Conto alla rovescia per l’esame da avvocato - il 21 febbraio prossimo si inizia con la prima prova orale -, ma con una sorpresa. Anzi, una criticità. Le linee guida predisposte dal ministero della Giustizia, come rilevato dall’Aiga, peccano di assenza di omogeneità, con conseguente disparità di trattamento, rispetto alla precedente sessione d’esame, quando non vennero inseriti quesiti delle materie del libro V e VI del Codice civile. Se le linee guida dell’esame 2020/ 2021 esclusero possibili casi pratici in diritto del lavoro e in diritto commerciale, quest’anno non sarà così. La questione non può essere relegata ad una semplice svista o nuova impostazione programmatica. A sentire gli avvocati si tratterebbe di una semplificazione che non ha tenuto conto delle partizioni disciplinari e professionali tra Diritto civile, Diritto commerciale e Diritto del lavoro. L’esame di abilitazione alla professione di avvocato verterà su due prove orali, sempre secondo la formula del cosiddetto orale rafforzato. Lo svolgimento rispecchia le modalità dello scorso anno. Nella prima prova, che sarà pubblica, il candidato esaminerà e discuterà una questione pratico- applicativa sotto forma di soluzione di un caso. Se l’esito sarà positivo, si potrà accedere alla seconda prova che avrà una durata compresa fra 45 e 60 minuti. Il candidato dovrà discutere con la commissione alcune brevi questioni relative alle cinque materie preventivamente scelte. Per accedere ai locali, sede d’esame, i candidati dovranno essere in possesso del green pass. Nella valutazione del praticante avvocato verranno fortemente prese in considerazione la chiarezza espositiva, la logicità del ragionamento e la capacità di prospettare soluzioni ai problemi giuridici posti. Tutti elementi sui quali si baserà l’attività professionale in Tribunale e in studio, a contatto con colleghi e assistiti. «Le linee guida per la formulazione dei quesiti da porre nella prima prova orale dell’esame di avvocato – evidenzia il presidente nazionale di Aiga, Francesco Paolo Perchinunno -, pubblicate lo scorso 10 febbraio, contengono una grave criticità sulle materie da trattare nell’ambito del diritto civile». Di qui la mobilitazione dell’associazione dei giovani avvocati, che in una lettera inviata alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia, e al sottosegretario Francesco Paolo Sisto, chiedono con urgenza di correre ai ripari. L’obiettivo è garantire un sereno svolgimento delle imminenti prove d’esame. «Sarebbe opportuno – evidenzia l’avvocato Perchinunno - rettificare le linee guida, garantendo omogeneità rispetto alle disposizioni della precedente sessione d’esame, confermando l’esclusione dai quesiti possibili delle materie di cui al libro V e VI del Codice civile». Secondo il presidente di Aiga, è «evidente che la preparazione di oltre ventimila praticanti abbia avuto quale riferimento le linee guida dell’esame 2020/ 2021, che escludevano sia possibili casi pratici relativi al diritto del lavoro che quelli in materia di diritto commerciale». Quanto emerso rischia di acuire le preoccupazioni degli aspiranti avvocati, alle prese con un esame cambiato rispetto a qualche anno fa e costretti ad adattarsi alle nuove esigenze dettate, prima di tutto, dall’emergenza sanitaria. «Ecco perché – commenta Perchinunno - non possiamo non dirci preoccupati e abbiamo voluto sensibilizzare sulla questione la ministra Cartabia. Con le attuali previsioni si determinerebbe un evidente danno a tutti quei praticanti, che, in buona fede e nella fondata convinzione del mantenimento delle stesse linee guida, hanno per mesi basato la propria preparazione sulle indicazioni già fornite dallo stesso ministero lo scorso anno e che, improvvisamente, a pochi giorni dall’inizio della sessione attuale, si vedono prospettata la possibile necessità di risolvere quesiti relativi a materie espressamente escluse in precedenza». L’auspicio di Perchinunno è che i rilievi dell’Aiga vengano presi in considerazione da via Arenula e che la vigilia dell’esame di abilitazione non sia caratterizzata da incertezze e tribolazioni.