PHOTO
VALTER MILITI PRESIDENTE CASSA NAZIONALE DI PREVIDENZA E ASSISTENZA FORENSE
Si è svolto questa mattina un sit-in di protesta davanti alla Corte di Cassazione per sensibilizzare l’avvocatura e l’opinione pubblica sui contributi che gli avvocati versano a Cassa Forense. Nell’occasione è stato presentato il “Movimento 19 aprile”, una piattaforma che raggruppa avvocate e avvocati impegnati a fare alcune rivendicazioni per l’equità del sistema previdenziale e assistenziale forense. È stato redatto un documento con alcune proposte per una previdenza equa e sostenibile delle fasce meno abbienti dell’avvocatura, consegnato a Cassa Forense e a tutte le istituzioni forensi comprese le associazioni maggiormente rappresentative.
Tra le proposte del movimento per la riforma del sistema previdenziale forense la conferma della riduzione dei contributi minimi obbligatori soggettivi a 2.200 euro, l’eliminazione del contributo integrativo minimo e l’aumento dell’integrazione al minimo della pensione a 15mila euro annui, che comporterebbe un corrispondente aumento delle pensioni di invalidità e inabilità. Inoltre, viene proposta l’adozione per tutti gli avvocati del sistema contributivo dall’entrata in vigore della riforma, «esattamente – si legge nel documento del Movimento 19 aprile - come accaduto con la riforma delle pensioni Fornero, considerando che non vi sarebbe alcuna lesione dei diritti quesiti, concetto che spesso viene strumentalmente utilizzato dai detrattori di riforme in peius per i più abbienti».
Viene proposto inoltre di «aumentare dal 3% al 4% il contributo soggettivo di solidarietà per i pensionati che proseguono l’attività e di individuare altri scaglioni di reddito, oltre il tetto reddituale da cui estrarre, con aliquote progressive in base all’aumentare del reddito, risorse con cui finanziare l’assistenza, l’integrazione al minimo delle pensioni e gli altri correttivi solidaristici proposti». Al termine della manifestazione in piazza Cavour una delegazione del movimento ha incontrato i vertici di Cassa Forense.
«Il Movimento 19 Aprile – spiega al Dubbio l’avvocata Valentina Restaino – è una formazione spontanea, orizzontale, inclusiva, democratica, che non ha interesse a costituirsi in associazione per consentire ai colleghi e alle colleghe di aderirvi liberamente, anche se iscritti ad associazioni già esistenti. Il movimento deve intendersi come nato proprio il 19 aprile anche se le persone che vi hanno aderito da subito sono i fautori e le fautrici della manifestazione davanti alla Corte di Cassazione che si è rivelata partecipata. Si tratta di un movimento spontaneo di avvocate e avvocati unitosi sulla contestazione delle politiche previdenziali di Cassa Forense, che usa pugno di ferro nei confronti delle fasce deboli e guanto di velluto nei confronti delle fasce più ricche della categoria». Nelle intenzioni dei fondatori la strutturazione sui territori. Oltre a Valentina Restaino, tra i promotori del “Movimento 19 aprile” anche l’avvocato Cosimo Damiano Matteucci. «Abbiamo incontrato - spiega Matteucci - all'esito della manifestazione i vertici di Cassa Forense. La nostra proposta circa il passaggio al sistema contributivo per tutti sembrerebbe essere un'opzione seriamente considerabile dal Comitato dei delegati».
Viene altresì suggerita l'adozione di correttivi solidaristici per il finanziamento soprattutto dell'integrazione al minimo delle pensioni. Questa opzione, secondo Restaino e Matteucci, potrebbe finanziarsi con l'aumento della imposizione contributiva nei confronti dei portatori di redditi alti e altissimi. «La partecipazione all'evento davanti alla Corte di Cassazione – aggiungono i promotori del “Movimento 19 aprile” - è stata importante, sia per quanto riguarda la partecipazione nutritissima in piazza, sia per i numeri delle persone che hanno seguito la manifestazione in diretta social. Continueremo sulla strada tracciata, perfezionando la nostra a organizzazione territoriale e allargando i nostri orizzonti alle altre problematiche della categoria Forense».
Una delegazione dei manifestanti ha incontrato informalmente anche il coordinatore dell’Ocf, Mario Scialla, il quale ha ascoltato con attenzione le rivendicazioni degli avvocati, soprattutto quelli più giovani, auspicando un confronto sul tema sempre costruttivo.