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Leonardo Salvemini, presidente della commissione centrale
La valutazione delle prove scritte per l'esame di avvocato 2023/ 2024 è giunta al termine, con l'annuncio ufficiale dei risultati da parte del quotidiano del ministero della Giustizia, gNews. Secondo quanto riportato, su un totale di 9.703 partecipanti, sono stati giudicati idonei 5.390 aspiranti avvocati, attestando così che circa il 55% dei candidati ha superato con successo la fase scritta.
Se consideriamo che la media nazionale di superamento delle prove scritte si aggira intorno al 50%, diventa chiaro quanto questo risultato sia di rilievo. Va altresì sottolineato che in passato ci sono state province in cui solamente il 20% dei candidati ha superato l'esame scritto, evidenziando ulteriormente l'importanza dei dati attuali.
L'esame di avvocato in Italia ha vissuto una rilevante trasformazione nel ciclo post Covid, introducendo una formula innovativa che ha suscitato un vivo dibattito all'interno della comunità legale. Il presidente della Commissione centrale, l’avvocato Leonardo Salvemini dell’Ordine di Milano, ha condiviso le sue riflessioni sulla recente trasformazione, evidenziando sia i progressi che le sfide che essa comporta.
Secondo Salvemini, l'introduzione della nuova formula, inaugurata con la fase scritta dell'esame, ha segnato un significativo passo avanti. «La prova scritta è quella professionalizzante, in cui i candidati mettono in pratica le loro competenze. Pertanto, il suo elevato tasso di successo ( 55%) è un segnale incoraggiante di una maggiore preparazione e attenzione da parte dei candidati», ha sottolineato Salvemini. Le sue parole riflettono un ottimismo prudente nei confronti dei risultati ottenuti, sottolineando l'importanza di una preparazione pratica e concreta per affrontare con successo l'esame.
Durante l'esame, i candidati sono stati chiamati a redigere un atto giudiziario, scegliendo tra le materie di diritto civile, penale e amministrativo. Ciascun partecipante ha dovuto selezionare la materia e preparare uno degli atti giudiziari indicati dal presidente della commissione d’esame, con un tempo massimo concesso di 7 ore a partire dalla dettatura del tema.
La trasformazione dell'esame di avvocato ha rappresentato un passo significativo nel panorama giuridico italiano. I risultati delle prove scritte hanno evidenziato un notevole aumento di successo rispetto alle sessioni precedenti, segnalando un allineamento più stretto tra la formazione accademica e le competenze pratiche necessarie nella professione legale. Tuttavia, Salvemini ha anche riconosciuto le sfide che attualmente la professione legale sta affrontando. «Il segnale a monte desta preoccupazione poiché la professione non risulta più altrettanto attraente; è in crisi a causa della scarsità di opportunità lavorative, con grandi studi legali che dominano il mercato. Questo richiede un maggiore impegno e specializzazione, un tema delicato», ha dichiarato. L’avvocato Salvemini ha anche discusso delle modifiche apportate all'esame orale (previsto per luglio vista la rapidità e l'efficacia con cui la Commissione esaminatrice ha lavorato nella correzione degli elaborati), sottolineando che è stato completamente riformato.
La Commissione centrale ha definito i criteri di questo nuovo orale, che ora verte sul giudizio di idoneità. Questa nuova formula potrebbe essere più incisiva, poiché prima l'esame era una sorta terra di mezzo tra il concorso in magistratura e il concorso notarile.
Le parole di Salvemini riflettono sia l'ottimismo che le preoccupazioni riguardo al futuro della professione legale in Italia. Mentre la trasformazione dell'esame di avvocato rappresenta un passo avanti nella modernizzazione del sistema, rimangono sfide importanti da affrontare per garantire che la professione sia attrattiva e accessibile per i giovani avvocati in formazione.