Fornire un’attività formativa altamente qualificata agli aspiranti avvocati e mettere in rete i territori. È questo l’obiettivo della Conferenza nazionale delle Scuole Forensi che si terrà oggi a Roma presso il Centro Congressi in Piazza di Spagna. L’iniziativa organizzata dalla Scuola Superiore dell’Avvocatura ( SSA) prevede un programma diviso in due sessioni, una prima parte istituzionale e un secondo tavolo “pratico”.

Ad aprire i lavori il presidente del Consiglio nazionale Forense Francesco Greco; a seguire gli interventi del neo vicepresidente della SSA Giampaolo Brienza e della consigliera del Cnf Giovanna Ollà, che lo ha preceduto alla guida della Scuola: la sessione, coordinata dal segretario della SSA Demetrio Rivellino, sarà l’occasione per discutere del regolamento n. 3/ 2014 del Cnf e del decreto ministeriale 17/ 2018 sull’accesso alla professione di avvocato, che dal 2022 prevede per i praticanti la frequentazione di corsi obbligatori.

Al cuore dell’iniziativa, dalle 14.00, la cerimonia di intitolazione della sede della SSA, presso la Scuola stessa, all’avvocato Alarico Mariani Marini, primo vicepresidente della Scuola dal 2006 al 2015. All’evento parteciperanno anche i familiari del legale morto nel 2022, a 90 anni. A ricordarlo saranno il professor Guido Alpa, già presidente del Cnf, e l’avvocato Paolo Feliziani, consigliere del Cnf per il Distretto di Perugia.

La seconda sessione di lavori, coordinata dal tesoriere della SSA Francesco Pizzuto, prenderà il via alle ore 15 con gli interventi dei componenti del comitato direttivo delle SSA e referenti delle scuole forensi, Enrico Angelini e Leonardo Arnau. Il primo atto del nuovo direttivo della SSA nasce dunque all’insegna del confronto con le scuole che operano sul campo, per sciogliere i nodi emersi in seguito alle disposizioni sul nuovo esame di abilitazione all’esercizio della professione forense.

«Ci sono tante richieste di pareri e tanti dubbi interpretativi» a cui rispondere, spiega Brienza, che punta ad offrire un’attività formativa non solo qualificata, ma anche uniformata sul territorio. «Abbiamo intenzione di ripensare le linee guida per le Scuole forensi, attualizzandole rispetto al panorama normativo vigente», aggiunge il vicepresidente. Anche nell’ottica di garantire un’offerta valida laddove le scuole non ci sono, e di dare seguito alla vera missione di questi tempi: rendere la professione attrattiva per i futuri avvocati, «valorizzando e portando all’esterno il ruolo fondamentale del difensore - chiosa Brienza - quale mediatore sociale tra le istituzioni giudiziarie e i cittadini».