«Sto accelerando il più possibile lo spostamento dei faldoni e delle scrivanie per salvare il salvabile. Le previsioni meteo indicano di nuovo pioggia e voglio cercare di far asciugare al sole tutto ciò che è stato risparmiato dall’alluvione». L’avvocato Angelo Bartolotti vive a Lugo, una delle città più colpite dalle inondazioni dei giorni scorsi. Approfitta per fare una breve pausa quando lo contattiamo. Da quasi una settimana ha riposto la toga nell’armadio. Con gli stivali di gomma e la pala cerca di ripulire i locali del proprio studio legale, pesantemente danneggiato. La foga con cui cerca di mandare via l’acqua arrivata ovunque a piano terra è la stessa di chi vuole scacciare cattivi pensieri, legati soprattutto al futuro e ad uno stop delle attività che potrebbe essere anche per lui molto lungo.


«Il mio studio – spiega Bartolotti - è a cinquanta metri da piazza Baracca, dove l’alluvione non ha risparmiato niente. I danni a Lugo di Romagna sono ingentissimi. Per fortuna qui da me non è arrivato tanto fango. Siamo stati però invasi da un fiume d’acqua. Lo studio, che conta in tutto nove persone tra avvocati e collaboratori, si sviluppa su due piani. Il piano terra è tutto allagato con quasi un metro d’acqua. Mobili, armadi e telefoni sono da buttare. Non so neppure quantificare i danni che questa alluvione ha provocato. La sala per ricevere i clienti e l’archivio sono ormai inservibili. Centinaia di fascicoli galleggiano sull’acqua e sto cercando di recuperare migliaia di documenti nel frattempo ammassati nel cortile, sperando che possano asciugarsi. Sono andate perse le riviste giuridiche, come il Foro Italiano, raccolte e rilegate nel corso degli anni».
In questi giorni la gara di solidarietà non si è fatta attendere. Chi non ha subito danni si è messo a disposizione dei tanti alluvionati. «Noi romagnoli – dice l’avvocato Bartolotti - abbiamo un cuore grande e in ogni momento constato la solidarietà di decine di giovani. Tra loro tanti amici di mio figlio, trentenne, anche lui avvocato. Non si sono risparmiati, non hanno esitato un attimo e ci hanno raggiunto a decine per darci una mano per togliere l’acqua dal piano terra del nostro studio legale. Spero che ci sia maggiore attenzione da parte degli amministratori pubblici per evitare disastri come quello che stiamo fronteggiando. Al tempo stesso sono certo che ci rialzeremo, ma ci vorrà tempo».
Prevedere il ritorno alla normalità e alla piena operatività dello studio legale è impossibile. Bartolotti ha i piedi ben piantati a terra ed è molto realista: «Come durante la pandemia, non voglio farmi illusioni. Per me il danno è quello che ci sarà da domani. Faremo i conti con territorio impoverito. Un territorio in cui si innescheranno reazioni a catena, dove ci sarà ancora bisogno di avvalersi delle prestazioni di noi avvocati, ma i cittadini saranno costretti a fare i conti con problemi economici da un lato e di gestione del funzionamento della macchina giudiziaria dall’altro. L’incertezza assoluta che si sta creando è di solito sempre connessa ad una giurisprudenza troppo ballerina. Io ho sempre criticato questa follia di voler cambiare sempre le cose e le norme. In questo modo si crea tra i cittadini solo grande incertezza. Ho sorriso quando ho sentito che sarebbe stato subito stanziato un contributo di venti milioni di euro per affrontare nell’immediato l’emergenza alluvione. I danni provocati si aggirano intorno ai venti miliardi, secondo una stima per difetto. In questi casi sono sempre dell’idea che si debba attendere un lavoro compiuto. Se chi decide, però, ha una sensibilità nei confronti di chi piange, allora bisogna anticipare le attenzioni. Mi piacerebbe che ci fosse un equilibrio. Noi romagnoli non strilliamo, ma questo non significa che non attendiamo risposte concrete».
I disastri provocati dall’alluvione hanno ripercussioni dirette sul lavoro dei legali. Con il passare delle ore il quadro della situazione si è fatto sempre più chiaro. Le inondazioni hanno mostrato il loro volto peggiore, provocando ferite profonde su vaste aree della Romagna messe ormai in ginocchio. «Ho molto apprezzato – commenta Bartolotti - il provvedimento di sospensione generalizzato, che è intervenuto per affrontare nell’immediato la situazione di emergenza in riferimento alla nostra attività professionale. La presidente del Coa di Ravenna, Paola Carpi, è stata bravissima ad ottenere delle risposte nell’immediatezza del disastro. All’inizio dell’emergenza, però, quando già eravamo in difficoltà si è fatto ricorso ai rinvii per impedimenti dovuti a cause di forza maggiore. Decisione discutibile, che tende a non tenere davvero conto delle esigenze di noi avvocati. Un approccio che dà il metro del rapporto esistente oggi tra avvocatura e magistratura. La concessione larga di rinvii mi ha lasciato molto perplesso. Stiamo vivendo una calamità, stiamo spalando il fango dalle nostre case, dalle fabbriche, dai locali commerciali e dagli studi legali. Spero che si avvii un nuovo percorso. Dalle disgrazie e dalle calamità dobbiamo cogliere le opportunità per una crescita collettiva».