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La giornata internazionale dell’avvocato in pericolo 2024 è dedicata agli avvocati iraniani. L’effettività dei diritti, anche di quelli fondamentali, non è garantita in molti stati. Le sanguinose guerre in corso tra Russia e Ucraina, a seguito dell’aggressione russa, e tra Hamas ed Israele, conseguenza dei tragici fatti del 7 ottobre 2023, hanno reso la situazione ancora più drammatica. Ci sono poi tanti altri conflitti, spesso dimenticati dalla stampa e dall’opinione pubblica, che insanguinano il mondo ed hanno fatto parlare da tempo il Papa di una “guerra mondiale a pezzi”.
Il continuo deteriorarsi delle relazioni internazionali, in un quadro generale che vede arretrare la diplomazia, determina l’aumento dei confronti armati, delle stragi di civili e dei crimini di guerra. In questo drammatico scenario rischiano di scivolare in secondo piano le violazioni dei diritti umani negli altri Paesi e le intimidazioni e le violenze, gli arresti e le condanne arbitrarie, contro gli avvocati.
L’osservatorio internazionale degli avvocati in pericolo (OIAD), di cui il Consiglio Nazionale Forense è cofondatore, giunto ormai al suo nono anno di attività, continua con maggior vigore la propria azione a sostegno degli avvocati che rischiano la libertà, l’incolumità fisica o addirittura la vita a causa del libero esercizio della professione, anche attraverso il sostegno materiale e l’assistenza legale agli avvocati richiedenti asilo.
In Iran, dopo l’annuncio della morte di Mahsa Amini, la situazione si è notevolmente deteriorata, con il regime che viola costantemente il diritto a un processo equo e i diritti della difesa. Ai prigionieri accusati in relazione alle recenti manifestazioni sono stati assegnati avvocati di gradimento delle autorità, ai sensi dell’articolo 48 del Codice di procedura penale iraniano.
Agli avvocati specializzati nella difesa dei diritti umani viene spesso impedito di incontrare i propri clienti e di avere accesso a fascicoli e prove. In alcuni casi, è stato addirittura vietato loro di partecipare alle udienze. Lo scorso anno cinque avvocati sono stati assassinati e altri dieci sono stati feriti. Tra settembre 2022 e maggio 2023, nel periodo delle maggiori proteste in Iran, almeno 66 avvocati difensori di attivisti e manifestanti detenuti arbitrariamente sono stati arrestati dalle forze di sicurezza iraniane. Alcuni avvocati sono stati condannati a lunghe pene detentive oppure sono stati costretti a lasciare il Paese per sfuggire ai processi.
Emblematico il caso dell’avvocato Saleh Nikbakht, che rappresenta la famiglia di Mahsa Amini. Appena arrivato all’aeroporto di Teheran, il 22 dicembre 2023, è stato portato nella sala di sicurezza dell’aeroporto, dove gli sono stati sequestrati passaporto, telefono cellulare e Premio Sakharov del Parlamento europeo. L’avvocato Saleh Nikbakht rischia ora il carcere. Rilasciato dopo un lungo interrogatorio, l’avvocato è stato informato che sarà presto convocato presso il carcere di Evin per scontare una condanna a un anno di reclusione, emessa il 17 ottobre 2023. È stato condannato per “propaganda contro il regime” sulla base di una denuncia presentata dal Ministero dell’Intelligence iraniano. Le autorità iraniane hanno accusato l’avvocato di aver fornito consulenza alla famiglia Amini, di aver rilasciato interviste ai media e di aver contestato il rapporto dell’istituto forense sulle cause della morte di Mahsa Amini.
Le informazioni relative a numerosi altri casi di avvocati ingiustamente arrestati, processati e condannati in Iran, come quelli degli avvocati Arash Keykhosravi e Khosrow Alikordi, sono reperibili sul sito dell’Oiad.
Grande attenzione è rivolta agli avvocati che esercitano la loro professione nelle zone di guerra, come in Ucraina. Gli avvocati ucraini continuano a lavorare tra mille difficoltà, anche se alcuni di loro hanno avuto le case oppure gli studi professionali distrutti, impegnati a creare corridoi umanitari dalle zone ucraine occupate, fornire supporto legale ai rifugiati ucraini all’estero, distribuire aiuti umanitari. In Russia gli avvocati sono ingiustamente arrestati perché assimilati ai loro clienti, soprattutto quando sono oppositori politici, come accaduto agli avvocati Vadim Kobzev, Igor Sergunin e Alexei Liptser, difensori del politico e blogger Alexei Navalny.
Per quanto riguarda la Turchia negli ultimi mesi l’Osservatorio ha svolto alcune importanti missioni di osservazione processuale. Mercoledì 29 novembre 2023 si è tenuta l’ottava udienza del processo per l’omicidio del Presidente dell’Ordine degli Avvocati di Diarbakir Tahir Elçi, cui hanno partecipato le colleghe Barbara Porta e Benedetta Perego (del Foro di Torino) e il collega Adam Zaki (del Foro di Ginevra).
L’avvocato Antonio Fraticelli, dell’Ordine degli avvocati di Bologna, ha effettuato delle visite in carcere, nell’ambito di una missione internazionale cui hanno partecipato avvocati in rappresentanza di numerosi ordini forensi ed associazioni, a nove avvocati membri dell’associazione degli Avvocati Progressisti ÇHD, detenuti in quattro carceri diverse (tra il 5 novembre 2023 e il 10 novembre 2023). Inoltre ha partecipato all’osservazione di due udienze, una relativa al processo agli avvocati dell’ÖHD (Associazione degli avvocati per la libertà) il 7 novembre 2023 e l’altra relativa al processo contro Gülhan Kaya, membro dell’ ÖHD, il 9 novembre 2023.