Ha destato sdegno e preoccupazione l’aggressione ai danni dell’avvocato Roberto Angelosanto. Il professionista è stato affrontato da un uomo, controparte di un cliente assistito dall’avvocato del Foro di Cassino, in prossimità di un bar. Prima una accesa discussione, poi l’aggressione. L’avvocato Angelosanto è stato trasportato nell’ospedale Santa Scolastica della città laziale: qui sono state riscontrate la rottura di due costole e un trauma cranico.
Sulla vicenda è intervenuto il Consiglio nazionale forense, manifestando «la più ferma condanna per la vile aggressione subita dall'avvocato Roberto Angelosanto, il quale stava svolgendo il proprio mandato professionale». «La violenza – si legge in una nota di Via del Governo Vecchio - ha lasciato il professionista con gravi lesioni, tra cui due costole rotte e un trauma cranico. Il Cnf esprime vicinanza al Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Cassino, che per primo ha denunciato il fatto, che costituisce una deriva sociale e culturale preoccupante, associando l’avvocato al proprio assistito. Si tratta non solo di una grave minaccia alla sicurezza personale del collega coinvolto, ma anche all’integrità del ruolo sociale e costituzionale di tutti gli avvocati. Tale minaccia compromette inevitabilmente il diritto di difesa, un principio fondamentale sancito dalla Costituzione a tutela di tutti i cittadini. L’avvocatura deve essere unita nella condanna di tali atti, preservando la fondamentale funzione svolta dagli avvocati nella difesa della giustizia e dei diritti dei cittadini».
Il presidente del Coa di Cassino, Giuseppe Di Mascio, parla di aggressione “violenta e vigliacca” ai danni dell’avvocato Angelosanto. «È stato colpito al centro della città di Cassino – evidenzia Di Mascio -, in prossimità dell’esercizio pubblico di un bar, riportando diverse lesioni, tra le quali due costole rotte ed un trauma cranico. Si tratta dell’ennesimo episodio di una deriva culturale che identifica l’avvocato con la parte assistita nella aberrante convinzione che colpendo l’avvocato si colpisca anche il suo cliente. L’episodio rappresenta un grave allarme sociale, perché ad essere minacciata, unitamente alla persona del collega, è la funzione stessa che l’avvocato è chiamato ad esercitare, con compromissione inevitabile di quel diritto di difesa che la Costituzione riconosce quale diritto fondamentale del cittadino. Non bisogna dimenticare che è proprio attraverso il ministero dell’avvocato che si attuano i principi sanciti dall’articolo 24 della Costituzione. La vile aggressione subita dall’avvocato Angelosanto è un attacco proprio alla funzione che l’avvocato ha di garantire la effettività della tutela dei diritti».