È stata una gestazione decisamente laboriosa, anche considerata l’entità assai contenuta del beneficio. Sta di fatto che, dopo diversi rinvii e incertezze sulla data per la presentazione delle domande, domani 26 settembre dalle 12 sarà finalmente possibile per tutti i lavoratori autonomi richiedere il bonus anti-inflazione da 200 euro. Più precisamente, si tratta della indennità una tantum prevista dall'articolo 33 del decreto Aiuti bis (Dl 50 del 17 maggio 2022). Nel caso delle categorie professionali dotate di un proprio ente previdenziale autonomo, le istanze andranno inviate appunto, per ciascuna categoria, alla rispettiva Cassa “obbligatoria”. E nel caso degli avvocati, naturalmente, la richiesta telematica andrà proposta attraverso il sito di Cassa forense. Come avvenuto già nel passato più o meno recente con i vari bonus previsti dall’inizio della pandemia, l’istituto di previdenza dell’avvocatura sarà il collettore delle richieste provenienti dalla professione forense. Vale la pena di citare la nota diffusa stamattina dalla Cassa degli avvocati, che riassume i requisiti per accedere al bonus e la possibilità di ottenere un ulteriore sostegno di 150 euro per chi avesse dichiarato, relativamente al 2021, un reddito inferiore ai 20mila euro. Intanto, avverte Cassa forense, il «click day per la procedura, fissato in contemporanea con gli altri enti di previdenza aderenti all'Adepp (l’associazione che riunisce le Casse delle diverse categorie professionali, ndr) riguarda tutti i colleghi che per il 2021 (dichiarazione 2022) hanno dichiarato un reddito complessivo non superiore a 35.000 euro». Più in dettaglio, si precisa che la cifra utile a stabile se si rientra nella platea dei beneficiari va ricavata dal «computo del reddito assoggettabile ad Irpef, al netto dei contributi previdenziali ed assistenziali». E ancora, Cassa forense ricorda che da tale computo vanno esclusi «i trattamenti di fine rapporto, il reddito della casa di abitazione e le competenze arretrate sottoposte a tassazione separata». Ulteriore e indispensabile requisito per accedere al bonus è « l'aver effettuato, entro la data di entrata in vigore del Decreto (18/5 /2022), almeno un versamento, totale e parziale, per la contribuzione dovuta con competenza a decorrere dall'anno 2020». Sul piano pratico, Cassa forense puntualizza che «le domande potranno essere presentate esclusivamente con procedura telematica, accedendo alla propria posizione personale sul sito utilizzando codice meccanico e pin e allegando copia di un documento d’identità e del codice fiscale». Naturalmente, «eventuali domande in forma cartacea o, comunque, con modalità diverse saranno ritenute inammissibili». Nel comunicato dell’ente previdenziale si chiarisce inoltre che «sono esclusi dal bonus gli iscritti alla Cassa già pensionati con decorrenza antecedente al 30 giugno 2022 (bonus già liquidati in precedenza) e i colleghi iscritti contemporaneamente ad una gestione previdenziale INPS (in questo caso la domanda andrà presentata presso quest'ultimo istituto)». Gli avvocati interessati e che rientrano nei requisiti per accedere al bonus «potranno inoltrare la domanda fino al 30 novembre 2022». Fino all’informazione che riguarda l’ulteriore bonus da 150 euro: per gli iscritti a Cassa forense, segnala la nota, «la procedura prevede che, con unica domanda, potranno accedere all'ulteriore bonus di 150 euro previsto dal “Decreto Aiuti Ter” tutti i colleghi che hanno hanno dichiarato un reddito non superiore ai 20.000 euro». A inizio comunicato, è la stessa Cassa forense a parlare testualmente di click day, espressione che sembra alludere a una corsa contro il tempo da cui si potrebbe uscire “sconfitti” se non si riuscisse a inoltrare la domanda tempestivamente. In realtà non è così, quello di domani non dovrebbe dunque  essere considerato un vero e proprio click day: le risorse stanziate dovrebbero bastare infatti a coprire le richieste anche nel caso in cui tutti gli aventi diritto presentassero domanda: «Lo stanziamento complessivo per il bonus 2022 ammonta a 600 milioni di euro, di cui 95,6 milioni destinati agli iscritti alle Casse di Previdenza obbligatorie». Non ci sarà bisogno di correre, dunque. Almeno in teoria.