L’esame di abilitazione alla professione di avvocato nel 2023 tornerà alla sua forma tradizionale, al modello “pre-covid”: prove scritte a dicembre e successive prove orali. È scritto nero su bianco in una circolare trasmessa dalla direzione Affari interni di via Arenula a tutte le Corti di Appello. Viene così certificata ufficialmente una notizia fino ad ora circolata solo come indiscrezione.
Secondo le norme a cui durante la pandemia si è fatto eccezione, con il ricorso al cosiddetto “doppio orale rafforzato”, le prove scritte dell’esame forense sono costituite da un parere motivato scritto di diritto civile, un parere di diritto penale e un atto giudiziario a scelta del candidato tra civile, penale e amministrativo.

L’impianto, in prospettiva, sarà ridefinito con un intervento sulla stessa legge professionale forense, che è stato però rinviato al 2024 dall’ultimo decreto Milleproroghe. Nel frattempo, le disposizioni previgenti torneranno integralmente in vigore, e i candidati dovranno sottostare alle modalità tradizionali di svolgimento delle prove, con gli scritti e, per chi li supererà, l’eventuale prova orale. È confermato anche che durante le prove scritte sarà consentito, come in passato, consultare i codici con la giurisprudenza.
Una novità rispetto alle sessioni precedenti il triennio covid consisterà nell’anticipazione dell’uscita del bando d’esame, che solitamente veniva pubblicato a settembre: un altro dettaglio finalizzato a consentire ai candidati di prepararsi adeguatamente agli scritti, andati, come detto, in disuso negli ultimi tre anni.
L’annuncio del ministero, rivolto per ora solo agli interlocutori istituzionali, cioè ai “capi” delle Corti d’Appello, porta finalmente chiarezza su una questione attorno alla quale praticanti e rappresentanze forensi si interrogavano ormai da tempo. Recentemente, via Arenula è stata, sul tema, teatro di confronti con le rappresentanze dell’avvocatura, a cominciare dal presidente del Cnf Francesco Greco e dal coordinatore di Ocf Mario Scialla. È stato sentito anche il presidente dell’Associazione italiana giovani avvocati Francesco Perchinunno.

Durante gli incontri si è discusso appunto delle procedure per la prossima sessione, mentre per quella del 2022-2023 si attende la fissazione del calendario per il “secondo orale”. Anche su quest’ultima “incognita” l’Aiga aveva preso posizione nei giorni scorsi con una lettera ufficiale in cui aveva sollecitato ministero e Commissione centrale a fornire «chiarimenti». Nella stessa missiva si era chiesto di assicurare una corretta organizzazione per le prove del 2023-2024. Ora via Arenula ha risposto alle richieste dell’avvocatura con una comunicazione mirata anche a fare in modo che i presidenti delle Corti d’appello individuino con tempestività le location in cui ospitare, come in passato, le centinaia di praticanti che parteciperanno alle prove scritte.