Pochi giorni dopo l’alluvione che ha devastato l’Emilia Romagna nel maggio 2023, l’avvocato Emanuele Gentili non è riuscito a contenere la rabbia e la preoccupazione. Le immagini, mentre veniva tratto in salvo dal suo studio legale, a Cesena, in via Ex Tiro a Segno, hanno fatto il giro del mondo. Il fiume d’acqua che invase il piano terra si è portato via un pezzo di storia degli avvocati Gentili. L’archivio e la biblioteca sono finiti al macero. L’evento calamitoso dell’anno scorso ha strappato pezzi di dignità. Molte persone, pur essendosi salvate, hanno perso tanto, compresi gli oggetti personali, necessari per presentarsi in pubblico, andare al lavoro – anche in tribunale -, in condizioni accettabili.

A distanza di otto mesi dall’alluvione la ripresa dell’attività professionale dell’avvocato Gentili è tutt’altro che semplice. C’è ancora tanto da fare; c’è ancora tanto da sistemare. A partire dalla “seconda casa”: lo studio pesantemente danneggiato. Il piano terra oggi è ancora un cantiere aperto. Scale, secchi di pittura e attrezzi occupano ogni angolo del pavimento. Muratori, imbianchini ed elettricisti lavorano senza sosta per sistemare una parte degli uffici che, comunque, non saranno più come prima. L’odore forte di muffa è quasi sparito per lasciare posto a quello delle pitture e degli stucchi. Anche nell’orario di lavoro dell’avvocato cesenate gli operai si alternano per concludere il prima possibile la ristrutturazione. «Quanto è capito a me – dice al Dubbio Emanuele Gentili – non è un caso isolato. Altri colleghi hanno perso molto, per non dire tutto. Siamo stati colpiti nella nostra dignità di uomini e di professionisti, e la ripartenza non è stata semplice. Come spesso succede, la mobilitazione nell’immediatezza degli eventi è stata commovente, con un interesse e un coinvolgimento di tutti. Non sono mancate tante dimostrazioni di vicinanza e di solidarietà. Io mi ritengo fortunato, direi graziato, perché se l’alluvione avesse interessato anche il primo piano avrei dovuto chiudere tutto e trovarmi un altro lavoro».

Durante l’emergenza, ci sono stati diversi provvedimenti da parte dei tribunali competenti per venire incontro agli avvocati delle zone alluvionate. Secondo Gentili, non si deve abbassare il livello di attenzione. L’avvocato si sofferma sulla questione dei pagamenti che sono stati procrastinati. «Le scadenze della Cassa forense – afferma - sono state solo rinviate. Se io non ho lavorato per tre-quattro mesi e devo acquistare tutto per lo studio distrutto, come posso pagare quanto è stato soltanto posticipato? I problemi, infatti, non sono stati risolti, ma semplicemente rinviati. Questa cosa ci pone in uno stato di grande preoccupazione, perché arriverà il momento in cui saremo costretti a pagare il nuovo e il pregresso. È necessario che ci siano degli interventi diversi da quelli previsti all’indomani dell’alluvione. Io ho perso tanto, compresa la memoria storica dello studio legale fondato da mio padre. Ho dovuto mandare al macero riviste e raccolte giurisprudenziali risalenti a oltre mezzo secolo fa. Per non parlare della biblioteca, distrutta completamente».

Nelle parole dell’avvocato Gentili non manca l’amarezza legata ad alcuni episodi della quotidianità, stravolta dai fatti dei mesi passati. «Lavorare e ristrutturare lo studio – aggiunge - non è semplice. Pochi giorni fa, per la presenza degli elettricisti, improvvisamente si sono bloccati i computer e non ho potuto più lavorare. Il giorno successivo, in udienza, davanti al Giudice di pace ho rilevato le difficoltà affrontate. Il collega di controparte, per tutta risposta, mi ha detto che dovevo provare l’impossibilità ad accedere al processo civile telematico e che era saltata l’elettricità. Succede, purtroppo, pure questo».

La settimana scorsa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e quella della Commissione europea, Ursula von der Leyen, hanno raggiunto Forlì per confermare il pieno sostegno italiano ed europeo in favore dell’Emilia Romagna. La frase in dialetto romagnolo, pronunciata dalla numero uno della Commissione Ue (“tin bota”, tieni duro) ha inteso incoraggiare le popolazioni alluvionate e manifestare la massima attenzione ad ogni livello. «Dal 16 maggio 2023 ad oggi – conclude Emanuele Gentili - per noi professionisti di aiuti non ce ne sono stati. Abbiamo dovuto pagare tutto di tasca nostra. Speriamo che con la piattaforma dedicata qualcosa possa muoversi. Sarebbe opportuno che anche Cassa forense ci venga incontro con soluzioni dedicate. Noi avvocati dell’Emilia Romagna e delle altre aree colpite dall’alluvione non possiamo essere abbandonati. Mi vengono i brividi non solo per quanto è capitato a me, ma anche per quello che hanno affrontato i colleghi di Faenza e di altre città con gli studi distrutti e i sacrifici di tanti anni vanificati nel giro di poche ore. Dobbiamo essere messi nelle condizioni di poter ripartire. Sono stato più di tre mesi con i piedi nel fango per ripulire e sistemare tutto. Riaprire il mio studio non è stato facile. Ho dovuto fare leva su tutte le mie forze fisiche, psicologiche ed economiche, investendo i miei risparmi, per ritornare a lavorare e riappropriarmi di un po’ di serenità». Per continuare a guardare al futuro con ottimismo.