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Dire
Insegnare ai giovani gli strumenti per una comunicazione efficace ed efficiente attraverso la capacità di argomentare e contro-argomentare, unendo azioni civili a parole civili. Si può riassumere così “Dire e contraddire”, quest’anno alla sua seconda edizione, torneo ideato dall’Ordine degli avvocati di Taranto nel 2019, a cura del Consigliere Cnf Vincenzo Di Maggio e dell’avvocato Angela Mazzia, e diventato, nel 2020, oggetto del Protocollo d’intesa tra il Consiglio nazionale forense ed il ministero dell’Istruzione. Il torneo, che porta l’avvocatura nelle scuole, è stato presentato giovedì pomeriggio nella sede del Cnf e ha l’obiettivo di diffondere la cultura dei valori della democrazia, dei diritti e doveri di cittadinanza e della legalità, attraverso una coinvolgente disputa su temi di educazione civica scelti direttamente dagli studenti. Con l’ulteriore scopo di demolire il linguaggio d’odio, sempre più diffuso nella società e reso virale tramite i social, sui quali la velocità si associa spesso a superficialità e scarso approfondimento degli argomenti. Il progetto è indirizzato alle scuole superiori e mira all’acquisizione della padronanza del “saper dire” e “contraddire”, attraverso un discorso efficace modulato a ritmo di ethos, logos e pathos. La seconda edizione vede i suoi numeri quintuplicati rispetto all’anno precedente, con il coinvolgimento di 1600 studenti del Sud, Centro e Nord Italia che si sfideranno a colpi di eloquenza, sotto la guida attenta di 158 “avvocati tutor”. I temi, a forte impatto sociale, sono tratti dai discorsi di giuristi come Cesare Beccaria, scrittori come Alessandro Manzoni, filosofi come Voltaire, scienziate come Rita Levi Montalcini. Gli istituti scolastici coinvolti sono trentasette, in dodici regioni italiane, con la collaborazione di 56 docenti e 17 ordini territoriali degli avvocati: Treviso, Trieste, Milano, Vercelli, Venezia, Fermo, Perugia, Teramo, Pescara, Roma, Torre Annunziata, Trani, Taranto, Vibo Valentia, Catanzaro, Messina e Palermo. A coordinare la realizzazione del torneo il Comitato tecnico scientifico composto da Daniela Giraudo (coordinatrice della Commissione Educazione alla legalità del Cnf), Angela Mazzia (foro di Taranto, Coordinatrice nazionale del Cts), Daniele Barelli (foro di Milano, referente area nord Italia), Giulia Cammilletti (foro di Roma, referente area centro Italia), Domenico Facchini (foro di Trani, referente area sud Italia) e Nicola Cirillo (segretario della Commissione Educazione alla legalità del Cnf, rapporti con il MI). Il primo girone di qualificazione a livello territoriale verrà chiuso entro il 15 aprile, mentre entro il 5 maggio si svolgeranno le semifinali che determineranno i tre vincitori, i quali si sfideranno a fine maggio nella finalissima nella sede del Consiglio nazionale forense a Roma. A presentare l’evento è stata Maria Masi, presidente del Cnf. «È una iniziativa che in questo momento storico assume un significato più ampio, allacciando i principi di legalità a una comunicazione leale, sorretta da tecniche di argomentazione in palese contrapposizione con hate speech e dialettica offensiva o carente, e alimentare così nelle giovani generazioni il senso dell’educazione civica», ha affermato la numero uno di via del Governo Vecchio, secondo cui i principi di legalità dovrebbero essere patrimonio comune. E sfruttando la funzione sociale dell’avvocatura, tali principi vengono portati nelle scuole, per insegnare che «è possibile sostenere opinioni anche diverse senza ricorrere necessariamente ad un linguaggio non corretto sotto il profilo etico. Vedere giovani coinvolti in un progetto con queste finalità ci rende orgogliosi». Per Giraudo, «il torneo è stata una scommessa ardita in piena pandemia, ma i risultati si sono già visti l’anno scorso con la prima edizione, svolta interamente da remoto. Un'idea vincente che è cresciuta e si è irrobustita grazie alla passione delle persone: studenti, insegnanti e avvocati. Quest’anno il torneo si svolgerà in presenza e dimostra che, anche se esistono, gli ostacoli si possono superare». Insomma, si è voluto dare buon esempio ai ragazzi «e loro lo hanno dato a noi - ha aggiunto -. I ragazzi hanno partecipato con grande entusiasmo con dispute che sono state affascinanti per tutti noi. La scommessa era proseguire, andare oltre. E i numeri ci restituiscono una risposta massiccia. Ringrazio tutti coloro che hanno deciso di partecipare a questo progetto, che rappresenta la parte migliore dell’avvocatura, quella che dimostra la sua funzione sociale e si impegna per le generazioni future. Un impegno a rispettare gli altri, a confrontarsi con intelligenza e gentilezza, lealtà e correttezza». Insomma, la cittadinanza (anche) come esercizio responsabile della parola, ha evidenziato la coordinatrice Mazzia. «L’avvocatura, come tutte le forze sociali che hanno una funzione pubblica - ha affermato - ha un ruolo importante nella società per recuperare la correttezza del dialogo, inteso come rispetto e tolleranza verso il prossimo, che può accompagnare i giovani verso un futuro di pacificazione comune. L’assunzione di responsabilità dell’avvocatura nei confronti dei giovani è alla base del torneo, che rappresenta un metodo pedagogico dal forte impatto civico. È necessario recuperare il dialogo» in un periodo storico in cui il confronto è spesso «demolizione del pensiero altrui», anche a causa degli esempi che i giovani subiscono dai talk show, «dove ha ragione chi alza di più la voce. Per questo il torneo è un esercizio del diritto alla cittadinanza, perché essere cittadini vuol dire saper comunicare in modo corretto».