Aiaf, Ami, Cammino e Ondif, Associazioni forensi specialistiche maggiormente rappresentative degli avvocati impegnati nella tutela dei diritti delle persone, dei minorenni e delle famiglie, hanno scritto al ministro della giustizia Carlo Nordio per esprimere “preoccupazione e sconcerto” nell’apprendere che l’applicazione dell’art. 473 bis.1, 2° comma, c.p.c., che prevede la possibilità di ulteriormente delegare l’ascolto del minore e altri atti riservati al giudice al giudice onorario nei procedimenti dinnanzi al Tribunale per i minorenni, “è stata nuovamente prorogata”.
Il differimento delle norme che riservano al giudice togato tali atti “continua a vanificare la condivisibile – e condivisa dall’avvocatura che rappresentano - scelta di fondo della riforma di cui al d.lgs. n. 149/2022 (c.d. riforma Cartabia, per tutte le altre disposizioni già entrate in vigore il 1°.03.2023), di affidare solo al giudice togato il compimento di atti giurisdizionali di rilievo: scelta che – sostengono le associazioni - costituisce attuazione dei principi del giusto processo, garantiti costituzionalmente e ribaditi in più pronunce della Corte EDU”.
Nel manifestare il loro dissenso per tale scelta legislativa, le quattro associazioni esprimono anche “viva preoccupazione che possa costituire anticipazione della proroga dell’entrata in vigore del Tribunale unico per le persone, i minorenni e le famiglie.
L’istituzione di tale organo, evitando l’attuale inutile e dispendiosa -per erario e famiglie duplicazione di procedimenti tra Tribunale per i minorenni e Tribunale ordinario – sostengono - attua una più ragionevole distribuzione delle risorse, costituisce parte rilevante e necessaria del disegno riformatore, istituendo un tribunale vicino al cittadino, composto da magistrati in grado per la loro formazione e specializzazione di attuare le fondamentali garanzie del giusto processo e una coerente tutela giurisdizionale dei diritti fondamentali delle persone, dei minorenni e delle famiglie”.
L’invito al Governo è di “assumere tutte le più opportune iniziative, anche di spesa e di potenziamento delle risorse, per scongiurarne il differimento dell’entrata in vigore delle nuove norme dell’ordinamento giudiziario”, concludono le Associazioni Aiaf, Ami, Cammino e Ondif, nella lettera firmata dai rispettivi presidenti Cinzia Calabrese, Gian Ettore Gassani, Donatella Nucera e Claudio Cecchella