Fitto programma di incontri per il Presidente del Consiglio Nazionale Forense Francesco Greco, che ha avviato una serie di interlocuzioni con le associazioni e le Unioni regionali forensi per esaminare le priorità della professione e definire gli obiettivi per il futuro dell’avvocatura. Mercoledì scorso l’ufficio di presidenza del Cnf ha ricevuto i rappresentanti delle associazioni forensi maggiormente rappresentative: Associazione Nazionale Avvocati Italiani (ANAI), Associazione Italiana Giovani Avvocati (AIGA), Movimento Forense (MF) e Associazione Nazionale Forense (ANF). Ieri pomeriggio è stato il turno dei presidenti delle Unioni regionali della Campania, del Centro Adriatico, del Lazio, della Lombardia, della Sicilia e del Triveneto.

Tra gli argomenti discussi con il Presidente Greco, in particolare la forte preoccupazione emersa per il moltiplicarsi di albi ed elenchi, che restringono e ostacolano le opportunità professionali degli avvocati, e per le incompatibilità disposte dalla legge professionale forense, che vietano l’esercizio della professione in concomitanza con attività di gestione nei consigli di amministrazione delle società e penalizzano i legali rispetto agli altri esponenti ordinistici. Temi che saranno analizzati ampiamente in occasione dei lavori preparatori per la sessione ulteriore del Congresso nazionale che si terrà in autunno.

Il Presidente del Cnf ha poi posto particolare attenzione all’attuazione dei decreti e dei correttivi alla riforma Cartabia. Gli incontri con i componenti dell’avvocatura ordinistica e associativa proseguiranno nei prossimi giorni: il 17 maggio si terrà a Roma l’Agorà, la prima riunione della nuova consiliatura della massima istituzione forense con gli Ordini territoriali e le Unioni regionali. L’obiettivo del nuovo Cnf è quello di trovare soluzioni concrete e sostenibili per garantire una professione forense sempre più qualificata e al passo con i tempi, in grado di soddisfare le esigenze di cittadini e istituzioni.

Concluso l’incontro con le Unioni regionali, ieri il presidente Greco ha partecipato alla Convention sugli Stati Generali dei Commercialisti, organizzata dal Consiglio nazionale dei Dottori Commercialisti e degli esperti contabili (Cndcec), che si è tenuta a Roma, alla Nuvola di Fuksas, e nel corso della quale sono intervenuti diversi esponenti del Governo, a cominciare dalla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che ha inviato un videomessaggio.

In questa comunicazione la Premier ha in primo luogo sottolineato l’importante ruolo dei professionisti nella società civile, affermando che «i professionisti sono una risorsa, sono uno straordinario valore aggiunto, una risorsa per i cittadini e per le Istituzioni», e che «su questo assunto abbiamo impostato il nostro impegno in questi anni e costruito quel rapporto di collaborazione che ha portato finora ottimi risultati».

Meloni ha quindi rivendicato l’approvazione di quei provvedimenti di interesse per l’intero mondo delle professioni: «Mi riferisco ad esempio al lavoro attento e scrupoloso che ci ha permesso di varare nella scorsa legislatura la legge sulla malattia e sull’infortunio del professionista (le disposizioni per la sospensione della decorrenza di termini relativi ad adempimenti a carico del libero professionista in caso di malattia o di infortunio, contenute nei commi 927 – 944 della legge 234/2021, ndr), e che ci ha condotto poche settimane fa, ed è una delle cose delle quali io vado maggiormente fiera, all’approvazione in Parlamento dell’equo compenso (di cui si attende l’uscita in Gazzetta Ufficiale, ndr)».

Riguardo a quest’ultima disciplina, la leader di Fratelli d’Italia non ha nascosto la sua soddisfazione, sottolineando che è «una legge della quale io rimango prima firmataria e che ha un obiettivo semplice: restituire dignità e giustizia ai tanti professionisti ai quali sono state imposte per troppo tempo condizioni economicamente inique dai cosiddetti “contraenti forti”», ringraziando «ancora una volta tutti i parlamentari e le associazioni di categoria, ... che hanno contribuito a raggiungere questo traguardo. Perché è stato un lavoro corale quello che abbiamo fatto».

Da parte sua, Francesco Greco ha ribadito però che «l’equo compenso va esteso a tutti i committenti», e non limitato (come previsto dalla nuova disciplina) ai clienti che sono imprese con oltre 50 addetti e Pubbliche amministrazioni. A confermare l’opportunità dell’osservazione critica del Presidente del Cnf interviene un dato contenuto nel rapporto del Censis-Cassa Forense sull’Avvocatura del 2023, secondo il quale il reddito degli avvocati proveniente da grandi aziende e Pa, che sono gli unici soggetti tenuti ad applicare le nuove regole sull’equo compenso, rappresenta appena il 10 per cento del totale.

Sul punto Greco ha quindi spiegato che «la soglia rilevante per un’azienda, secondo lo Statuto dei lavoratori, consiste nell’avere 15 dipendenti o meno. Ormai, dopo le riforme degli ultimi anni sui rapporti di lavoro, quel discrimine si è dissolto, ma non si comprende perché, rispetto ai lavoratori autonomi, la nuova soglia che, come nel caso dell’equo compenso, produce distinzioni, debba essere così elevata, cioè portata a 50 addetti».