioè stimolato ad attivarsi».

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All’insediamento del Nucleo centrale, istituito con il protocollo d’intesa fra ministero e Cnf lo scorso 2 luglio, non si sarebbe potuto auspicare un quadro più incoraggiante. Si tratta, per Bonafede, di una «concretezza» che corrisponde perfettamente alla logica da cui è nata l’intesa con Mascherin: «L’obiettivo è sempre assumere iniziative che incidano nella vita quotidiana delle persone, degli avvocati in questo caso», ragiona il ministro, «e dobbiamo sempre ricordare che la dignità del difensore va tutelata, salvaguardata perché l’essenza della professione di avvocato è nell’ assicurare un diritto di difesa di qualità. Si tratta di valori che sono nella nostra Costituzione, e infatti intendiamo conferire ulteriore forza a tali principi con il progetto di riforma, già presentato al Senato, dell’avvocato in Costituzione».

La difesa del ceto medio Bonafede scommette in modo convinto sulla difesa del ceto medio, a partire proprio dal monitoraggio attivato con il Cnf. «Sono doppiamente felice, da ministro e da avvocato», dice. È chiaro che l’equo compenso è diventato un architrave della politica del governo sulle professioni. Lo nota proprio Mascherin, che interviene subito dopo il guardasigilli e osserva come si tratti di «un’iniziativa importante dal punto di vista politico, il ministro ci mette la faccia».

A riprova, va ricordato il combinato disposto tra il Nucleo di monitoraggio partito ieri e il tavolo tecnico guidato dal sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone, da cui verrà a breve un vero e proprio articolato con gli interventi rafforzativi della disciplina già in vigore. E dallo stesso Nucleo centrale messo sui binari con la riunione di ieri arriveranno «proposte per la opportuna manutenzione normativa», come la definisce Giampaolo Parodi, vicecapo del Legislativo del ministero e componente dell’organismo.

Le segnalazioni Si parte con una dozzina abbondante di segnalazioni raccolte dal Cnf, provenienti da singoli avvocati o dagli Ordini che si sono già inseriti nella rete dei Nuclei territoriali di monitoraggio”. «Ci sono anche iniziative virtuose», ricorda Mascherin nel corso dei lavori: si riferisce, oltre che all’attivismo del sistema ordinistico, ai «provvedimenti assunti da diverse Regioni per assicurare almeno nel proprio ambito il rispetto della legge sui compensi», provvedimenti pure catalogati dal Cnf.

È «rapportandosi con gli interlocutori coinvolti», a cominciare dal ministro della Giustizia, aggiunge Mascherin, «che le istituzioni forensi costruiscono qualcosa di buono per gli avvocati. Sarà molto importante la collaborazione degli Ordini e delle altre rappresentanze dell’avvocatura per raccogliere il materiale di interesse». Non solo. Perché se «il metodo del dialogo, portato avanti con lealtà, produce frutti importanti come il monitoraggio sull’equo compenso», una simile scommessa vinta «apre a sviluppi interessanti anche per tutte le altre professioni», ricorda ancora una volta il presidente del Cnf.

Non è un caso se Bonafede tiene a ringraziare il consulente per le libere professioni del suo dicastero, Pietro Gancitano, presente alla riunione di ieri insieme con il capo di Gabinetto Fulvio Baldi e con i componenti effettivi del Nucleo di monitoraggio: oltre a Bonafede, Mascherin e Parodi, anche i magistrati scelti dal guardasigilli all’interno del suo dicastero, Cesare Russo e Margherita Cardona Albini, e il consigliere del Cnf Antonio Baffa.

È lui a spiazzare lo stesso guardasigilli quando annuncia che «in tempi davvero brevi ci è stata comunicata la costituzione di 20 Nuclei presso altrettanti Consigli dell’Ordine, con le prime segnalazioni dal territorio». A riprova che se le istituzioni scendono in campo per tutelarla, la professione forense è già pronta a battersi.