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Una legislazione che riconosca il diritto all’acqua e la natura quale soggetto giuridico, per potenziare l’armonizzazione e l’evoluzione del diritto ambientale internazionale. È questo il senso del decalogo dei principi del diritto all’acqua elaborato dalla Commissione per Expo 2020 di Dubai del Consiglio nazionale forense e presentato oggi nella sede istituzionale dell’avvocatura, anteprima dell’evento che si terrà il 22 marzo proprio a Dubai, dove verrà presentata una pubblicazione giuridico normativa sul diritto a questo bene essenziale, in occasione del trentennale della Giornata mondiale dell’acqua voluta dalle Nazioni Unite. Un percorso che parte da lontano, ovvero dal 2018, quando l’allora presidente del Cnf, Andrea Mascherin, siglò con il commissario italiano per Expo Dubai 2020, Paolo Glisenti, un protocollo d’intesa che costituisce il primo mattone di una sorta di Costituzione dell'ambiente. «La partecipazione dell’Italia a Expo - ha affermato Maria Masi, presidente del Cnf - rappresenta un’importante occasione di promozione di una nuova generazione di diritti legati alla tutela dell’ambiente, della biodiversità e delle risorse idriche, in particolare il diritto all’acqua e sull’acqua, nella consapevolezza che il ruolo degli avvocati può rappresentare una risorsa necessaria per la costruzione di equilibri fra attori di diversi ambiti e che il diritto, sempre e da sempre, è utile strumento di risoluzione dei conflitti». La Commissione del Cnf ha effettuato un lavoro di ricognizione delle fonti giuridiche con riferimento all’acqua, che da nessuna parte è ricavabile come diritto umano in senso stretto, ha aggiunto Masi. Il risultato finale è la stesura di dieci principi da sottoporre alle istituzioni, a partire dai Parlamenti italiano ed europeo, «con la speranza che possa essere condiviso da tutti i Paesi che partecipano all’Expo e che possa rappresentare il momento genetico di una nuova forma collaborativa sotto il profilo ordinamentale». Si parte dal principio dell’acqua come risorsa essenziale, passando per l’approvvigionamento diffuso, la regolazione funzionale, l’autonomia limitata, l’efficienza tecnologica, trasparenza e partecipazione, sostenibilità, solidarietà, equità e giustiziabilità. La giurisprudenza sull’acqua, ha evidenziato in collegamento da Dubai il commissario Glisenti, è attualmente «casuale», specie a Dubai, quinta smart city al mondo ma anche l’ultima in classifica per risorse idriche. Un paradosso che rappresenta però un «segnale di quanto ci sia bisogno di un lavoro di coordinamento della giurisprudenzializzazione, altrimenti tutto poggia su un terreno fragile». Un lavoro importante, «perché può portare l’acqua al centro delle politiche». E in tal senso, come evidenziato dal vicepresidente del Cnf e coordinatore della Commissione Cnf per Expo Dubai Francesco Greco, il progetto dell’avvocatura «è innovativo». In primo luogo perché, per la prima volta, «all’Expo si parlerà di diritti». E lo si farà concentrandosi su un tema fondamentale, al quale il Cnf si è approcciato «elaborando un nuovo ruolo dell’avvocatura», con i professionisti che si occupano dei diritti «superando i confini dei tribunali» e intervenendo sull’esigenza di arrivare ad «una normativa armonica che abbia come filo conduttore queste dieci regole». Tra queste l’impegno degli Stati ad assumere un sistema di norme orientate all’assolvimento dei bisogni essenziali o il principio di efficienza qualitativa e quantitativa. «Sembra scontato, ma non esistono oggi standard del genere per la distribuzione dell’acqua, se non negli Stati a democrazia avanzata», ha sottolineato Greco. Che ha evidenziato come dal 1950 ad oggi siano stati combattuti già 35 conflitti per l’acqua e molti sono in fieri. «Per questo motivo abbiamo pensato alla creazione di una Corte internazionale dell’acqua che abbia un potere di indirizzo e possa avere la facoltà di intervenire per manifestare e denunciare abusi o usi distorti dell’acqua che privano gli altri Stati della possibilità di utilizzarla». In collegamento da Bruxelles, l’eurodeputata Alessandra Moretti ha evidenziato come tale progetto «potrebbe permettere una implementazione concreta di quei principi umanitari relativi al diritto all’acqua elaborati dal 1948 ad oggi». La senatrice Fiammetta Modena ha invece posto l’accento sull’importanza di una Corte internazionale, in quanto «l'affermazione di un diritto senza una tutela rischia di non trovare applicazione». Presente anche il senatore Francesco Urraro, che ha ha evidenziato le potenzialità offerte dal Pnrr, che ha tra i propri obiettivi anche la tutela della risorsa idrica. «Il decalogo - ha concluso la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno - consentirà sia al legislatore sia agli erogatori del servizio di garantire ad ogni cittadino il godimento di un servizio essenziale».