Radiato dall’albo degli avvocati per aver assistito nella Crimea occupata alcuni cittadini di origine ucraina e tartara e per aver espresso contrarietà alla “operazione militare speciale”. È anche questa una delle conseguenze della guerra scatenata da Mosca due anni e mezzo fa. L’avvocato Aleksey Ladin, da sempre impegnato nella tutela dei diritti umani, si è visto recapitare nei giorni scorsi la decisione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Tjiumen, città della Siberia occidentale. Non potrà più esercitare la professione forense per aver semplicemente svolto il proprio lavoro con competenze specifiche. Un impegno che cozzerebbe addirittura con il codice etico dell’avvocatura di Tjiumen.

Davvero una situazione paradossale che ha provocato l’indignazione e l’intervento di numerose organizzazioni. A partire dall’Oiad ( l’Osservatorio degli avvocati in pericolo) con il sostegno, tra gli altri, del Consiglio degli Ordini forensi d’Europa - al quale aderisce anche il Cnf -, dell’Iba ( International bar association), della Law society, di Lawyers for lawyers e di Front line defenders.

«Invitiamo le autorità russe – si legge in una nota dell’Oiad - a revocare la decisione presa nei confronti dell’avvocato Ladin, a cessare le molestie nei suoi confronti e a garantire a tutti gli avvocati russi e nei territori occupati dalla Russia lo svolgimento delle attività professionali senza timore di rappresaglie». La decisione del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Tjumen di radiare Ladin segue un precedente provvedimento di una commissione di disciplina che ha attribuito al legale impegnato in Crimea la violazione del Codice etico dell’avvocatura russa. Un colpo durissimo per il professionista e per i suoi assistiti, dato che non potrà lavorare su numerosi procedimenti penali e recarsi in udienza in tribunale. Aleksey Ladin ha comunque intenzione di presentare ricorso.

Il pretesto di radiare Ladin è collegato a un procedimento disciplinare risalente al 4 dicembre 2023, quando il ministero della Giustizia della Federazione Russa ha presentato una mozione all’Ordine degli avvocati di appartenenza, sostenendo la tesi di atteggiamenti inappropriati. Tutto è nato da una condanna riguardante due casi dinanzi al tribunale distrettuale di Kyivskyi di Simferopol il 13 ottobre 2023, che hanno comportato 14 giorni di detenzione per “esposizione di simboli vietati” sulle pagine dei social media di Ladin e una multa di 400 euro per aver “screditato l’esercito russo”.

Ladin è stato perseguito per aver espresso una opinione, diritto tutelato – un tempo – anche dalla legge russa. L’avvocato è stato accusato della pubblicazione su Facebook di un post contenente il collegamento a un disegno, realizzato da uno dei suoi clienti, in cui si mostravano simboli ucraini e dei tartari di Crimea con la scritta “Non siamo terroristi e non siamo estremisti”. Sono entrate in gioco in tribunale le interpretazioni simboliche. L’emblema sulla bandiera dei tartari di Crimea è stato accostato erroneamente a quello di una unità paramilitare volontaria della Crimea. In un altro caso Ladin ha ripreso sulla sua pagina Facebook un post in cui si criticava l’uso delle bombe a grappolo da parte delle forze armate russe a Kharkiv.

«In questo contesto – si legge nella nota dell’Oiad e delle altre organizzazioni firmatarie dell’appello in favore di Aleksey Ladin - desideriamo ribadire il ruolo vitale svolto dagli avvocati nel sostenere lo Stato di diritto e la protezione dei diritti umani. Il lavoro dei nostri colleghi è indispensabile per garantire la fiducia dei cittadini rispetto all’amministrazione della giustizia, salvaguardando i diritti del giusto processo e garantendo l’accesso alla giustizia per tutti.

Gli Ordini degli avvocati, compreso quello di Tjumen, svolgono un ruolo cruciale e devono garantire l’esercizio libero e indipendente della professione forense, dovrebbero farlo indipendentemente dalle interferenze del governo. Le sospensioni o le radiazioni dall’albo degli avvocati, come atto di ritorsione per il libero esercizio della professione a tutela dei diritti, non incidono solo sul lavoro dei professionisti, ma anche sul diritto dei loro clienti di essere rappresentati da un avvocato di fiducia» .