AVVOCATURA
Il presidente del Coa barese Salvatore D’Aluiso: «Ci attendono nuove sfide, così come vanno perlustrate nuove frontiere del diritto»
L’Ordine degli avvocati di Bari ha festeggiato il secolo di vita. Il Teatro Piccinni ha ospitato le celebrazioni del centenario e la cerimonia di consegna della “Toga d’Oro”, riconoscimento riservato ai professionisti che hanno raggiunto i 50 e i 60 anni di attività. Presenti, tra gli altri, il presidente del Cnf Francesco Greco e il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, a propria volta avvocato del Foro di Bari. L’appuntamento nel teatro più antico del capoluogo pugliese non si è limitato a ricordare il passato, ma ha anche voluto rivolgere lo sguardo al futuro, riflettendo sulla figura dell’avvocato del domani, chiamato ad affrontare numerose sfide. A fare gli onori di casa è stato il presidente del Coa barese Salvatore D’Aluiso. «Tradizione e innovazione – ha commentato – sono le nostre parole d’ordine in questo importante appuntamento per la nostra comunità forense. La tradizione è il fondamento, l’humus sul quale costruire il futuro. L’avvocatura è da sempre presidio di civiltà, perché con il suo ruolo di ponte tra i cittadini e il potere giudiziario. Ci attendono nuove sfide, così come vanno perlustrate nuove frontiere del diritto, ma non è immaginabile fare a meno di un elemento così essenziale per la nostra società».
A proposito del futuro della professione, il presidente del Coa di Bari ha sottolineato l’importanza delle specializzazioni e ha rivolto un pensiero ai colleghi più giovani: «Immagino un professionista sempre più specializzato in ambito giuridico, ma anche aperto a nuove competenze trasversali e in grado di governare le novità come l’intelligenza artificiale che, per quanto rivoluzionaria, non potrà mai sostituire l’intuito e il pathos che caratterizzeranno sempre la nostra professione. Ci sono figure di avvocati, ad iniziare da chi è stato premiato con le Toghe d’Oro, che possono essere modello per i giovani. Questi ultimi, dal canto loro, possono assicurare alla categoria l’entusiasmo necessario a proiettarsi verso il futuro. A loro dico di non scoraggiarsi per le difficoltà. Se sono diminuiti gli aspiranti avvocati è perché la nostra professione non è più area di parcheggio intellettuale ma obiettivo concreto di chi sente davvero una passione ed è pronto ad affrontare le sfide».