«Nessuno è al di sopra della legge», il presidente tunisino Kais Saied sembra aver trovato la formula per giustificare la sua guerra senza quartiere dichiarata all’avvocatura del paese con un’impressionante sequenza di arresti, pestaggi e irruzioni brutali nella sede dell’Ordine degli avvocati di Tunisi, mai profanata in tanti anni di storia. Ma ad essere al di sopra della legge sembra essere proprio la sua presidenza che non tollera né critiche né dissensi, le stesse opinioni sgradite che hanno portato i difensori in prigione.

Le dichiarazioni di Saied sono arrivate dopo un colloquio con la ministra della Giustizia Leila Jaffel. «Non esiste assolutamente alcun confronto con gli avvocati in quanto viene garantito il diritto di querela e di difesa previsto dal capitolo 124 della Costituzione», per Saied dunque non esiste nessuna repressione, anzi, l'Ordine nazionale degli avvocati ha spesso rinviato diversi legali presso consiglio disciplinare non risparmiando sanzioni contro coloro che hanno minato l'onore della professione. Ovvio che per il presidente tunisino non è successo nulla che non rientri nelle normali procedure, infatti «quanto accaduto negli ultimi giorni non ha alcun legame con la professione legale, ma piuttosto con coloro che hanno osato danneggiare il proprio Paese e lo hanno addirittura insultato, e coloro che hanno aggredito violentemente un agente di sicurezza».

Poi però Saied si è lasciato sfuggire: «Non accettiamo che il nostro Paese e i suoi simboli vengano danneggiati dall'esterno, ma non accettiamo nemmeno che possano essere danneggiati dall'interno». La certificazione che chiunque esprima delle critiche deve aspettarsi conseguenze molto serie.

Le stesse subite dall’avvocata e giornalista Sonia Dahmani arrestata proprio in relazione ai commenti che aveva fatto all'inizio della settimana sulla situazione in Tunisia. Venerdì scorso la legale si era rifiutata di partecipare a un'udienza in tribunale per spiegare perché, durante un'intervista televisiva, aveva messo in dubbio che i migranti subsahariani volessero stabilirsi in Tunisia. Uno dei cavalli di battaglia del presidente Saied che ha scaricato sui migranti tutti i mali di una situazione economica prossima al collasso.

Sonia Dahmani si era rifugiata nella Maison de Avocat di Tunisi per sfuggire all'arresto ma un'irruzione violenta delle forze di sicurezza ha posto fine alla sua libertà. Il tutto si è svolto in diretta televisiva sotto l'occhio delle telecamere di France 24. Si ritiene che la detenzione di Dahmani sia stata resa possibile da una legge nota come Decreto 54, che il presidente ha firmato nel settembre 2022. Introdotta ufficialmente come deterrente alle fake news, la sua vaghezza si è ben presto rivelata uno strumento per colpire coloro che sono ritenuti colpevoli di diffamazione o insulto rischiando cinque anni di carcere. Fino ad ora circa 60 giornalisti, avvocati e membri dell'opposizione sono stati arrestati in base al decreto. Non esclusi Borhen Bssais, noto conduttore televisivo e radiofonico, e il commentatore politico Mourad Zeghidi, anch'essi finiti in carcere domenica scorsa.

La parabola di Saied fin da quando è salito al potere, nel 2019, sta dimostrando l'allergia per le opposizioni. Dopo le libere elezioni, infatti, nel 2021 ha licenziato il primo ministro e sospeso il parlamento. L'anno successivo è sta ta approvata una nuova costituzione con un referendum che sta riportando il paese al passato autoritario. Saied ha giustificato le sue azioni dicendo che aveva bisogno di nuovi poteri per spezzare un ciclo di paralisi politica e decadimento economico.

Dopo l’arresto dell’avvocata Dahmani, Tunisi è stata teatro di grandi mobilitazioni di protesta per chiedere la sua liberazione, in questi frangenti la polizia ha messo in carcere il legale Mahdi Zaghrouba, per lui l'accusa è di aggressione fisica e verbale contro due agenti mentre manifestava davanti un’aula di giustizia della capitale. Anche in questo caso esistono prove video dell'avvenimento e, almeno a quanto hanno riferito fonti del ministero dell'Interno, sono state avviate indagini e prese le disposizioni del caso. Il giudice istruttore del Tribunale di prima istanza di Tunisi ha rinviato a giudizio l'avvocato che si trova ricoverato in ospedale per un peggioramento della sua salute.