Una delegazione di avvocati europei raggiungerà Lampedusa il prossimo 28 settembre. La task force sarà guidata dal presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco. L’iniziativa servirà prima di tutto a sensibilizzare le istituzioni europee sulla situazione sempre più grave che si vive sull’isola siciliana, dove nelle ultime quarantotto ore sono sbarcate oltre 7 mila persone. Un afflusso costante, dalle dimensioni sempre maggiori, che non lascia insensibili coloro che ogni giorno sono impegnati nella difesa dei diritti.

«Siamo sgomenti - dice il presidente del Cnf, Francesco Greco - riguardo alle tensioni tra gli Stati europei, che invece di gestire il fenomeno dell'immigrazione in un'ottica comunitaria hanno portato al blocco dell'accoglienza dei migranti e alla chiusura dei confini, con conseguenze drammatiche per la vita e i diritti fondamentali di uomini, donne e bambini. L'obiettivo principale della nostra visita è di fornire assistenza legale e supporto ai migranti più vulnerabili e un supporto fattivo alle autorità impegnate nelle operazioni di salvataggio». A Lampedusa giungeranno avvocati provenienti da Francia, Olanda, Grecia, Polonia, Cipro, Olanda e Irlanda.

«Gli avvocati - commenta Francesco Greco - si occupano tutti i giorni della tutela dei diritti. La nostra attenzione rispetto a quanto accade a Lampedusa non significa che bisogna rinunciare al controllo del territorio e al controllo dei nostri confini. Questo è un compito che riguarda il governo, il legislatore e le istituzioni europee. Il tema che portiamo all’attenzione riguarda le condizioni umane in cui i migranti sono costretti a vivere non per scelta, ma per necessità, per fuggire da condizioni di vita drammatiche. L’hotspot di Lampedusa, destinato a settecento persone, ora ne accoglie più di cinquemila. È chiaro che è diventato totalmente inadeguato. Per questo gli avvocati europei che andranno a Lampedusa solleciteranno i paesi di appartenenza ad occuparsi della questione migratoria».

Secondo Greco, occorrono pragmatismo e collaborazione: «Non è il momento dei contrasti tra gli Stati dell’Unione europea, perché così le conseguenze negative si ripercuotono sulle persone. Andremo a Lampedusa perché vogliamo evidenziare che l’avvocatura europea ha a cuore le condizioni di vita di tante persone che lasciano le proprie case, le proprie famiglie, mettono a rischio la propria vita per cercare un’esistenza migliore. Come avvocati, viviamo anche in prima persona il fenomeno dell’immigrazione. Ritengo molto importante che i colleghi di altri paesi abbiano accolto il nostro invito per verificare la situazione drammatica che si vive a Lampedusa».

L’attenzione dell’avvocatura rispetto alle condizioni di vita del Sud del mondo parte da lontano. Negli anni scorsi è stato presentato un importante progetto sul diritto all’acqua. «La parte del mondo più sviluppata - conclude il presidente del Cnf - deve impegnarsi per sostenere i paesi poveri con iniziative concrete, con strutture, tecnologie e formazione. In questo modo si può contrastare adeguatamente il fenomeno migratorio. Nessun migrante, se avesse nel proprio paese la possibilità di vivere dignitosamente e libero, affiderebbe la propria vita e quella dei propri figli ad un barcone e a dei delinquenti senza scrupoli».

La visita all’hotspot di Lampedusa coinvolge direttamente il Coa di Agrigento, presieduto da Vincenza Gaziano, e rientra nel progetto di alta formazione Tralim III (Training of Lawyers on Europian law relating to immigration and asilum law), voluto dal Consiglio nazionale forense. In Sicilia si terranno tre momenti approfondimento: ad Agrigento il 25 settembre e a Lampedusa il 27 e 28 settembre. «Sarà - afferma l’avvocata Gaziano - un’opportunità straordinaria, di riflessione, di confronto, di interlocuzione su un tema, oggi più che mai, legato ai diritti umani. Lampedusa e Agrigento sono l’ultima frontiera a Sud dell’Europa e l’avvocatura agrigentina, da sempre professionalmente impegnata tanto in ambito penale quanto in ambito civile nei contenziosi e nei procedimenti che sono scaturiti dai flussi migratori, ha sentito come necessario confrontarsi a livello europeo sulle problematiche della professione legate ad una legislazione in continuo divenire e alle prassi che si susseguono, con la volontà di garantire sempre l'effettività del diritto di difesa. La nostra città si affaccia sul canale di Sicilia, rotta mediterranea del fenomeno migratorio proveniente dai paesi africani, che sempre di più ed in modo esponenziale dalla cosiddetta “Primavera araba” ha visto un aumento degli arrivi. I flussi migratori in alcuni momenti dell’anno, così come l’attuale, si presentano come poderosi e portano con sé anche una tragica scia di morte e dolore».

Gli eventi degli ultimi tempi impongono un mirato approccio professionale. «L’avvocatura agrigentina - sottolinea Gaziano - è da sempre in prima linea e su più fronti in una materia quale quella del diritto d’asilo e dell’immigrazione con la quale si è da sempre confrontata, senza tralasciare mai l’aggiornamento professionale e l’approfondimento per trovarsi pronta e al passo di una legislazione, che ha, in tante occasioni, subito delle modifiche sostanziali, determinate da linee politiche diverse che si sono succedute nel tempo. Il Cnf e il Coa di Agrigento si sono fatti promotori di un confronto con i colleghi avvocati, provenienti da diversi paesi europei, per potere favorire uno scambio di esperienze e sapere giuridico in relazione a ciò che non è più una emergenza immigrazione».