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I cambiamenti vanno conosciuti e governati. In caso contrario si rischia di essere travolti. È partito da questa considerazione il presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, nella seconda giornata di incontri con gli Ordini forensi del distretto della Corte d’appello di Genova. La presenza degli avvocati provenienti da tutta la Liguria ha dimostrato la formula vincente adottata da Via del Governo Vecchio. Ascolto e confronto, ha sottolineato il presidente del Coa di Genova, Luigi Cocchi, vanno di pari passo per fare in modo che l’avvocatura istituzionale e gli Ordini possano collaborare proficuamente e far sentire in tutti i consessi una voce sola.
«Siamo vicini – ha detto Greco – all’avvocatura italiana in un momento molto delicato. Questo Consiglio è composto da avvocati che vanno ancora in udienza e conoscono bene quello che succede tutti i giorni nei Tribunali». Da questa premessa il presidente del Cnf è partito per riflettere sull’esigenza di farsi trovare pronti. «Abbiamo ritenuto opportuno – ha sottolineato Greco - essere presenti sul territorio per avere una conoscenza diretta di quello che vivono quotidianamente i colleghi e i rappresentanti dei Coa. Il nostro intento è quello di immaginare l'avvocatura del futuro. Le professioni, compresa quella forense, nei prossimi decenni non saranno più come le conosciamo adesso».
Nell’immaginare gli scenari futuri non si può tralasciare il tema dell’accesso alla professione, che conserva un legame con gli studi universitari. «A tal proposito – ha commentato il presidente del Cnf – l’avvocato del futuro deve conoscere la realtà che lo circonda. Deve avere una padronanza delle lingue e deve avere dimestichezza con le tecnologie che ha disposizione. L’avvocatura deve guardare alle specializzazioni come qualcosa di davvero utile. Penso alle specializzazioni in materia di commercio elettronico, di sistemi di pagamento, sulla sostenibilità, sul diritto dei Paesi componenti dell'Unione Europea».
Un tema che sta molto a cuore al Consiglio nazionale forense e che trova anche il sostegno dei Coa è quello dell'avvocato in Costituzione. «Il nostro impegno – ha affermato – non attiene a una questione corporativa. Nello Stato di diritto occorre mettere al centro del sistema di tutela dei diritti il soggetto che tecnicamente supporta il cittadino. Il Cnf auspica che il disegno legge sull'inserimento dell'avvocato in Costituzione torni presto nell'agenda politica». A Genova il presidente Greco ha anche anticipato i prossimi impegni del Cnf: «Saranno celebrati i 150 anni della nascita dell’Ordine forense. Si tratta di un appuntamento importante per evidenziare che la storia del nostro Paese è stata fatta pure con il contributo dell’avvocatura. Gli avvocati hanno avuto un ruolo determinante nel percorso democratico dell’Italia e sono al servizio dei cittadini. L’avvocatura non ha mai protestato un giorno per questioni corporative. Avremo sempre a cuore i diritti dei cittadini, i principi fondamentali del nostro sistema giudiziario e dello Stato di diritto. La ricorrenza del 150esimo anniversario della costituzione dell’Ordine forense avrà pertanto nei prossimi mesi un grande significato».
Gli incontri del Cnf nella “città della Lanterna”, sono stati, secondo il presidente del Coa genovese Luigi Cocchi, una «preziosa occasione di riflessione su temi proiettati nel futuro e sulle problematiche della avvocatura». «I lavori - ha aggiunto - sono stati molto proficui. Ci siamo confrontati con grande franchezza e con uno spirito di prospettiva per cogliere tutte le occasioni in grado di offrire soluzioni ai problemi dell'avvocatura e al servizio giustizia di cui la stessa avvocatura fa parte».
Il presidente del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Genova si è soffermato sul rapporto tra diverse generazioni di legali. «Io – ha affermato Cocchi - sono figlio di un avvocato; mio padre ha fatto per cinquant’anni l'avvocato generale e anche io sto arrivando al traguardo di mezzo secolo di attività professionale. Tante cose sono cambiate nel corso degli anni. Quando iniziai a frequentare lo studio legale e le aule di Tribunale, tutto era molto più facile con prospettive, rispetto ad oggi, del tutto diverse. Nell’attuale momento storico l'avvocatura sconta una serie di criticità che hanno reso la nostra professione meno accogliente per i giovani con difficoltà ad inserirsi e ad affermarsi. Per questo motivo ritengo che l’avvocatura debba guardare sempre con interesse alle giovani generazioni di colleghi, cogliendone le esigenze».
Molte le voci dai Fori liguri che hanno portato all’attenzione dei consiglieri nazionali criticità e proposte sempre con uno spirito costruttivo. Giancarlo Giordano, presidente del Coa di Imperia, ha fatto riferimento alla sua esperienza in un territorio di frontiera e di periferia: «L'incontro tenutosi con il Cnf ha rappresentato un momento di confronto interessante sul futuro della professione. Ho apprezzato particolarmente l'intervento del presidente del Consiglio nazionale forense, Francesco Greco, che ha delineato gli scenari più prossimi della nostra categoria professionale, sottolineando la necessità di fornire standard qualitativi che siano il più possibile elevati e, comunque, omogenei sul territorio. Questa considerazione ampiamente condivisibile deve essere calata nella realtà nazionale che vede tanti Ordini di piccole dimensioni, formati da realtà professionali di piccole dimensioni, se non addirittura modeste, che non potranno essere assimilate ai pochi Ordini distrettuali, che, da soli, coprono oltre la metà degli iscritti. È necessario, quindi, che queste realtà siano adeguatamente considerate laddove si voglia giungere all'individuazione di quegli standard qualitativi, valorizzando le difficoltà dei territori, spesso sguarniti di adeguate strutture logistiche e di tribunali funzionanti». A Genova l’avvocatura ha dimostrato ancora una volta coesione e ha approfondito questioni che riguardano gli addetti ai lavori e al tempo stesso tutti i cittadini.