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Si sono conclusi i lavori del XXXVI Congresso Nazionale Forense di Torino, che hanno visto partecipare circa 2.500 tra delegati e congressisti in una tre giorni di confronto sull’IA e i suoi impatti sulla professione forense, sulla riforma professionale e della Giustizia, con ospiti istituzionali, politici e dell’Accademia. L’appuntamento è al prossimo Congresso Nazionale Forense, nel 2028, a Milano.
La mattinata si è aperta con il rinnovo dei componenti dell’Organismo Congressuale Forense – Ocf: sono stati eletti i 55 nuovi componenti (qui la lista completa: https://www.organismocongressualeforense.news/comunicati-stampa/proclamati-i-componenti-della-nuova-assemblea-dellorganismo-congressuale-forense-per-il-triennio-2025-2028). Quindi si è passati alle mozioni da parte dell’Assemblea.
A fine votazioni, il presidente del Cnf, Francesco Greco, è salito sul palco per chiudere i lavori. «Desidero ringraziare i delegati, tutti i componenti della commissione mozioni, grazie alla presidente Grabbi, all’Ordine di Torino, a tutti gli avvocati piemontesi e a tutti voi che siete stati qui. Sono stati tre giorni di analisi e proposte, il prossimo appuntamento è al Congresso Nazionale Forense del 2028 a Milano», ha detto, passando poi la parola alla presidente del Coa di Torino, Simona Grabbi, che ha aggiunto: «Mi unisco ai ringraziamenti, spero vi siate sentiti nel posto giusto. Per noi è stata un’occasione stupenda, porterò sempre con me il ricordo della consegna della toga di Fulvio Croce, anche per questo spero che questo Congresso sarà indimenticabile per ognuno di voi».
Sui temi congressuali, la platea è intervenuta su AI, governance, etica e formazione, per dotare l’Avvocatura degli strumenti per governare l’innovazione anziché subirla, e per stabilire un principio irrinunciabile: la parità di accesso tecnologico per tutti gli avvocati, adottando misure di sostegno per colmare il divario digitale tra i professionisti.
Sull’utilizzo dell’IA, pur con ambiti applicativi diversi (fiscale, PA, processo), si converge su un obiettivo comune: garantire trasparenza, controllo umano e tutela del diritto di difesa nell’uso dell’intelligenza artificiale da parte delle istituzioni pubbliche. Si esige l’obbligo per il giudice di motivare e dichiarare l’uso dell’IA, pena la nullità del provvedimento; il diritto della difesa di conoscere e contestare gli algoritmi e l’istituzione di un Registro Pubblico degli Algoritmi e di un’Authority indipendente; la richiesta di ispezioni ministeriali per far emergere prassi non trasparenti; la garanzia della massima verificabilità (auditability) dei sistemi, assicurando la partecipazione dell’Avvocatura alla loro regolamentazione. Si tratta di un presidio fondamentale per una giustizia che resti umana e verificabile.
Sulla Cartabia passa una mozione generale che ne chiede l’abrogazione per il processo civile; in subordine, si prevedono mozioni che richiedono correttivi sugli aspetti più controversi. Due le proposte: da un lato, la limitazione dell’abuso della trattazione scritta per ripristinare i principi di oralità e immediatezza; dall’altro, la revisione radicale dell’impianto delle memorie 171-ter c.p.c., chiedendo il superamento del contestato meccanismo “a ritroso” e delle verifiche preliminari senza contraddittorio, includendo anche correttivi sulle memorie nel rito semplificato e prevedendo la scadenza del termine decadenziale per il convenuto con riferimento alla prima udienza “effettiva”. Una modifica strutturale del rito di cognizione.
Si chiedono modifiche alla Cartabia anche nel penale: l’abrogazione di fasi processuali superflue come l’udienza pre-dibattimentale, il ripristino dei precedenti termini per la costituzione di parte civile, la revisione delle norme sull’assenza dell’imputato e sul mandato a impugnare del difensore d’ufficio, l’ampliamento dei termini per l’impugnazione e la possibilità di accedere a riti alternativi in caso di riqualificazione del fatto.
Sul principio di oralità e contraddittorio nel processo penale, l’indicazione è quella di difendere i principi cardine dell’oralità e dell’immediatezza, messi a rischio da riforme orientate alla “cartolarizzazione” del processo penale. Per ripristinare l’oralità come regola nei giudizi di Appello e Cassazione e per subordinare la partecipazione in videoconferenza al consenso di difensore e imputato, garantendo che la tecnologia resti uno strumento al servizio dei diritti e non un surrogato del giusto processo.
Sul piano delle garanzie difensive e del segreto professionale, le proposte mirano a tutelare in modo rafforzato il segreto professionale e le comunicazioni tra avvocato e assistito nell’era digitale; a garantire il diritto al primo contatto immediato tra difensore d’ufficio e indagato; a estendere le garanzie difensive anche nei procedimenti della Procura Europea.
