Lesecuzione della pena alla luce delle novità introdotte dalla riforma Cartabia, il ruolo di magistratura di sorveglianza, amministrazione penitenziaria e avvocatura istituzionale nellordine di esecuzione delle pene carcerarie e alternative, la tutela dei diritti fondamentali dei detenuti. Sono queste le linee di intervento alla base del nuovo protocollo di intesa, con durata triennale, tra il Consiglio nazionale forense e il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. Lintesa, sottoscritta presso la sede del Cnf, dalla presidente Maria Masi e dal Garante Mauro Palma, rinnova la collaborazione avviata nel 2017 e stabilisce la programmazione di azioni congiunte per tutelare la dignità dellessere umano e garantire il principio rieducativo e riabilitativo della pena. È prevista la creazione di una rete informativa e una formazione giuridica congiunta del personale addetto agli uffici del Garante nazionale e degli avvocati sullesecuzione della sanzione penale e il coinvolgimento degli Ordini forensi nella designazione del Garante comunale. «Laccordo dichiara Masi si pone tra gli obiettivi, oltre alla formazione e informazione su tutto ciò che attiene al sistema carcerario e al ruolo degli operatori del diritto nellesercizio dellesecuzione della pena e delle misure alternative, anche e soprattutto una sensibilizzazione culturale sulla fondamentale tutela dei diritti e della dignità delle persone private della libertà personale». Non una formale dichiarazione di intenti, aggiunge Palma, «ma la base per un piano di azioni concrete. La tutela dei diritti delle persone vulnerabili richiede infatti un approccio multiforme, che ogni attore coinvolto è chiamato a svolgere nel proprio ambito di competenza. In questo quadro, il dialogo con lavvocatura è fondamentale».