I giovani avvocati sentono il peso del cambiamento e vogliono dare un contributo concreto per migliorare la professione forense. Da questa considerazione è partito il presidente dell’Aiga, Francesco Perchinunno, nell'aprire i lavori del XXVII congresso, in corso a Bari. Nel più antico teatro del capoluogo pugliese, il “Niccolò Piccinini”, si sono alternati i rappresentanti dell'avvocatura istituzionale, a partire dal vicepresidente del Cnf, Francesco Napoli, e delle associazioni forensi.
«La presenza di oltre 900 congressisti – ha detto l’avvocato Perchinunno -, provenienti da tutta Italia, dà una responsabilità in più: continuare nel percorso di tutela della giovane avvocatura e incidere in un processo di riforma già avviato a livello sistemico. Un sogno iniziato nel 1966 con la nascita di Aiga e grazie alla passione di Tommaso Bucciarelli, che voglio ricordare in apertura di questo nostro congresso. Ho molto apprezzato chi ha contribuito in questa prima giornata al suo successo, dalle istituzioni baresi allo scrittore Carofiglio. Ringrazio per la sua vicinanza anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa, per il messaggio che ha inviato alla nostra associazione, definendola "la forza, la linfa vitale, il cuore pulsante nonché il presente e il futuro dell'avvocatura". Credo proprio che sia così».
Il presidente del Coa di Bari, Salvatore d’Aluiso, si è soffermato sull’esigenza di costruire un nuovo modello di avvocatura, chiedendo uno sforzo collettivo. «Il nostro – ha affermato - non è un mestiere, ma un servizio che si rivolge all’intera società. L'Aiga non è una associazione, ma uno stile di vita che neanche l'anagrafe può scalfire». Quale futuro per le giovani toghe? È partito da questa domanda Daniele Lucente della sezione Aiga barese, commentando alcune parti del recente rapporto sulla giovane avvocatura.
Particolarmente interessante il dibattito dedicato alla sessione ulteriore del congresso nazionale forense, in programma a Roma tra un mese. Le riflessioni di Antonio de Notaristefani di Vastogirardi (presidente dell’Unione Camere Civili) hanno avuto come base la fuga dall’avvocatura. Un fenomeno che riguarda professionisti giovani e meno giovani, come sta anche documentando, da oltre tre anni, il nostro giornale nel viaggio nei Coa italiani. Secondo de Notaristefani, il congresso nazionale forense non deve essere l'occasione per misurare il consenso di qualcuno.
«Abbiamo – ha evidenziato Elisa Demma, presidente del Movimento forense - la responsabilità di fare del congresso di Roma un appuntamento per presentare idee costruttive, una piattaforma utile per elaborare la professione forense di domani. La nostra professione, senza essere autoreferenziali e senza parlarci addosso, deve guardare in faccia la realtà».
A detta di Giampaolo Di Marco, segretario Anf, un restyling della professione può essere utile, ma rischia di essere un intervento solo di facciata. «Dobbiamo ritrovare – ha aggiunto - una dialettica effettiva tra l’avvocatura e la magistratura per avere una visione comune della giurisdizione». Al centro dell’intervento di Tatiana Biagioni (presidente dei giuslavoristi italiani) il gender gap e le difficoltà reddituali: «Dal rapporto dell’Aiga emerge un quadro molto preciso e preoccupante sull’avvocatura femminile. Dobbiamo correre ai ripari con proposte concrete e soluzioni da individuare con la politica e con il legislatore. Così potremo difendere la nostra professione».
Un plauso al lavoro di Perchinunno è stato fatto da Mario Scialla, coordinatore Ocf. «Abbiamo lavorato molto bene insieme», ha affermato Scialla. Per la sessione ulteriore del congresso nazionale forense servono consapevolezza e unità. Quest'ultimo elemento non deve essere mai disperso per attuare la migliore interlocuzione con la politica. «Al bando i preconcetti e i pregiudizi», ha aggiunto Scialla.
Infine l’avvocato Francesco Napoli, vicepresidente del Cnf, che ha apprezzato il lavoro del presidente uscente dell’Aiga. «Ho avuto il privilegio di conoscere sempre meglio Francesco Perchinunno – ha rilevato Napoli - e di constatare le sue qualità. Nella prima giornata congressuale è stato possibile cogliere segnali dai massimi rappresentanti della magistratura barese, che hanno ribadito l’importanza di un rapporto collaborativo con l’avvocatura. Abbiamo una occasione straordinaria. C’è una comunanza di obiettivi tra tutte le componenti della avvocatura italiana. Un approccio che consentirà di sedere ai tavoli istituzionali con ancora più convinzione. Sono finiti i tempi in cui con egoismo si coltivavano i propri orticelli».

Sulle sfide del futuro e sui prossimi appuntamenti congressuali, il vicepresidente del Cnf ha esortato all’unità, in quanto occorre lavorare in maniera sinergica per indurre il legislatore ad approvare una nuova legge professionale. Napoli ha inoltre lanciato un appello ai giovani: «Non smettete mai di sognare. Con la perseveranza e la forza delle idee i sogni si realizzano. Voi giovani colleghi siete il futuro. Sognate e impegnatevi sempre nell’interesse dell’avvocatura italiana».