Sul processo penale telematico si denunciano le gravi disfunzioni che ledono il diritto di difesa. Si chiedono interventi urgenti per l’abrogazione dell’“atto abilitante”, un accesso pieno, gratuito, immediato e completo al fascicolo telematico, potenziando il Portale Depositi Penali per garantire la consultazione di tutti i fascicoli nei quali è difensore, un sistema di deposito affidabile e il superamento delle criticità di accesso fisico alle cancellerie. Si richiedono correttivi specifici per il portale, come una casella per “atti generici” e l’allineamento con il TIAP, la revisione dei diritti di copia e la digitalizzazione del sistema penitenziario, incluso il fascicolo del detenuto.
Quindi, una più generale unificazione e semplificazione del processo telematico per rispondere a un’esigenza non più rinviabile: superare la frammentazione e l’inefficienza dei processi telematici e creare una piattaforma e un portale nazionale unico con standard omogenei; aumentare la capacità di deposito nel processo tributario; e il definitivo superamento del “federalismo giudiziario” che genera prassi difformi e incertezza.
Sull’avvocato nel processo e nelle attività non giudiziali, la richiesta è di una riforma strutturale della giustizia di prossimità (GdP). Si converge su un obiettivo urgente: riformare la Giustizia di Pace per evitarne il collasso. Due le indicazioni: da un lato, l’abrogazione dell’insostenibile ampliamento delle competenze e il ripristino della precedente competenza per valore, nonché il ritorno all’atto di citazione; dall’altro, potenziare le risorse e rafforzare la centralità del ruolo dell’avvocato, con richieste immediate di aumento degli organici anche tramite l’impiego di personale ministeriale, l’adeguamento delle infrastrutture, il passaggio alla gestione ministeriale degli uffici più in difficoltà, il finanziamento tramite contributo unificato, l’adeguamento dei compensi professionali e la limitazione dell’abuso delle note scritte per ripristinare l’oralità.
Si punta alla riforma organica del patrocinio a spese dello Stato per l’estensione del campo di applicazione alle ADR, inclusa specificamente la negoziazione assistita in materia di famiglia, alle procedure di sovraindebitamento e all’attività stragiudiziale; di offrire tutela rafforzata alle vittime di violenza e istituire elenchi specializzati per l’immigrazione; semplificare le procedure di liquidazione, garantendo pagamenti tempestivi e certi, compensi armonizzati, liquidazione diretta da parte del cancelliere ed eliminando la competenza provvisoria dei Coa.
Altro nodo: la riforma del processo di famiglia e la tutela del minore, puntando sulla qualificazione e il ruolo del Curatore Speciale del Minore, definendone poteri, elenchi, formazione e disciplinando in modo organico requisiti e parametri per i compensi; tutelando le garanzie nell’ascolto del minore, con la presenza di esperti e difensori e correttivi procedurali, come l’udienza filtro, la riforma dei termini a ritroso, la conferma del Tribunale Unico, la gestione dei provvedimenti urgenti, l’accesso al fascicolo telematico del T.M., la gestione della nomina del Csm in corso di causa, la definizione del ruolo dei servizi sociali e l’istituzione di una piattaforma di monitoraggio sugli ausiliari.
Arbitrato e arbitrato famiglia: per dare impulso a un rafforzamento strutturale dell’istituto, con l’attribuzione agli arbitri di nuovi poteri, come l’emissione di decreti ingiuntivi, la rimozione di incompatibilità che limitano l’accesso dei professionisti alla funzione arbitrale, e l’introduzione dell’arbitrato in nuovi ambiti, come la crisi familiare e le controversie davanti al Giudice di Pace.
Quindi un pacchetto di incentivi fiscali organici per l’arbitrato, la mediazione e le ADR in generale, estendendo le agevolazioni anche agli avvocati che assistono le parti e ottenendo la revisione dei costi, in particolare abrogando gli aumenti recenti per la mediazione.
Non solo: anche rafforzare l’istituto della mediazione, con semplificazioni procedurali (calcolo indennità, sospensione feriale), potenziamento della professionalità e indipendenza dei mediatori, riconoscimento di poteri certificativi e garanzie di accessibilità per i soggetti vulnerabili.
Altro tassello importante sul piano della semplificazione: potenziamento della negoziazione assistita in materia di lavoro (eliminazione convenzione preventiva, riduzione termini minimi), estensione dell’accesso al PSS per le procedure familiari, riconoscimento di effetti giuridici più forti agli accordi (trascrizione per casa familiare, effetti traslativi per immobili) e flessibilità procedurale (possibilità di nominare un unico avvocato, estensione dei termini).
