L’intrecciarsi di eventi sfavorevoli a Catania (temperature altissime, incendi e blackout) ha avuto ripercussioni dirette anche nelle attività quotidiane di alcuni avvocati del Foro etneo. A ciò si aggiunga pure l’assenza di comprensione con un atteggiamento rigido da parte di chi, ogni giorno, si confronta con i legali: i giudici.

È di ieri la notizia diffusa dal Coa di un provvedimento che ha avuto ampia risonanza nella comunità forense catanese. Si tratta del rigetto di un'istanza di rinvio per legittimo impedimento del difensore di un imputato. La motivazione dell’impedimento era connessa agli eventi che stanno interessando Catania. Nello specifico i vasti incendi. Le fiamme stanno riducendo in cenere decine e decine di ettari di territorio. L’avvocato Gianluca Costantino si trovava nella propria abitazione, in una zona colpita proprio da un incendio, ed è stato impossibilitato a recarsi in udienza.

«La formalizzazione della richiesta di rinvio – si legge in una nota del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catania - è stata tempestivamente e correttamente formulata dal sostituto di udienza, con contestuale richiesta di sospensione dei termini di prescrizione». A questo punto il colpo di scena. «Il Giudice – spiegano preoccupati il presidente del Coa di Catania, Antonino Guido Distefano, e il consigliere segretario, Santi Pierpaolo Giacona -, ha rigettato l'istanza, ritenuta sia l'imminenza della prescrizione, non configurabile, sia per evitare oneri ed incombenze di notifica alla cancelleria. Appare gravissima l'affermazione del principio che l'esigenza di evitare una notifica possa ritenersi sufficiente a calpestare il legittimo impedimento del difensore».

Gli esponenti del Coa di Catania sottolineano la mancanza di sensibilità da parte del giudice rispetto ad alcuni fatti balzati all’onore delle cronache in questi giorni, vale a dire le calamità che stanno mettendo in ginocchio la Sicilia e il capoluogo etneo. Senza dimenticare, poi, l’esigenza di non comprimere il diritto di difesa. «Questa vicenda – dicono gli avvocati Distefano e Giacona -, oltre ad apparire surreale, esprime tutta la sua gravità in ognuno degli aspetti nei quali la si consideri. Appare raccapricciante la superficialità con la quale è stata sottovalutata una circostanza drammatica, che coinvolgeva l'incolumità personale di un avvocato e ancor prima di un uomo e della sua famiglia. Indigna, poi, non solo questo Consiglio, ma l'intera classe forense, la manifesta mortificazione del diritto di difesa, consumatasi con il provvedimento in questione. È stato sfregiato il ruolo dell'avvocato e la pari dignità delle parti processuali e dei protagonisti della giurisdizione: un simile provvedimento sarebbe stato inimmaginabile se analogo impedimento avesse coinvolto un giudice o un pubblico ministero».

Il presidente e il consigliere segretario del Coa evidenziano la mancanza di attenzione nel riconoscere il legittimo impedimento. «È stata mortificata – commentano - la funzione del difensore nella fase della discussione, ove si dà conto e si finalizza tutta l'attività processuale, peraltro, in un giudizio in cui era concretamente in gioco la libertà personale dell'imputato. Tutto ciò, dichiarando l'istanza ' non documentata e non attestante un impedimento assoluto' malgrado esso fosse tale, per definizione, riassumendo tutti gli elementi della forza maggiore e, come è ovvio, non fosse documentabile, riguardando un avvenimento che si stava svolgendo in quel momento. Il Consiglio dell'Ordine degli avvocati di Catania, riservata ogni ulteriore azione, esprime la propria solidarietà e vicinanza al collega Gianluca Costantino, colpito da un drammatico evento e penalizzato da un provvedimento ingiusto e abnorme».

La collaborazione tra i protagonisti della giurisdizione rimane comunque un elemento essenziale. «Auspichiamo – concludono Distefano e Giacona – un rapporto tra gli avvocati e gli uffici giudiziari, che possa proseguire e mantenersi nel solco del tradizionale rispetto dei ruoli, cui è da sempre improntato, sottolineando tuttavia che, anche in questo caso, come in passato e per il futuro, il Consiglio dell'Ordine degli avvocati continuerà a vigilare, affinché sia sempre rispettato e garantito il diritto inviolabile della difesa e la dignità dell'avvocato, assumendo ogni iniziativa necessaria a tal fine».