Una normale e lunga giornata di lavoro tra udienze in tribunale e appuntamenti in studio. La sorpresa nel tardo pomeriggio di oggi. L’avvocato Cristiano Marinò non avrebbe mai immaginato l’epilogo, dopo ore trascorse a parlare con i clienti, con i colleghi e a scrivere atti. Mentre stava uscendo dallo stabile in cui si trova lo studio legale, a Casamassima, in provincia di Bari, due uomini (padre e figlio) lo affrontano. Gli chiedono chiarimenti rispetto a una vicenda, non ancora sfociata in un contenzioso in tribunale. Una questione che coinvolge, come controparte, una delle due persone in attesa del professionista e che riguarda un adempimento contrattuale rispetto alla manutenzione di una caldaia. La modalità per approfondire la potenziale diatriba non viene però accettata dall’avvocato Marinò, il quale consiglia alle due persone di parlare con il loro legale di fiducia già messo al corrente sul caso, considerato un precedente scambio epistolare. «Questa mia richiesta – racconta al Dubbio Cristiano Marinò – ha scatenato la reazione inaspettata e violenta. L’uomo più giovane mi ha afferrato per il collo e mi ha scaraventato a terra. L’altro mi ha colpito con un calcio». Il professionista, nonostante i colpi ricevuti, riesce a chiamare i carabinieri e i soccorsi per essere trasportato dal 118 in ospedale. Oltre allo spavento, anche due costole fratturate.
«La professione legale – commenta l’avvocato Marinò – è molto cambiata, se penso a quanto mi veniva raccontato dal mio dominus ai tempi della pratica. Noto che le persone non nutrono più rispetto per la nostra professione, per il nostro delicato ruolo, sentendosi autorizzati, come del resto è capitato a me, di chiederti informazioni ovunque, anche per la strada. Manca il rispetto verso la funzione che svolge l’avvocato e questo è molto triste. Purtroppo, se si respira alcune volte un clima pesante è perché sono stati creati dei luoghi comuni riguardanti la figura dell’avvocato, che non rispecchiano affatto la nobile funzione a difesa dei diritti svolta da parte di chi indossa la toga».
Sulla vicenda è intervenuto il neoeletto presidente del Coa di Bari, Salvatore D’Aluiso. Da ieri alla guida degli avvocati del capoluogo pugliese, D’Aluiso, unitamente alle consigliere e ai consiglieri dell’Ordine, ha espresso «solidarietà al collega avvocato Cristiano Marinò per la vile e gravissima aggressione subita nel pomeriggio di ieri». «Il Consiglio dell’Ordine – si legge in una nota del Coa di Bari –, pur nella convinzione che le indagini porteranno all’individuazione dell’aggressore in tempi brevi, evidenzia preoccupazione per i sempre più frequenti episodi di violenza che si verificano ai danni delle avvocate e degli avvocati. Il Consiglio, dunque, si impegnerà da subito ad affiancare e a tutelare il collega Marinò nelle sedi opportune». Il presidente del Consiglio dell’Ordine forense di Bari ha aggiunto inoltre che «la categoria degli avvocati è la porta di accesso alla giustizia per i cittadini e come tale va valorizzata e salvaguardata da qualsiasi genere di episodi intimidatori e di violenza».
Anche Francesco Perchinunno, presidente dell’Aiga e a propria volta avvocato del Foro del capoluogo pugliese, esprime solidarietà al collega Cristiano Marinò: «Quanto accaduto deve indurci a riflettere sul clima teso che si respira alcune volte e che si riflette direttamente sulla nostra professione e sulla nostra delicata funzione».