Inoltre, interventi per la tutela della dignità della professione e l’equilibrio tra vita e lavoro: tutele penali per il difensore, con il reato di oltraggio all’avvocato; l’introduzione e l’estensione dell’istituto del legittimo impedimento a tutti i processi, inclusi quelli civili, amministrativi e tributari; il ripristino della sospensione feriale nel periodo tradizionale e la sua estensione alle festività natalizie e al deposito delle sentenze penali; la promozione delle pari opportunità, con asili nido negli uffici giudiziari e la parità di genere nei collegi giudicanti.
Per la riduzione degli oneri fiscali e la tutela del compenso, si chiede la revisione del Contributo Unificato, l’eliminazione di altri oneri come i costi del PagoPA, l’anticipo per la registrazione in Cassazione e la deducibilità delle spese legali. Si vuole inoltre tutelare il compenso con il riconoscimento obbligatorio delle spese stragiudiziali in ambito RCA, la liquidazione delle spese alla parte offesa, l’estensione dell’efficacia di titolo esecutivo al parere di congruità del Coa e la possibilità di inserire il costo di registrazione nel precetto, rimuovendo ogni sanzione economica all’esercizio della difesa.
Impegno forte sempre sulle semplificazioni procedurali per l’operatività quotidiana dell’avvocato nel processo civile, rimuovendo oneri e sanzioni, per l’eliminazione di oneri di notifica a carico del difensore ora superabili grazie alla tecnologia e al rinnovato quadro normativo sulle notificazioni telematiche, e l’introduzione della possibilità di utilizzare elementi di legal design nella redazione degli atti. Si aggiungono: l’impugnazione autonoma dei capi di condanna alle spese legali, l’abrogazione della condanna alla Cassa delle Ammende ex art. 96, comma 4, c.p.c.
Sull’efficienza delle esecuzioni civili, prevedere più poteri all’avvocato e, tra le altre questioni, si chiede l’attribuzione della facoltà di notificare in proprio gli atti di pignoramento, gli atti all’estero, di accedere direttamente alle banche dati ex art. 492-bis c.p., ed estendere le tutele sul “minimo vitale” ai lavoratori autonomi. Ma anche includere correttivi procedurali per evitare iscrizioni a ruolo “al buio”, rimuovere il pignoramento presso terzi e l’obbligo di deposito dell’avviso di avvenuta iscrizione a ruolo entro la data di udienza indicata nell’atto di pignoramento, spostandolo alla data effettiva di udienza; semplificare le iscrizioni a ruolo e le notifiche, rivedere i termini per la ricerca dei beni e definire più equamente i compensi degli ausiliari.
In un settore innovativo come quello della giustizia riparativa, si chiede di prevedere un onorario specifico per l’attività del difensore e l’ammissione al PSS per la vittima, e di rivedere le incompatibilità per i mediatori penali, favorendo l’accesso dei giovani avvocati a questo nuovo ambito professionale.
Per quanto riguarda l’amministrazione di sostegno, si intende prevedere interventi coordinati su formazione obbligatoria, definizione di un compenso equo, anche tramite estensione del PSS e parametri uniformi e garanzie procedurali, come il pieno accesso al fascicolo telematico.
Altra priorità: l’ampliamento delle competenze e la trasparenza degli incarichi. Si propone di espandere il ruolo dell’avvocato in nuovi ambiti e riformare le giurisdizioni specializzate, come le sezioni in materia d’impresa, la difesa tecnica obbligatoria in procedimenti di crisi d’impresa, amministrativi e di volontaria giurisdizione, la gestione dei testamenti digitali e la promozione di un codice del lavoro. Allo stesso tempo, si vuole garantire trasparenza e pari opportunità, con la rotazione obbligatoria per gli incarichi giudiziari, la pubblicazione dei dati dei magistrati e la rimozione delle barriere all’accesso per i giovani avvocati agli incarichi pubblici.
Si punta quindi all’ampliamento delle competenze e a nuovi ambiti di consulenza in settori specifici e innovativi: dal mondo digitale, con la consulenza in materia di proprietà industriale, e-sport ed eredità digitale, al settore aziendale, con le competenze nei processi di certificazione, nella normazione tecnica e nelle procedure di crisi e insolvenza. Inoltre, in ambiti di alta rilevanza sociale come lo statuto delle fragilità, la prevenzione della violenza di genere, la tutela dei diritti umani, fino a includere l’espansione in materia di arbitrati, l’adeguamento dei compensi per custodi e delegati e la revisione di incompatibilità come quella con l’intermediazione immobiliare.
Tra le mozioni singole, quelle relative a: rinvio pregiudiziale Corte EDU; perentorietà dei termini per i magistrati con annessa responsabilità disciplinare; regolamentazione del Fondo Unico di Giustizia; patrocinio Cassazione tributario; deducibilità forfettaria per IA; uffici giudiziari insulari; rafforzare le garanzie procedurali dell’ascolto del minore; introdurre il contrassegno digitale, così da eliminare un onere burocratico diffuso come le attestazioni di conformità; quindi definizione di protocolli, best practice e formazione per la gestione della prova digitale in sé, un tema che impatta ogni tipo di processo.