L’avvocatura dell’Emilia Romagna, per il tramite dell’Unione regionale dei Consigli degli Ordini forensi ( Urcofer), guarda con attenzione alla situazione che si sta verificando a Piacenza, dove gli uffici della Procura funzionano ormai a singhiozzo ( si veda anche Il Dubbio del 29 luglio scorso), e solidarizza con la locale Camera penale con il Coa. I penalisti hanno proclamato dal 13 al 15 settembre prossimi l’astensione dalle udienze e dalle attività giudiziarie. Il presidente dell’Urcofer, Mauro Cellarosi, ha scritto al ministro della Giustizia per sottolineare le preoccupazioni legate alla «gravissima emergenza operativa della Procura della Repubblica di Piacenza, dovuta alle note e risalenti carenze nell’organico del personale amministrativo». Tra i destinatari della segnalazione anche il Consiglio nazionale forense, l’Ocf, le Camere penali, le Camere civili e l’Aiga.

Alla fine di luglio la procuratrice Grazia Pradella, con un ordine di servizio immediatamente esecutivo, considerata la “gravissima carenza di personale amministrativo”, è stata costretta a riorganizzare il lavoro dell’ufficio dibattimento, dell’ufficio legalizzazioni e affari civili, dell’ufficio certificazioni, dell’ufficio esecuzioni e della segreteria unificata. Per esempio, il dibattimento, dal 21 luglio scorso, può trattare unicamente le urgenze contando sulla disponibilità del solo direttore amministrativo. L’ufficio sarà chiuso dal 15 al 25 agosto. L’ufficio certificazioni ( casellario e carichi pendenti), come comunicato dalla procuratrice, «potrà funzionare dal 12 agosto e sino al 30 agosto solo grazie all’aiuto fornito dall’Arma dei Carabinieri» con il supporto di un militare addetto. L’ordine di servizio si conclude con parole molto chiare. «Sono assai rammaricata – ha scritto la procuratrice Pradella – per il disagio che inevitabilmente si verrà a creare nel funzionamento di alcuni uffici, ma rammento che, allo stato, ogni sforzo effettuato ( da oltre due anni) per risolvere le problematiche, non ha sortito alcun effetto significativo».

I problemi che si vivono a Piacenza, dunque, non nascono oggi. «Si tratta – evidenzia il presidente Cellarosi – di una situazione che il Coa, la locale Camera penale e la stessa Unione regionale hanno da tempo e invano denunziato, chiedendo l’intervento dei competenti organi istituzionali. Su questo aspetto è fondamentale precisare che l’avvocatura distrettuale ha sempre manifestato comprensione per la situazione di disagio che affligge molti uffici giudiziari dell’Emilia Romagna, offrendo piena collaborazione per mantenere o ripristinare la corretta operatività degli stessi. E tale disponibilità viene nuovamente confermata». Negli ultimi tempi sta prendendo sempre più corpo un singolare ragionamento a proposito della carenza di risorse umane. «Dobbiamo ribadire – aggiunge il presidente dell’Urcofer - il rifiuto dell’equazione secondo cui il primo rimedio alle carenze di organico consiste nella limitazione dell’accesso alle cancellerie agli avvocati e al pubblico.

Tale limitazione, infatti, si configura quale sostanziale pregiudizio al corretto esercizio della funzione di difensore, anche nelle più elementari esplicazioni, quali la tempestiva assunzione della difesa penale dell’assistito e la possibilità di tempestivo accesso agli atti o di deposito degli stessi in forma cartacea. Rappresenta, in una parola, una grave violazione del diritto costituzionale dei cittadini di agire e difendersi in giudizio. La Costituzione viene prima e spetta ai soggetti competenti assicurarne il rispetto, per cui non è tollerabile alcuna limitazione al diritto dei cittadini di agire e difendersi in giudizio, secondo quanto previsto dall’articolo 24». Mai come in questo momento, secondo Cellarosi, occorre essere uniti e compatti: «L’Unione Regionale dei Consigli degli Ordini forensi dell'Emilia Romagna si affianca al Consiglio dell’Ordine e agli avvocati di Piacenza, alla locale Camera penale e alle altre associazioni forensi, nella richiesta di un immediato ed efficace intervento da parte di tutti i competenti organi e uffici ministeriali, finalizzato a ripristinare la corretta funzionalità e accessibilità degli uffici della procura della Repubblica di Piacenza, nel rispetto dei diritti costituzionali dei cittadini. In tale ottica tutte le istituzioni forensi del distretto confermano la loro piena collaborazione e la disponibilità ad affrontare congiuntamente le attuali problematiche».

Anche il Coordinamento regionale delle Camere penali dell’Emilia Romagna esprime la propria solidarietà verso gli avvocati piacentini. «Lo stato di cose che perdura ormai da tempo – affermano Nicola Mazzacuva e Pasquale Longobucco – lede tanto il rispetto della normativa che disciplina l’accesso ai pubblici uffici quanto l’esercizio della funzione del difensore e più in generale il diritto di difesa». Stefano Moruzzi, presidente Camera penale di Piacenza, concorda con quanto evidenziato dal collega Cellarosi. «Bisogna superare – commenta - l’equazione mancanza di personale- limitazione all’accesso degli uffici. È una conseguenza da evitare perché si rischia seriamente di ledere il diritto del cittadino di accedere alla giustizia. Il rischio di ledere il diritto di difesa è concreto se ragionassimo in questi termini. Siamo contenti di aver constatato la solidarietà di tutta l’avvocatura dell’Emilia Romagna, sia per quanto riguarda le Camere penali sia per quanto riguarda tutti gli Ordini forensi. Ci auguriamo che il grido di aiuto di una realtà, come quella di Piacenza, e di un ufficio importante come quello della Procura, possa trovare un riscontro concreto presso gli organi competenti, a partire dal ministero della Giustizia».