Stranezze. Gian Domenico Caiazza, che da pochissimo, un mese e mezzo scarso, ha passato a Francesco Petrelli il testimone dell’Ucpi, si appresta com’è noto a firmare da direttore il primo numero di Pqm, settimanale allegato al Riformista di Matteo Renzi. Si dirà: ecco, le Camere penali hanno il loro organo ufficiale, affidato peraltro a un avvocato straordinariamente brillante, un vero maestro della comunicazione, oltre che protagonista, nei cinque anni trascorsi al vertice dell’Unione, di importanti battaglie politiche. E invece no. Niente di tutto questo.

Pqm non è un progetto comune. Non è un’iniziativa condivisa con l’attuale presidente Petrelli né col resto della nuova giunta Ucpi, eletta dal congresso celebrato a fine ottobre a Firenze. A quanto sembra, addirittura Petrelli, il vicepresidente dell’Unione Camere penali Nicolas Balzano e il segretario Rinaldo Romanelli avrebbero saputo dell’iniziativa di Caiazza a cose fatte, cioè solo con la conferenza stampa in cui sabato scorso è stato presentato (a Napoli) il nuovo giornale.
Non è chiaro il motivo della solitudine con cui una figura assolutamente centrale nell’associazione dei penalisti quale Caiazza continua a essere abbia ritenuto di doversi muovere, senza neppure informare i colleghi, e innanzitutto i suoi successori. Di certo, da quel poco che si riesce a comprendere, c’è un po’ il rischio di un’occasione persa. Perché i penalisti hanno sempre espresso grande capacità e forza comunicativa, intensità polemica, passione prima di tutto. Dividere le forze in una fase peraltro assai delicata e ambivalente, per le battaglie garantiste, come questa, non sembra la migliore delle soluzioni.
Sabato si saprà qualcosa in più sull’impostazione del settimanale di Caiazza. Dal numero zero, si intuisce che le 8 pagine del supplemento al Riformista non saranno prive del contributo di autorevoli penalisti. Ma sembra escluso che tra le firme possa comparire quella di Francesco Petrelli, che pure si è occupato, fino a un minuto prima di essere eletto presidente, della rivista specializzata diffusa dall’Ucpi, Diritto di difesa. Petrelli è insomma a propria volta un apprezzatissimo editorialista, di cui anche la magistratura associata da tempo riconosce la raffinata capacità di analisi.
Può darsi che i tempi congestionati tipici dei processi editoriali abbiano impedito una sintesi, sempre possibile una volta che Pqm avrà cominciato il proprio percorso. Dietro le quinte c’è di sicuro l’ambizione dell’editore Alfredo Romeo di mantenere il garantismo tra gli asset del proprio gruppo.