Con l’approvazione in Senato della “Delega al Governo per riordinare, semplificare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e universale” (atto Senato 1892), che ha avuto luogo il 30 marzo, si conclude l’iter parlamentare di questa riforma relativa alle misure a sostegno delle famiglie per i figli a carico, attraverso l’istituzione di un assegno unico e universale.Gli obiettivi della riforma sono molteplici: favorire la natalità (tra l’altro crollata nel 2020), sostenere la genitorialità, promuovere l'occupazione femminile. Le novità previste dalla legge delega approvata in Senato Le modalità concrete della misura saranno determinate da futuri decreti legislativi, che dovranno essere emanati (a cura dei ministeri per la Famiglia, del Lavoro e dell’Economia) entro un anno dall’entrata in vigore della riforma.Per quanto la legge delega indichi solo i criteri che dovranno essere seguiti per l’elaborazione della disciplina dell’assegno unico, qualche caratteristica di questo aiuto economico è possibile anticiparla: a) vi sarà un assegno mensile per ogni figlio a carico con meno di 21 anni (purché dopo la maggiore età il figlio continui a studiare o a svolgere un tirocinio, oppure sia disoccupato, o impegnato nel servizio civile); b) l’ammontare dell’assegno dipenderà dalle condizioni economiche della famiglia, che saranno misurate dall’Isee, e diminuirà con il crescere dell’età del figlio; c) a partire dal terzo figlio, l’importo sarà maggiorato, mentre per i figli che hanno tra 18 e 20 anni (cioè prima del 21° compleanno), l’importo sarà ridotto; d) per i figli con disabilità sarà previsto un incremento dell’assegno tra il 30% e il 50%, e nessun limite di età per la sua fruizione; e) l’incasso dell’assegno non influenzerà altre prestazioni sociali, come il reddito di cittadinanza, per il cui accesso non si terrà conto dell’importo dell’assegno; f) l’assegno sarà attribuito a chi esercita la responsabilità genitoriale, e in caso di separazione, spetterà al genitore affidatario; ma l’assegno potrà essere dato direttamente ai figli che hanno tra i 18 e i 21 anni; g) l’assegno potrà assumere sia la forma di un importo pagato, sia quella del credito di imposta (da utilizzare in compensazione per il pagamento di altre imposte); h) per godere dell’assegno, i genitori devono essere fiscalmente residenti in Italia, e i figli avere il domicilio in Italia. Cosa cambia per l’assistenza di Cassa forense Questa riforma consentirà a Cassa forense di modificare in parte la destinazione delle risorse per l’assistenza degli iscritti, che provengono, come è noto, dal contributo del 4% che i clienti degli avvocati pagano al momento della liquidazione della fattura. Si tratta, nel complesso, di cifre rilevanti, considerato che negli anni 2016-2019 si aggiravano intorno ai 65 milioni di euro l’anno, e che la crisi provocata dalla pandemia ha fatto scendere nel 2020 a 55 milioni.«In effetti – spiega l’avvocato Roberto Uzzau, consigliere d’amministrazione di Cassa forense – fra le diverse misure di welfare attivo della Cassa ve ne sono diverse che riguardano i figli degli iscritti, come le erogazioni in caso di familiari non autosufficienti, o portatori di handicap, le borse di studio, i trattamenti a sostegno della genitorialità, tutte iniziative che potrebbero essere non più necessarie, almeno in parte, con l’introduzione dell’assegno unico per i figli. D’altronde, la commissione Assistenza della Cassa forense è già pronta a intervenire, una volta che saranno usciti i decreti legislativi attuativi della legge delega sull’assegno unico per i figli, formulando le proposte di modifica dei regolamenti per gli interventi di welfare per l’area famiglia al Comitato dei delegati, con la possibile conseguenza che le risorse attualmente destinate alle misure sopra ricordate potranno essere utilizzate per altre forme di assistenza». Nessuna certezza sull'entità del nuovo "assegno unico" I decreti legislativi dovranno indicare la misura dell’assegno nelle varie circostanze sopra richiamate, ed essa dipenderà dalle risorse stanziate ciascun anno dalla legge di Bilancio.D’altronde, come ammette il Servizio del Bilancio del Senato nella nota di lettura del disegno di legge delega, è impossibile fare una stima dei costi, non essendoci nel provvedimento alcun parametro per la quantificazione dell’assegno.La legge di riforma spiega però che buona parte del finanziamento dell’assegno unico proverrà dalla graduale soppressione degli attuali assegni familiari, assegni e premi di natalità (i cosiddetti bonus), detrazioni fiscali per i figli a carico. A questo riguardo, il Servizio del Bilancio di Palazzo Madama quantifica in circa 15,5-16 miliardi l’anno le risorse attualmente destinate al supporto delle famiglie, relativamente ai figli a carico: voce di spesa nella quale la parte del leone è appannaggio dalle detrazioni fiscali per i figli a carico (8,2 miliardi l’anno) e dall’assegno al nucleo familiare (5,9 miliardi anno).Insomma, con una mano si dà, e dall’altra si toglie, e tenuto conto delle condizioni sempre più deteriorate della finanza pubblica (tanto più visti gli effetti della crisi legata al covid-19), è difficile immaginare che l’assegno unico per i figli potrà essere di importo rilevante, al di là delle promesse degli esponenti politici italiani.