Un tunnel buio, costellato dei nomi di tutte le donne vittime di femminicidio dal 25 novembre 2022 ad oggi. E in fondo al tunnel un lampo arancione, il colore che le Nazioni Unite hanno scelto per simboleggiare la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. È l’installazione che sarà possibile visitare nel corso dell’intera giornata di oggi, sabato 25 novembre, in piazza dell’Orologio, a Roma, di fronte alla sede del Consiglio Nazionale Forense.

Il titolo dell’installazione, fortemente voluta dalla fondazione del Consiglio Nazionale Forense, la Fondazione dell’Avvocatura Italiana (Fai), unitamente alla Commissione Pari Opportunità del Cnf, è un messaggio dalla duplice lettura: è il grido NO MORE, ossia MAI PIÙ, mai più vittime di femminicidio, e NO aMORE, ossia l’amore non ha spazio per la violenza. Le parole del padre di Giulia Cecchettin, “L’amore vero non uccide”, sono la tragica espressione del loro assoluto contrasto.

Il termine femminicidio è un termine ampio, che definisce l’omicidio contro una donna non solo nel corpo, ma in diversi piani dell’esistenza, da quello sociale a quello psicologico. Si potrebbe identificare quale termine di un fenomeno sociologico: il femminicidio prevede la volontà di privare la donna del suo diritto alla vita, ultimo epilogo di un ciclo di violenza. La Fondazione dell’Avvocatura Italiana vuole iniziare un percorso ideale che metta in relazione la Giornata del 25 novembre con il 24 gennaio, Giornata degli Avvocati in pericolo, nel nome di Nasrin Sotoudeh, l’avvocata iraniana per i diritti umani da poco rilasciata dopo l’ennesimo arresto arbitrario da parte degli ayatollah, che rappresenta il massimo esempio della liberazione femminile.

«Gli avvocati non sono mai in pericolo per motivi propri, ma perché si mettono in primo piano per difendere i diritti altrui. Penso ai legali turchi, che difendono i colleghi che lottano per la libertà. E penso a Nasrin, volto di tutte le donne che stanno lottando per la tutela dei diritti umani», sottolinea Vittorio Minervini, consigliere Cnf e vicepresidente della Fai.

«Il 25 novembre – spiega Lucia Secchi Tarugi, coordinatrice della commissione Pari Opportunità del Cnf - nasce dell’omicidio delle sorelle Mirabal che lottarono contro la dittatura di Rafael Leónidas Trujillo, che non era altro se non l’iperbole del maschilismo; la lotta delle sorelle Mirabal dimostra fino a che punto il femminile è una forma di dissidenza. La data della giornata internazionale segna anche l’inizio dei “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere” che precedono la Giornata mondiale dei diritti umani il 10 dicembre, per ribadire come la violenza contro le donne sia una violazione dei diritti umani. Diritti che sono massimamente violati quando si minacciano le avvocate e gli avvocati, baluardo della difesa e delle libertà».