«Da giorni il Pst, il Portale servizi telematici del settore civile del ministero della Giustizia funziona a singhiozzo, paralizzando il servizio, e creando gravissimi disagi agli operatori del diritto». La segnalazione proviene dagli avvocati dell'Ocf, l'Organismo congressuale forense, che in una nota denunciano «una situazione ormai inaccettabile, anche in previsione della implementazione delle risorse tecnologiche richieste dall'Europa». A fronte di «una così palese inadeguatezza del sistema rispetto alle attuali necessità dell'attività giurisdizionale - commenta il coordinatore dell'Ocf Giovanni Malinconico - si richiede, oltre ad un immediato intervento che risolva la situazione contingente, la predisposizione di un piano di adeguamento del sistema informatico ministeriale che non può prescindere dal coinvolgimento degli avvocati». È «frustrante discutere di grandi riforme, di massimi sistemi, di velocità del processo - conclude l'Ocf - quando poi tutte queste mirabolanti proposte e migliorie si scontrano con una realtà quotidiana fatta di criticità e disservizi». Sulla stessa lunghezza d'onda l'Aiga, Associazione italiana giovani avvocati, che denuncia le criticità connesse allutilizzazione dei sistemi informatici del portale ministeriale della Giustizia Civile, che ancora una volta, a causa di disservizi organizzativi che riguardano gli applicativi informatici, hanno mandato in stallo il sistema della giustizia civile. «È inaccettabile che ad oggi il ministero della Giustizia - afferma il Presidente nazionale Antonio De Angelis - non sia stato in grado di porre rimedio ai disservizi creati dallutilizzo di sistemi applicativi che possano garantire un effettivo e costante funzionamento dellinterscambio di dati sul portale giustizia, e che nonostante si chieda alla classe forense lo sforzo di digitalizzare la professione, con costi in termini di tempo ed economici particolarmente ingenti, ci si trovi a dover sperare che il sistema ministeriale risponda e non vada in tilt». «Alla luce degli sforzi compiuti attraverso la strutturazione e predisposizione del Pnrr - continua Valeria Chioda, Tesoriera nazionale dellAiga - e della necessità di garantire, anche attraverso la digitalizzazione del sistema giustizia, la celerità richiesta dallUnione Europea allItalia del Processo Civile, non è dato comprendere come proprio le istituzioni ministeriali non siano ancora in grado di garantire la funzionalità corretta del sistema digitale». LAiga, dunque, nellauspicio che a tale inefficienza venga posto immediato rimedio, e che le Istituzioni a ciò preposte non dimentichino che la gestione dellapparato giustizia deve porre al centro del proprio operato i diritti reclamati dai cittadini nelle aule di Giustizia, chiede un immediato intervento della ministra Cartabia affinché vengano attivate immediatamente le necessarie procedure che garantiscano laccesso al sistema digitale per gli operatori del settore.