PER IL SEGRETARIO GENERALE DELLA CISL PENSIONATI LA STORIA NON PUÒ E NON DEVE RIPETERSI

Ragazzini: è doveroso fermarsi per capire l’inutilità di ogni violenza e ricostruire un mondo diverso da quello in cui stiamo vivendo da consegnare alle futuregenerazioni

SEGRETARIO GENERALE FNP CISL

Come se la storia non ci avesse insegnato nulla, nel giro di poche settimane ci siamo ritrovati a vivere una guerra che non ci aspettavamo e che rischia ogni giorno di mettere a repentaglio l’esistenza e la pace non solo dei Paesi già in conflitto, ma dell’intera Europa e dell’Occidente. Per anni ci siamo illusi che quello che era già successo non potesse più verificarsi: abbiamo pensato che tutto quel dolore che hanno vissuto i nostri padri e i nostri nonni non sarebbe più esistito, e che quelle scene di orrore che hanno riempito le pagine della nostra storia fossero solo ricordi ormai sbiaditi. E invece no!

Da un mese assistiamo ogni giorno a bombardamenti che in Ucraina stanno distruggendo case, paesi, strade. Abbiamo visto la gente di Kyiv, Mariupol, Charkiv, obbligata a scappare dalla propria abitazione, dalla propria città, costretta ad assistere allo spezzarsi di quella che fino a qualche settimana fa era la propria vita. Persone che hanno avuto solo il tempo di prendere con sé poche cose prima di abbandonare per sempre un’esistenza che forse non ritroveranno mai più e andare verso un posto sconosciuto, ma probabilmente più sicuro rispetto a quella che solo ieri era la propria patria.

A tutto questo il nostro Paese ha risposto con la grande solidarietà che gli è propria, non solo grazie al sostegno da parte delle Istituzioni ma anche, e soprattutto, da parte degli italiani che si sono messi a disposizione per accogliere queste famiglie smembrate in pochi minuti, fatte di mamme e bambini privati dell’affetto di un marito e di un padre andato a combattere per difendere la propria nazione.

Di fronte alla decisione spietata adottata da Putin di invadere l’Ucraina, il nostro Paese si sta adoperando insieme agli altri Paesi della Nato per fermare un’escalation che potrebbe degenerare ulteriormente, fino a portare a una guerra ancora più ampia che metterebbe a repentaglio l’esistenza dell’intera Europa e di quel mondo di pace che credevamo oramai come qualcosa di scontato.

In questa situazione di paura e di dolore che accompagna i nostri giorni, tornano purtroppo alla mente le immagini di molti anni fa, quando quelle scene di terrore si verificavano a casa nostra, con le conseguenze nefaste che ne sono derivate.

Non solo il dolore e la sofferenza per coloro che sono caduti combattendo, ma anche le difficoltà che si sono dovute affrontare dopo la fine del conflitto, di fronte a un Paese da ricostruire. Difficoltà che inevitabilmente interesseranno l’intera Europa e l’Italia in particolare, a causa del nostro fabbisogno di energia e di altri beni che fino ad ora abbiamo importato da quei paesi. Una situazione già pesante che potrebbe aggravarsi ancora di più, per la quale è necessario un intervento importante del governo, capace innanzitutto di frenare l’ascesa dei prezzi che stanno mettendo in ginocchio lavoratori, famiglie e imprese. Ciò che poi l’Italia dovrebbe riuscire a realizzare concretamente è una politica energetica che possa mettere fine alla situazione di dipendenza da altri Paese di cui purtroppo soffriamo, insieme al passaggio verso le energie rinnovabili, come sosteniamo da tempo anche noi sindacato.

Proprio per questo è indispensabile un confronto con le parti sociali, così come si è reso necessario quando erano in gioco scelte importanti per il nostro Paese, durante l’emergenza Covid, ad esempio. Un’emergenza peraltro non ancora conclusa, alla quale purtroppo si è aggiunta quella derivante dal conflitto in Ucraina che aggraverà inevitabilmente la vita di ogni giorno di chi, nel nostro Paese, si trovava già a vivere in condizioni di difficoltà e di povertà, e che ora deve fare i conti anche con l’aumento dei prezzi di beni indispensabili.

Ciò per cui bisogna adoperarsi ora, quindi, mettendo da parte ogni inutile posizione ideologica, è una sola cosa: fermare la guerra e le sue gravi conseguenze, mettendo fine a questa scia di morte e terrore in un mondo che credevamo al riparo da una simile eventualità.

Noi come sindacato continueremo a impegnarci, come più volte affermato anche dal nostro Segretario generale, Luigi Sbarra, per dare sostegno ai profughi e alla popolazione ucraina, non solo attraverso la sottoscrizione Cisl il cui primo ricavato è stato già devoluto alla Croce Rossa italiana, ma anche attraverso manifestazioni di pace per sottolineare l’atrocità di una guerra alla quale non bisogna abituarsi: continueremo a condannare chi sta cercando di eliminare la vita e la storia di un Paese, annientandone le città insieme alle sue donne, i suoi uomini e soprattutto i suoi bambini, che sono il nostro futuro, e che stanno vivendo in prima persona l’orrore che non avrebbero mai dovuto vedere e che forse mai dimenticheranno. È a loro che dovrà andare l’attenzione di tutta la comunità internazionale quando si arriverà ad una fine – speriamo prossima – di questa guerra e sarà necessario pensare ad un mondo nuovo, certamente diverso da quello in cui stiamo vivendo, per dare loro quella speranza che adesso hanno perduto.