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CARLO FOGLIENI PRESIDENTE NAZIONALE AIGA
L’Associazione italiana giovani avvocati (Aiga) esprime soddisfazione per il disegno di legge n. 978, presentato dalla senatrice Erika Stefani, che introduce un procedimento sommario per l’effettiva realizzazione del credito. Un’iniziativa che, secondo l’associazione, risponde all’esigenza di snellire la macchina della giustizia civile e di rendere più rapidi ed economici i tempi di recupero dei crediti.
Diversi studi, ricorda Aiga, hanno evidenziato come tempi lunghi e costi elevati della giustizia civile producano forti perdite per il sistema economico nazionale, sottraendo risorse e riducendo la competitività delle imprese. Si stima che le inefficienze della giustizia costino all’Italia circa 2,5 punti di Pil ogni anno. Uno degli ambiti più critici è quello del recupero giudiziale dei crediti davanti al Giudice di Pace: «Nel 61% dei casi – osserva l’associazione – tra il deposito del ricorso per decreto ingiuntivo e l’emissione del provvedimento decorrono più di quattro mesi».
Emblematico il caso di Prato, dove nel 2023 l’ufficio del Giudice di Pace sospese per mesi l’iscrizione a ruolo dei decreti ingiuntivi a causa della mancanza di personale.
Foglieni: «Equilibrio moderno tra effettività del credito e diritti di difesa»
Per il presidente nazionale dell’Aiga, Carlo Foglieni, la proposta di legge «realizza un equilibrio moderno tra effettività del credito e tutela dei diritti di difesa». «Dall’architettura dell’intimazione alla responsabilità disciplinare per omissioni gravi nei controlli – spiega Foglieni – il ddl mira a sgravare gli uffici del Giudice di Pace dai carichi seriali, liberando risorse per le liti che richiedono piena giurisdizione e riducendo tempi e costi a beneficio del tessuto produttivo e dei cittadini che vantano un credito».
L’Aiga sottolinea che la proposta non arretra sulle garanzie costituzionali. Il disegno di legge conferma infatti la pienezza del contraddittorio: dopo la ricezione dell’intimazione, il debitore dispone di 40 giorni per opporsi davanti al giudice; solo decorso tale termine, l’atto acquista efficacia esecutiva; resta in ogni caso la possibilità di opposizione tardiva o contro il pignoramento. «La procedura – precisa Foglieni – non introduce automatismi lesivi, non comprime i termini e assicura garanzie piene anche nella fase esecutiva. L’impianto è coerente con gli articoli 24 e 111 della Costituzione, che sanciscono il diritto di difesa e il giusto processo».
Per l’associazione, il ddl Stefani rappresenta un passo concreto verso una giustizia più moderna e funzionale, capace di rispondere alle esigenze dell’economia reale e di restituire fiducia ai cittadini. «Efficienza e garanzie possono convivere – conclude il presidente Foglieni – se le riforme vengono pensate per semplificare senza snaturare i principi del processo civile».